PIIGS – LA VERA STORIA DELLA TUA STORIA

PIIGS – LA VERA STORIA DELLA TUA STORIA

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di Federico Greco


Nel 2017 noi – Adriano, Mirko e Federico – tre filmmaker italiani, sfidammo il pensiero economico dominante sull’unione europea e l'eurozona e realizzammo un documentario che si rivelò, poi, di grande successo siadi critica che di pubblico. Oggi PIIGS torna a essere di drammatica e stringente attualità. Permette infatti di capire in maniera semplice e suggestiva cosa dovremo aspettarci dal tracollo economico che seguirà alla pandemia, svelando i retroscena dell’economia italiana degli ultimi trenta anni e i motivi per i quali l’Unione europea non si sta dimostrando così solidale come (quasi) tutti ci saremmo aspettati.




 
Perché Balzac o poeti come Baudelaire, hanno capito l’economia meglio di quei premi nobel che scrivono i libri di testo economici? Perché uno dovrebbe andare al cinema e a teatro quando questi libri di testo sono già narrativa? - Michael Hudson, Rimini 2012
 
Questo è quello che ci chiediamo anche noi, che sull'economia abbiamo fatto un film. Ed è vero: spesso la lettura dei testi di alcuni economisti, da JM Keynes a Federico Caffè, da von Hayek a Milton Friedman, è appassionante come un thriller di Lansdale, uno sci-fi di Bradbury. O un horror di Matheson.
Forse la risposta è in filigrana in quello che affermava William Black, sempre nel 2012 e sempre durante il summit di Rimini:
 
Gli economisti mainstream sono terribili sopratutto in una cosa. In economia. Ma ogni tanto vanno oltre l'economia e diventano pessimi nell'etica. E sono i principali oppositori e pericoli della democrazia in Europa, in particolare, ma anche in America.
 
Oggi, in tempo di pandemia, la realtà si è preoccupata di far cadere il velo di Maya e di dare ragione a entrambi. Ma molti di noi, che economisti non sono eppure si sono formati anche su testi di economia, cosa ci fosse oltre il velo lo sapevamo già, e lo denunciavamo, da tempo.

PIIGS infatti è il risultato di dieci anni di studio e ricerche, e di quel summit.

Febbraio 2012. Un pugno di giovani appassionati di economia (tra cui me) organizzò, insieme al co-fondatore di Report Paolo Barnard, un convegno nel palazzetto dello sport di Rimini. Duemila persone, per tre giorni, ascoltarono le teorie macroeconomiche di cinque ospiti internazionali. Il summit e i suoi ospiti furono derisi dalla stampa e ignorati dalla politica e dall’opinione pubblica. Ma da quel momento in poi decine di migliaia di persone in tutta Italia iniziarono a studiare, incontrarsi e divulgare quelle teorie: la MMT (Modern Money Theory). Col tempo hanno dato vita a decine di associazioni in tutta Italia e a conoscere (o approfondire) Abba Lerner, JM Keynes, James Galbraith, Federico Caffè, Hyman Minsky.

È da questo 'acquario' che è nato PIIGS.

Da allora la MMT è stata studiata a fondo un po' ovunque, è stata proposta dalla Ocasio Cortez e applicata negli USA, ed è ormai diffusa in tutto il mondo. Qualche giorno fa, Stephanie Kelton[1] ha scritto: Guardate cosa sta accadendo adesso e imparate. Quando saremo usciti fuori da questa crisi – e ne usciremo – dovremo avere una nuova, più robusta consapevolezza delle possibilità di spesa e di emissione di moneta da parte dello Stato. Ne avremo bisogno.[2]
 
Kelton, anche lei presente al summit, e una delle protagoniste del nostro film, si riferisce al fatto che la lezione che dovremmo trarre dall'immissione nell'economia privata di duemila miliardi da parte della FED dovrebbe insegnarci una volta per tutte che "la realtà è che nell'economia c'è quasi sempre spazio per un'espansione della spesa governativa (o per il taglio delle tasse) senza che ci sia per forza bisogno di una compensazione". Quello che sta dicendo è che se sei una nazione con una propria Banca Centrale e dunque con una moneta sovrana non sei costretto a trovare ogni volta degli strumenti 'di compensazione' (cioè modi per far quadrare il bilancio) per far fronte a crisi economiche, come invece sta accadendo tragicamente in queste settimane nell'eurozona. Cos'altro sono le trattative all'eurogruppo, alla Commissione e al Consiglio europei sul MES, sugli eurobond o sui coronabond se non la misura del fallimento dell'architettura finanziaria dell'Ue, che è costretta a mettere sul tavolo, sempre, delle 'compensazioni' da decidere all'unanimità a fronte di emissione di moneta (che si tratti di tassi di interesse tendenti a zero per l'acquisto di titoli sul mercato primario, o su quello secondario, o che si tratti di 'condizionalità' – vedi MoU – in cambio di prestiti dal MES)?
 
