Luis Arce a sostegno di Cristina Fernández: "Il lawfare è una forma di neogolpismo e neocolonialismo"

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Il tema del lawfare è tornato prepotentemente d’attualità in America Latina dopo l’assurda condanna comminata alla vicepresidente argentina Cristina Fernandez e il golpe parlamentare ordito in Perù per destituire il presidente Pedro Castillo. 

A tal proposito il presidente della Bolivia - altro paese reduce da un golpe contro Evo Morales - Luis Arce Catacora ha inviato un messaggio di sostegno alla vicepresidente dell'Argentina, Cristina Fernández, vittima di una "feroce persecuzione giudiziaria e mediatica", e ha denunciato il lawfare come parte del neocolonialismo che minaccia la democrazia nella regione.

Nella registrazione, diffusa da Fernández, Arce si rivolge al Gruppo di Puebla, che avrebbe dovuto riunirsi lunedì presso il Centro culturale Kirchner, ma che è stato rinviato a marzo 2023 perché la vicepresidente argentina è risultata positiva al Covid.

Nel messaggio, il presidente ha affermato che la decisione dei giudici del Tribunale Orale Federale 2, Rodrigo Giménez Uriburu, Jorge Gorini e Andrés Basso, di condannare CFK a sei anni di carcere e all'interdizione a vita, dimostra la "strumentalizzazione della giustizia per distruggere i leader e i governi di sinistra in America Latina e nei Caraibi".

Nonostante - ha evidenziato Arce - la "vicepresidente dell'Argentina abbia presentato una serie di testimonianze e prove che dimostrano le falsità e le contraddizioni di un processo, che ha descritto come un plotone di esecuzione", la perfidia ha trionfato e con essa il verdetto di una condanna "a sei anni di carcere e all'interdizione speciale a vita dalle cariche pubbliche".

"Questo è un tentativo di ottenere ciò che i proiettili non hanno potuto: l'annientamento politico di Cristina e anche un duro colpo al peronismo", ha denunciato il capo di Stato boliviano eletto nel novembre 2020 con il 55,11% dei voti.

Sulla base di questi fatti, Arce ha affermato che “la nuova ondata di lawfare (guerra politica con mezzi giudiziari e mediatici) mira non solo a mutilare i diritti politici di un'autorità eletta dal popolo argentino, ma anche i diritti del popolo rispetto all'elezione dei suoi governanti e il diritto di scegliere il corso di un Paese" e a mutilare la democrazia.

Le azioni sono funzionali agli "interessi di piccoli gruppi legati a grandi poteri economici interni ed esterni che non cessano di voler controllarci, sottometterci, metterci a tacere e anche saccheggiarci", che "cercano di ottenere attraverso i colpi di Stato" ciò che non hanno potuto ottenere alle urne.

"Il lawfare è una delle forme di neocolonialismo e rappresenta una seria minaccia per la democrazia nella nostra regione", ha avvertito Arce.

Tuttavia, ha assicurato che la destra non sa che "una guerriera del popolo come Cristina non si arrende mai, non rinuncia ai suoi ideali, alla sua lotta, perché la sua leadership emana dalle viscere del popolo a cui è debitrice, da cui proviene e da cui trae il coraggio, la fermezza e la tenacia per continuare a costruire una nazione e una regione dignitosa e sovrana con giustizia sociale".

"Forza, sorella Cristina, non sei sola, siamo con te, con il popolo argentino e il suo governo, certi che la verità e la giustizia trionferanno”, ha concluso Arce. 

La vicepresidente argentina ha rilanciato il video di Luis Arce affermando che è rivelatore di come funzione “la mafia giudiziaria” in Argentina. 

CFK ha scritto su Twitter: "Proscrizione: il presidente Luis Arce e una lettura molto corretta della realtà. In 2 minuti e 51 secondi spiega senza eufemismi l'obiettivo della mafia giudiziaria nel vostro Paese, la Repubblica Argentina".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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