L’Occidente corresponsabile del fallito attentato contro Vladimir Putin

L’Occidente corresponsabile del fallito attentato contro Vladimir Putin

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di Giulio Chinappi

Lo sconsiderato sostegno che l’Occidente ha offerto al governo di Kiev è uno dei fattori che ha portato l’Ucraina ad ordire l’attentato contro il presidente russo, fortunatamente con esito fallimentare.

La sera del 3 maggio, le agenzie stampa russe hanno riportato la notizia dell’abbattimento di due droni ucraini nei pressi del Cremlino, probabilmente destinati a sferrare un attacco terroristico contro il presidente russo, Vladimir Putin. Secondo il servizio stampa presidenziale, “il regime di Kiev ha effettuato un tentativo di sferrare un attacco con veicoli aerei senza equipaggio contro la residenza del presidente russo al Cremlino“. La stessa fonte ha affermato che Putin è rimasto illeso e che continuerà il suo lavoro come da programma. “Come risultato delle azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali che utilizzano sistemi di guerra elettronica, i droni sono stati disinnescasti“, ha dichiarato il Cremlino. “La loro caduta e i frammenti sparsi sul territorio del Cremlino non hanno causato vittime o danni materiali“, ha aggiunto il servizio stampa.

A seguito di questo episodio, molte voci critiche si sono levate da parte di importanti esponenti politici russi, che hanno puntato il dito contro Kiev, senza risparmiare critiche ai sostenitori occidentali del governo di Volodymyr Zelens’kyj. “L’attacco al Cremlino, gli attentati ai leader politici, gli atti di sabotaggio alle ferrovie, alle linee di trasmissione dell’elettricità e alle infrastrutture, inclusa l’esplosione del ponte di Crimea e le esplosioni del gasdotto, sono il risultato delle attività terroristiche del regime di Kiev e dei suoi sostenitori“, ha affermato Vladimir Vasil’ev, deputato del partito presidenziale Russa Unita (?????? ??????; Edinaja Rossija). “Oggi il terrorismo ha rialzato la testa e sta prendendo di mira il cuore stesso della Russia. Gli attacchi contro il presidente prendono di mira ognuno di noi. Per contrastarli, sono necessari il massimo del consolidamento, della vigilanza, della cooperazione con le forze dell’ordine e servizi speciali. E la cosa più importante è capire che tutti noi dobbiamo difendere la patria e il presidente“, ha sottolineato.

Anatolij Antonov, ambasciatore russo negli Stati Uniti, ha a sua volta commentato gli avvenimenti del 3 maggio, senza risparmiare frecciate a Washington: “Come reagirebbero gli americani se un drone colpisse la Casa Bianca, il Campidoglio o il Pentagono? La risposta è ovvia per qualsiasi politico così come per il cittadino medio: la punizione sarebbe dura e inevitabile“, ha detto. “La Russia risponderà a questo attacco terroristico insolente e presuntuoso. Risponderemo quando lo riterremo necessario. Risponderemo in conformità con le valutazioni della minaccia che Kiev ha posto alla leadership del nostro Paese“. Secondo l’ambasciatore, è assurdo che gli Stati Uniti continuino a prendere le difese del governo di Zelens’kyj, anche dopo tali accadimenti: “Le tesi secondo cui questo atto di terrorismo sarebbe stato una operazione false flag sono blasfeme e ingannevoli. Cioè, vogliono dire che sarebbe stata la stessa Russia a inscenare una provocazione contro il cuore della nostra statualità?!“.

Antonov ha ricordato agli statunitensi come il presidente Putin sia stato tra i primi ad offrire il proprio sostegno agli USA dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, mentre oggi gli stessi Stati Uniti prendono le difese dei terroristi di Kiev. “Le atrocità del regime di Zelens’kyj e l’indulgenza da parte dell’Occidente testimoniano solo il fatto che i nostri avversari non hanno alcun desiderio di cercare la pace, di salvare migliaia di vite di comuni ucraini. Sicuramente terremo conto di questa circostanza mentre lavoriamo alla nostra strategia per attuare gli scopi e gli obiettivi dell’operazione militare speciale“, ha avvertito l’ambasciatore.

Marija Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha rimpinguato la dose, affermando che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri paesi della NATO hanno la responsabilità generale di tutte le azioni del regime di Kiev, per via dello sconsiderato sostegno incondizionato che continuano ad offrire al governo ucraino, anche quando questo si rende colpevole di atti di terrorismo. “Prima di tutto, i creatori e i gestori del regime di Kiev, che provengono da Washington, Londra e dalla NATO, hanno la responsabilità generale di tutto ciò che esso sta perpetrando“, ha osservato Zacharova. La rappresentante diplomatica ha sottolineato che i Paesi occidentali hanno “eliminato le autorità legittime dell’Ucraina, posto opportunisti e banditi al timone, riempito il Paese di denaro e armi, instillato in loro un senso di assoluta licenza e impunità e fornito loro copertura politica e sostegno militare“.

In senso letterale, siamo pronti a utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione per impedire a chiunque di invadere la sicurezza del Paese, la sicurezza del presidente e della leadership politica“, ha avvertito invece il viceministro degli Esteri, Sergej Rjabkov. Secondo il numero due della diplomazia russa, Washington sta usando i suoi “burattini” a Kiev per inscenare provocazioni sempre più pericolose: “Penso che qualsiasi persona ragionevole in qualsiasi Paese capirà che gli Stati Uniti continuano la loro politica di escalation e usano i loro subordinati a Kiev, i loro burattini, per mettere in scena e compiere atti di provocazione sempre più audaci, sempre più pericolosi“. Rjabkov ha aggiunto che i funzionari statunitensi possono negare qualsiasi responsabilità e coinvolgimento in questo “atto di terrore oltraggioso, scioccante e totalmente senza precedenti, che va oltre ogni limite immaginabile“, ma nessuno gli crederà.

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