Come dicevamo, il velo di Maya è calato come un sipario e adesso tutti possono vedere la deforme nudità dei guitti che si agitano sulle tavole del palcoscenico. Al punto che, il 23 marzo di quest'anno, Peter Bofinger, professore della Würzburg University ed ex membro del consiglio degli esperti economici del governo tedesco ha potuto affermare: “La crisi del Coronavirus: adesso è il momento della Modern Money Theory.” Bofinger ritiene che la MMT offra la giustificazione per una risposta monetaria illimitata a quella che pare essere la più grande sfida economica globale dopo la seconda guerra mondiale. Questo, quando per decenni ci hanno detto che i soldi sono finiti. Quando il modo perfetto per definire le politiche economiche dell'eurozona è sempre stato: economia della scarsità.




Anche il Financial Times ha scritto, a proposito delle misure adottate da Trump: “La Federal Reserve stamperà come Buzz Lightyear: verso l’infinito e oltre”.

Lo stesso Mario Draghi si è espresso ribaltando per la prima volta tutti i dogmi fin qui seguiti e adottati nell’Ue: “È l'appropriato ruolo dello stato quello di dispiegare il suo bilancio per proteggere i cittadini e l'economia". Esattamente il contrario di ciò per cui si è sempre battuto in qualità di ex membro della Goldman Sachs e di presidente della BCE. Esattamente ciò che invece diceva il professor Caffè, col quale Draghi, prima di tradirlo, si è laureato a Roma con una tesi contro l'euro.
 
Il nostro film si intitola PIIGS perché tra le altre cose vuole smascherare l'atteggiamento di disprezzo con il quale i paesi del nord Europa trattano i paesi mediterranei: in particolare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Fu l'Economist, infatti, nei primi anni 2000 a coniare questo acronimo[3]. Anche questa maschera è crollata. Nout Wellink, ex governatore della Banca Centrale olandese - DNB ha affermato il 30 marzo: "Non saremo più un nord ricco se il sud fallirà".[4].

In ogni caso, PIIGS, che vi invitiamo a recuperare (o a rivedere), non è il primo né sarà l'ultimo 'testo' divulgativo sulla macroeconomia, ma riteniamo che la sua natura cinematografica – e dunque narrativa – lo ponga tra i più efficaci e suggestivi. Si colloca sulla traccia delle intenzioni dell'intera opera di Federico Caffè per come le descrive nell'introduzione del suo libro In difesa del "welfare state", uscito nel 1986, pochi mesi prima della sua misteriosa scomparsa. In particolare, ispirandosi a questa sua affermazione: "L'insistere su una politica economica che (...) consideri irrinunciabili gli obiettivi di egualitarismo e di assistenza che si riassumono abitualmente nell'espressione dello Stato garante del benessere sociale; che affidi all'intervento pubblico una funzione fondamentale nella condotta economica; può dare l'impressione di qualcosa di datato e di una inclinazione al ripetitivo e al predicatorio, tollerabile per sopportazione più che per convincimento.

Tuttavia, non è improbabile che questi   'punti fermi' di una concezione economico-globale progressista, anche se oggi sembrino essere eco sbiadita di un pensiero attardato, si ripresentino – in realtà si stanno già ripredentando – sotto aspetti diversi: come critica a un profitto considerato avulso da preoccupazioni di indole sociale; (...) come rifiuto di un individualismo spinto a tal punto da perdere ogni contatto con un'economia 'al servizio dell'uomo'."
 
Se tutto procederà normalmente, a giugno PIIGS diventerà un libro per i tipi di Gingko edizioni.
 

PER VEDERE IL FILM: 

Versione italiana su raiplay

Versione italiana vod e dvd

versione spagnola, francese, inglese

versione spagnola su filmin 
 
 
 

 
[1] Ex collaboratrice del premio Nobel Joseph Stiglitz, ex direttrice del Dipartimento di Economia all’Università del Missouri – Kansas City, Director of Graduate Student Research e Research Associate presso il Center for Full Employment and Price Stability nella stessa università, e Research Associate presso il Levy Economics Institute of Bard College di New York. Dal 2015 al 2016 è stata economista capo della minoranza Democratica presso la commissione bilancio del Senato statunitense. Un ruolo che ha abbandonato nel 2016 quando è diventata consulente economico della campagna presidenziale di Bernie Sanders. Ruolo che svolge tuttora per le elezioni 2020, insieme all'insegnamento presso la Stony Brook University. È considerata una delle voci più importanti degli USA nell'influenzare il dibattito politico economico.
[2] https://heisenbergreport.com/2020/03/25/stephanie-kelton-this-is-the-lesson-of-the-2-trillion-virus-stimulus-bill/
[3]L'acronimo dispregiativo fu coniato nella sua forma originale PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) nel 1990: https://archive.org/details/gov.gpo.fdsys.CHRG-112shrg72398/mode/2up.
[4]https://nltimes.nl/2020/03/30/dutch-criticized-fmr-central-bank-chief-supporting-coronabonds.

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