Manifestazioni, divieti e contagi: cosa succede a Trieste?

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Manifestazioni, divieti e contagi: cosa succede a Trieste?

Abbiamo assistito a diverse manifestazioni in questi giorni.
Ci piace ricordare le più visibili e affollate, come quella della CGIL a Piazza San Giovanni, quella di Milano per il DDL Zan, quella che il 30 ottobre ha formato un variopinto corteo con balli e canti da Ostiense fino a Bocca della Verità.

Manifestazioni dove i partecipanti erano tutti ammassati e rigorosamente senza distanziamento e mascherine.

Ma il problema mediatico e politico sembra essere solo Trieste.

"Piazza Unità d'Italia a Trieste sarà vietata fino al 31 dicembre alle manifestazioni di protesta. La decisione è stata comunicata dal sindaco Roberto Di Piazza e dal prefetto Valerio Valenti dopo l'impennata dei contagi nella città giuliana legata ai cortei e ai presidi contro l'obbligo del certificato verde. Chi violerà questo divieto sarà punito con ammende molto importanti" ha affermato perentoriamente il sindaco giuliano.

Ma vi siete chiesti cosa è successo a Trieste?

Innanzitutto il web ci fornisce un quadro abbastanza drammatico della situazione in Friuli dal punto di vista della gestione sanitaria.

Più volte si lamenta la mancanza di medici e strutture, Fedriga accusa la riforma regionale voluta fortemente dalla Serracchiani.

Situazione, già pessima, resa poi insostenibile dall’avvenuta sospensione del personale sanitario che non si è voluto vaccinare, lasciando scoperti pronto soccorso e interi reparti.

Questa la situazione di Trieste in un report di Rainews 24 risalente a tre giorni fa:

"Area covid, zona rossa. C'è questa scritta da oggi al secondo piano della ‘Palazzina infettivi’ dell'ospedale Maggiore di Trieste, dov'è stato allestito un nuovo reparto per malati di media gravità. Disponibilità raddoppiata, ma i nuovi 16 posti letto sono stati riempiti per metà nel giro di poche ore con gli arrivi dall'area di emergenza dei pronto soccorso di Cattinara, Monfalcone e Gorizia. L'allargamento potrebbe tuttavia non essere sufficiente. Ci si attende un incremento dell'afflusso nei prossimi giorni, spiega il primario Roberto Luzzati.

Dei 16 pazienti covid ricoverati al Maggiore, solo uno - una persona molto anziana - è vaccinato. Tutti gli altri 15 no. L'età dei pazienti va perlopiù dai 50 ai 60 anni, spesso con patologie concomitanti come obesità, diabete e ipertensione”. 

E ancora:

"Sul ruolo delle manifestazioni di questi giorni nell'incremento dell'epidemia a Trieste, Luzzati è preoccupato. Il suo appello è molto chiaro e diretto in particolare ai non vaccinati: ‘In condizioni di assembramento, indossate la mascherina!’. Infine un altro appello: prenotarsi subito per la terza dose, la seconda in caso di vaccinazione con Johnson e Johnson. Lo possono fare tutti i fragili e gli ultrasessantenni a sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale".

Quindi, si sta parlando di 16 ricoverati, all'ospedale Maggiore, di cui uno vaccinato, la cui convergenza a Trieste è dovuta anche all'incapacità di Gorizia e altre città di gestire in loco le istanze dei residenti.

I 15 no vax ricoverati sono persone, inoltre, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, affetti da comorbilità con gravi patologie invalidanti, quali diabete, ipertensione, obesità.

E infatti li abbiamo visti sfilare tutti a Trieste i signori di 50-60 anni in precarie condizioni di salute, ballare tutta la notte a piazza Unità d'Italia, colpiti dagli idranti e dai lacrimogeni...

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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