L'epidemiologo Tegnell: "Con questi numeri non ha senso indossare la mascherina in Svezia"
Le statistiche Covid-19 nella Svezia criticata per il suo comportamento anti lockdown si avvicinano allo zero
È noto come le autorità svedesi si siano opposte alle politiche di isolamento forzato (lockdown) praticato in quasi tutti i paesi europei per contenere la pandemia Covid. Sono stati molti gli attacchi e gli insulti per questa decisione, ma i numeri svedesi oggi sono migliori di quelli dei paesi che hanno scelto le misure restrittive totali.
Secondo i dati pubblicati dall'agenzia sanitaria svedese ieri, nelle ultime due settimane il paese ha registrato un crollo sia per i contagiati che per i decessi. Le morti giornaliere sono ormai ad un’unica cifra, mentre il numero medio di nuovi casi è sceso ben al di sotto dei 200. Il paese non ha visto numeri così bassi da fine marzo.
Con i dati aggiornati a ieri, la Svezia registrava 79.395 casi confermati di Covid-19 e 5.700 decessi.
"La curva dei malati gravi è vicina allo zero", ha detto martedì il principale epidemiologo del paese Anders Tegnell, informando i giornalisti sulla situazione.
Senza un blocco nazionale obbligatorio, le autorità svedesi si sono affidate alle precauzioni dei cittadini. Nonostante il basso numero recente, il paese registra ancora uno dei più alti decessi totali pro capite al mondo. Ma Tegnell ha rivendicato la strategia adottata in un’ottica di lungo periodo, avendo evitato agli svedesi tutti i traumi del post isolamento forzato. E i numeri sembrano dargli ragione.
Tegnell - finito su tutte le prime pagine dei media mainstream per una presunta autocritica sulla gestione in Svezia mai confermata e smentita dal responsabile della crisi - ha commentato anche l’utilizzo delle mascherine. "Con i numeri che diminuiscono molto rapidamente in Svezia, non ha senso indossare una mascherina, nemmeno sui trasporti pubblici", ha dichiarato.
Il governo svedese ha creato una commissione ad hoc per indagare sulla risposta e vi aggiorneremo sul suo rapporto finale. La Commissione riferirà sull'assistenza agli anziani alla fine di novembre, sebbene le sue conclusioni finali non siano dovute fino al 2022, prima delle elezioni nazionali.