Ma perché a reti unificate stanno sbandierando la storia del recupero del bambino portato in Siria dalla madre che voleva unirsi all’ISIS?
Ma perché a reti unificate, stanno sbandierando la storia del recupero del bambino portato in Siria dalla madre che voleva unirsi all’ISIS?
Ma perché mai TUTTE le TV ci stanno sbandierando la storia del recupero del bambino, nel 2014 portato in Siria dalla madre che voleva unirsi all’ISIS? Intendiamoci, questa missione di salvataggio (che avrebbe impegnato, oltre ad operatori della Croce Rossa Internazionale, nostri militari e funzionari dei servizi di intelligence) fa onore al nostro Paese.
È comunque grave che nessuna TV si sia degnata di segnalare che questo salvataggio è stato reso possibile dalla piena collaborazione dello Stato siriano (qui il vice ministro degli Esteri ed espatriati, Faisal Al-Miqdad, consegna il bambino al presidente della Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, Francesco Rocca, alla presenza del presidente della Mezzaluna araba siriana Khaled Haboubati).
Paventiamo, comunque, gli imminenti talkshow che con questa storia certamente inneggeranno ad altre imprese alla Indiana Jones e agli ineffabili “corridoi umanitari, (qui strenuamente difesi) gestiti da privati (e talmente affidabili da aver fatto arrivare in Italia pure un tizio che ha subito cercato di sgozzare - “Allah Akbar”- un carabiniere.
Anche perché la salvezza dei bambini in Siria non la si garantisce con questi metodi ma permettendo ai Siriani di riprendersi da una guerra costata 400.000 morti e, soprattutto, da sanzioni che costano, ogni giorno, la vita anche a centinaia di bambini. Sanzioni il cui automatico rinnovo dovrebbe essere messo in forse da un farraginoso e complicatissimo meccanismo votato, ipocritamente, al Senato.
Intanto, in Siria, i bambini continuano a morire. Le mani insanguinate dell’Italia.
Francesco Santoianni