L'impatto globale della Nuova Via della Seta è stato immenso

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L'impatto globale della Nuova Via della Seta è stato immenso

di Fabio Massimo Parenti - China Daily

Sono passati dieci anni da quando la Cina ha lanciato la Belt and Road Initiative. Oggi, è possibile valutare meglio questo progetto globale, che comprende la Cintura economica della Via della Seta e la Via della seta marittima del 21° secolo, e che facilita lo sviluppo inclusivo attraverso progetti di cooperazione internazionale.

I numeri raccontano la storia, quindi vale la pena guardare i dati grezzi. Finora, un totale di 152 paesi e 32 organizzazioni internazionali hanno firmato più di 200 documenti di cooperazione con la Cina nell'ambito dell'iniziativa, secondo il sito web ufficiale Belt and Road.

Il successo della Belt and Road è il risultato dei suoi principi di ampia consultazione, contributi congiunti e benefici condivisi.

Seguendo questi principi, la Cina ha tenuto conto delle esigenze e degli interessi degli altri paesi partecipanti e ha lavorato per cercare un terreno comune e interessi condivisi con loro. Dopotutto, lo spirito della BRI coincide con le due aspirazioni più importanti delle nazioni: lo sviluppo continuo e responsabile e il miglioramento progressivo della qualità della vita delle persone. Entrambi possono essere perseguiti attraverso la creazione di relazioni win-win tra le nazioni e collaborando su un terreno comune per superare le differenze culturali.

Seguendo questa bussola, la Cina ha preso in considerazione le esigenze e gli interessi del crescente numero di paesi partecipanti, e ha lavorato per trovare un terreno comune e interessi condivisi con loro, promuovendo, tra le altre cose, la creazione di una comunità con un futuro condiviso. In altre parole, con la BRI, la Cina ha condiviso opportunità di crescita con molti paesi, in particolare i paesi in via di sviluppo e quelli meno sviluppati, migliorando, ad esempio, le loro infrastrutture. In un mondo interconnesso, è essenziale disporre di infrastrutture sufficienti e connessioni efficienti per garantire scambi commerciali, scambi interpersonali e investimenti.

Concettualmente, la BRI è radicata nella storia, ma guarda al presente, o meglio ancora, al futuro. Si concentra su Asia, Europa e Africa, ma è aperta a tutti i partner globali. Abbraccia numerosi paesi e una varietà di regioni, include nazioni sviluppate e in via di sviluppo e abbraccia diverse tradizioni storiche, culture, religioni e stili di vita.

Infatti, oltre ai suoi aspetti commerciali ed economici, non va dimenticato che l'iniziativa è stata specificamente progettata per garantire uno sviluppo globale pacifico. Contrariamente a quanto sostiene la propaganda occidentale, non è né un'alleanza geopolitica né militare. Invece, è un processo di sviluppo aperto, inclusivo e comune, non un blocco esclusivo o un "club"esclusivo. Non distingue tra i partecipanti in base alle loro ideologie; né adotta la logica di un gioco a somma zero. A conferma di ciò, la BRI ha ricevuto il supporto di tre recenti iniziative che la Cina ha proposto: la Global Development Initiative, la Global Security Initiative e la Global Civilization Initiative.

Dal 2013 ad oggi, la BRI, con il coordinamento delle politiche, la connettività delle infrastrutture, il commercio senza barriere, l'integrazione finanziaria e legami interpersonali più stretti come obiettivi principali, è avanzata con molteplici passi concreti. L'iniziativa e i suoi concetti fondamentali sono stati persino incorporati in importanti documenti di organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, il G20 e il forum di cooperazione economica Asia-Pacifico e altre organizzazioni internazionali e regionali.

In concreto, l'iniziativa ha fatto notevoli progressi nella costruzione di corridoi e passaggi di cooperazione economica internazionale, come il Nuovo Ponte di Terra eurasiatico e i corridoi economici Cina-Mongolia-Russia, Cina-Asia centrale-Asia occidentale, Cina-Indocina, Cina-Pakistan e Bangladesh-Cina-India-Myanmar, con l'obiettivo di collegare il circolo economico asiatico con il circolo economico europeo.

Progressi significativi sono stati compiuti anche nella costruzione di reti ferroviarie interregionali e intercontinentali, con progetti cooperativi come la ferrovia Cina-Laos, la ferrovia Cina-Thailandia, la ferrovia Ungheria-Serbia e la ferrovia ad alta velocità Jakarta-Bandung.

Come ha detto il presidente Xi Jinping in collegamento video al Secondo Forum economico eurasiatico dell'Unione Economica Eurasiatica, l'obiettivo finale dell'Iniziativa Belt and Road è quello di esplorare nuovi modi per consentire ai paesi vicini e lontani di raggiungere uno sviluppo comune e di aprire un percorso di felicità a beneficio del mondo intero.

Allo stato attuale, con l'ombra sempre più lunga della crisi ucraina e le enormi tensioni geopolitiche, la BRI non solo dimostra la visione della Cina, ma rappresenta anche una vera e propria ancora di salvezza, essendo di fatto una piattaforma per la cooperazione globale e il fornitore di soluzioni per migliorare il sistema di governance globale e renderlo più equo.

La BRI è stata la più importante iniziativa politico-economica internazionale proposta nell'ultimo decennio. In un momento in cui gli Stati Uniti sotto l'amministrazione dell'ex presidente Donald Trump stavano adottando politiche protezionistiche, istigando guerre commerciali e introducendo tariffe, la Cina indicava al mondo una ricetta opposta, incentrata sulla cooperazione e la collaborazione tra i paesi. Questo è il motivo per cui, guardando all'ultimo decennio, l'economia della Cina, attraverso la BRI, è stata il principale motore della crescita economica globale.

Per la cronaca, il paese che più recentemente ha chiesto l’adesione alla Belt and Road è stato l'Honduras il 13 giugno, meno di tre mesi dopo che Cina e Honduras hanno formalmente stabilito relazioni diplomatiche.

In breve, l'iniziativa proposta dalla Cina offre stabilità e migliori prospettive economiche alle nazioni di tutto il mondo, guarda avanti per nuovi accordi e progetti e per superare insieme le sfide.

L'autore è professore associato di studi internazionali presso la China Foreign Affairs University e professore presso il Collegio Lorenzo de Medici-Marist dell'Istituto Internazionale Italiano

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

 

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