Perché la 'sinistra antagonista' italiana è indifferente verso i Gilet Jaunes?

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Perché la 'sinistra antagonista' italiana è indifferente verso i Gilet Jaunes?



di Francesco Santoianni
 

Finalmente! I Gilet Jaunes invitati alla manifestazione dei NoTav a Torino. Una decisione che, ci si augura, dissolva l’indifferenza, quasi l’ostracismo, che finora la “sinistra antagonista” italiana ha esternato a questo movimento. Si, ma perché questo atteggiamento? Forse per il titanico impegno dei nostrani media mainstream nel dipingere come irrecuperabili fascisti i Gilet Jaunes?


Intendiamoci. Che Marine Le Pen e gruppi fascisti abbiano cercato di condizionare questo proteiforme movimento, nato dalle proteste di padroncini è innegabile. E, proprio per questo, è ancora più ammirevole l’operazione di Jean-Luc Mélenchon che – a differenza di quello successo da noi con i “Forconi” - invece di tirarsi indietro per paura di “sporcarsi le mani”, ha subito appoggiato le proteste dei Gilets Jaunes, impegnando tutti gli esponenti e attivisti di La France Insoumise.


Questo coraggioso impegno ha dato i suoi frutti, come si evince dall’appoggio popolare di cui oggi gode questo movimento e, soprattutto dall’elenco delle sue rivendicazioni, esposte, giorni fa a deputati e media. Certo, si può essere d’accordo o meno sui punti riguardanti l’immigrazione ma è davvero difficile per qualsiasi compagno trovare punti di disaccordo con tutte le altre rivendicazioni. E allora? Perché, in Italia, nessuna forza di sinistra è scesa finora in piazza a fianco delle rivendicazioni dei Gilets Jaunes? Veramente, ci sarebbe già una eccezione, come il presidio indetto davanti al consolato francese di Napoli, per lunedì 10 dicembre. Ma una rondine non fa primavera. Torniamo ad occuparci del perché di questa (speriamo passata) indifferenza.


Le analisi si sprecano, ma due meritano particolare attenzione.


La prima (esposta da un noto reazionario) è che questo movimento non attecchirebbe in quanto gli Italiani si sentirebbero ancora pienamente rappresentati dai nostrani “gilet gialli” e cioè il Movimento Cinque Stelle e la Lega, al Governo. Da qui la diffidenza della “sinistra antagonista” L’altra (esposta da un esponente dei Centri sociali francesi) l’addebita al sostanziale conservatorismo che permea oggi la “sinistra antagonista”, incapace di uscire dai suoi orizzonti ideologici.


In attesa di altre analisi sarebbe il caso di prepararsi psicologicamente alla verosimile contromossa di Salvini per la sua manifestazione a Roma dell’8 dicembre. Osannare (se la concomitante manifestazione di Parigi non si trasforma in un massacro) il movimento dei Gilet Jaunes quale punta di diamante del suo presunto sovranismo e populismo. Ovviamente, questo ridarebbe fiato a tutta quella canea politically- correct che infesta il movimento antagonista nel nostro Paese. La quale, si direbbe, non si rende conto che un gilet giallo si trova in ogni portabagagli.

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