Marò, secondo le perizie balistiche indiane sono stati i soldati italiani a sparare
La vicenda che riguarda i due fucilieri del battaglione San Marco in India, accusati di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala diventa sempre più critica. La perizia balistica, eseguita dalle autorità indiane, sulle armi dei due soldati italiani ha dato esito positivo. I proiettili ritrovati nei cadaveri dei pescatori coinciderebbero con quelli esplosi dai fucili dei militari. Secondo alcuni, c'era da aspettarselo e la volonta delle autorità del Kerala di non volere gli specialisti del Ros dei Carabinieri come partecipanti alle analisi sulle armi, relegati ad un ruolo di semplici osservatori la direbbe lunga sull'attegiamento di Nuova Dehli. C'è poi il dilemma sulla giurisdizione, la Corte del Kerala continua a rimandare la pronuncia sul ricorso, presentato dalla difesa che parla di difetto di giurisdizione.
Anche questo è un chiaro segnale di come la pensi l'India sul caso: giurisdizione propria perchè è stato commesso un crimine ai danni di cittadini indiani e in acque locali. C'è poi l'ambiguità del governo centrale che nei colloqui con le autorità italiane dice di voler mantenere buone relazioni diplomatiche con Roma e di premere per una risoluzione veloce della querelle ma nei fatti tutto è in stallo ed anzi si aggrava la posizione giuridica dei due militari. C'è poi anche la questione della Enrica Lexie, la nave, teatro dell'accaduto. Prima ferma al porto di Kochi, poi una sentenza dei giudici l'avevano autorizzata a partire poi una nuova decisione che l'aveva bloccata, poi una nuova controsentenza che la lascerebbe tornare in mare aperto ma previa cauzione. Infine c'è Staffan De Mistura, l'energico Vice Ministro degli Esteri che continua la sua incessante azione diplomatica e chiede che le perizie balisitiche siano eseguite da carabinieri