L'artista Davide Dormino: "Finché Assange non sarà libero, anche il nostro diritto di sapere sarà imprigionato"

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L'artista Davide Dormino: "Finché Assange non sarà libero, anche il nostro diritto di sapere sarà imprigionato"

 


di Agata Iacono

Abbiamo spesso parlato di Assange, seguendo e raccontando la sua emblematica e drammatica odissea.

Assange ormai rappresenta il simbolo della libertà di stampa ed espressione, citate nelle "meravigliose costituzioni occidentali", ma di fatto negate se qualcuno ha il coraggio non solo di dire la verità, ma, addirittura, di pubblicare tutta la documentazione inconfutabile sugli orrori della guerra.

Per questo Assange è in carcere, sottoposto a condizioni che dall'ONU vengono definite di tortura, senza aver mai subìto un processo.
 
Siamo arrivati a questa settimana. Lunedì, 20 maggio 2024, l’Alta Corte di Londra ha accordato al fondatore di Wikileaks la possibilità di presentare un nuovo ricorso dinanzi alla giustizia britannica, riconoscendo come "non infondate le argomentazioni della difesa sul timore di un processo non giusto" negli Stati Uniti, dove, se estradato, rischierebbe una condanna a 175 anni di carcere, per aver diffuso documenti riservati del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti  crimini di guerra commessi fra Afghanistan e Iraq.

Plausibilmente Assange estradato e in pessime condizioni psicofisiche non sarebbe attualmente funzionale alla campagna presidenziale negli USA.. Ma, se l'attenzione su Julian non fosse stata tenuta sempre viva dagli eccezionali attivisti, che non hanno mollato un attimo, dai giornalisti coraggiosi come Stefania Maurizi, dalla moglie e dal padre, oggi forse quella sentenza non sarebbe stata possibile.

Assange sarebbe stato estradato nel solito silenzio vile dei media mainstream, che prima lo avevano coccolato e quindi lo hanno isolato, diffamato, rinnegato.

Gli eventi per Assange si sono susseguiti anche in questi giorni, per rappresentare una pressione emotiva sulla decisione della Corte.

E continueranno: con “Anything to say?”.

Si tratta una scultura in bronzo, a grandezza naturale, che raffigura tre figure in piedi su tre sedie e una quarta sedia vuota.

La quarta sedia é per noi, per noi tutti, per chi vuole esprimersi liberamente e per chi vuole manifestare la propria solidarietà a tre figure che rappresentano il coraggio di denunciare, di sfidare il sistema, i crimini  di guerra , il pensiero unico, il controllo, a costo della loro vita.

Sono i veri eroi del nostro tempo, sono Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning.

L'opera ha girato il mondo, accompagnando la lunga, durissima, campagna mondiale per la liberazione di Julian Assange.

Ne è diventata il simbolo.

L'opera è dell'artista attivista Davide Dormino che ha tradotto nel gruppo scultoreo mobile il coraggio "di salire su una sedia", in pubblico, sfidando i diktat del potere, rinunciando ad una sicura brillante carriera, osando dire semplicemente la verità.

Ognuno di noi può salire su quella sedia vuota, elevarsi per guardare il mondo da un'altra prospettiva, stare in bilico vicino a grandi eroi contemporanei per interpretare con il proprio corpo e la propria voce la volontà di non subire.

È il primo esempio di scultura itinerante, interattiva: pur avendo tutta la tradizionale forza del monumento pubblico si muove e vuole che le persone non restino statiche e passive.

Le istallazioni saranno il fulcro delle molteplici attività programmate in questi giorni a Milano, Napoli, Roma e Bologna.

Naturalmente, non potevano mancare difficoltà nei permessi, così come si è  rivelata una difficile impresa ottenere il semplice riconoscimento della cittadinanza onoraria, atto puramente formale, in alcune città italiane.

Abbiamo voluto sentire Davide Dormino, l'artista-attivista di questa opera itinerante straordinaria, per commentare insieme a lui la sentenza e invitarvi a partecipare agli eventi in programma.


L'INTERVISTA


Stefania Maurizi, parlando alla Royal Courts of Justice prima dell'udienza per l'estradizione di Assange, ha commentato: "A meno che non si riesca a denunciare la criminalità di stato ai massimi livelli… qual è lo scopo del giornalismo?”

Credo che la sentenza del 20 Maggio sia un piccola vittoria, una sorta di contentino per dimostrare che potrebbe esistere una giustizia. Personalmente continuo a crederci, ma sono anche convinto che i tempi di rilascio del fondatore di WikiLeaks possano allungarsi fino alle prossime elezioni americane.


Davide, secondo te, questa terribile odissea sta per concludersi? Cosa prevedi che succederà adesso?

Se c’è una cosa che ci insegna questa storia, partendo dall’incredibile operato di Julian Assange è che il nostro immaginario può scalfire la realtà. Non dobbiamo rassegnarci, addomesticarci, dobbiamo continuare a manifestare, a raccontare la sua storia, perché finché Assange non sarà libero, anche il nostro diritto di sapere sarà imprigionato.

 

Cosa possiamo fare perché la luce su Assange sia sempre alimentata

Se c’è una cosa che ci insegna questa storia, partendo dall’incredibile operato di Julian Assange è che il nostro immaginario può scalfire la realtà. Non dobbiamo rassegnarci, addomesticarci, dobbiamo continuare a manifestare, a raccontare la sua storia, perché finché Assange non sarà libero, anche il nostro diritto di sapere sarà imprigionato.

Nel mio piccolo, insieme ai gruppi di sostegno per Assange, Free Assange Italia, Comitato per la liberazione di Julian Assange, Free Assange Napoli e Free Assange Bologna abbiamo Organizzato, in collaborazione con l’agenzia Latte Creative un Tour Italiano di "Anything to say?"

Il Tour toccherà le città di Napoli, dal 25 al 31 Maggio a Piazza Dante, Roma, dal 1 al 7 Giugno in Piazza Giustiniani, a Bologna il 13 e 14 Giugno in Piazza Nettuno per finire a. Milano il 15 e 16 Giugno al Wired Next Fest al Castello Sforzesco dove sarà ospite Stella Assange.

Abbiamo anche attivato una raccolta fondi per coprire le spese di trasporto dell’opera: https://www.gofundme.com/f/stand-up-for-freedom

 

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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