Pino Cabras - "Scanzi– Reggaeton di un leccapiedi"

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Pino Cabras - "Scanzi– Reggaeton di un leccapiedi"

 
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di Pino Cabras*
 
 
Andrea Scanzi, ossia l’Emilio Fede del XXI secolo, si autodefinisce nella sua pagina Facebook nientemeno che come «la rockstar del giornalismo italiano». Ora, del suo rapporto con il giornalismo, credo di aver parlato a sufficienza anni fa (rileggete il pezzo che inquadra l’ometto: https://www.facebook.com/PinoCabrasAlternativa/posts/765322257348868), ma oggi è il momento di valutare la sua pretesa di essere rockstar.
 
Non è infatti il rock ma il reggaeton la vera chiave per capire il nuovo Emilio Fede. Lo avete presente no, il reggaeton? Sempre le stesse sequenze e cadenze consunte, un ritmo lagnoso sopra il quale ci devi mettere sempre le medesime parole, senza sgarrare: bailando, corazón, me gusta, chica, noche e pochi altri lemmi. Se il vocabolario supera le dieci parole finisci a Guantánamo (dove le peggiori torture sono proprio le canzoni reggaeton e la lettura dei suoi post con la sua voce: dopo pochi minuti i poveri detenuti confessano anche le peggiori stragi).
 
Scanzi, che è nato ad Arezzo, come Pietro Aretino, unicamente perché da qualche parte un tizio deve pur nascere, usa lo stesso criterio del Reggaeton, solo in chiave squadristica: scrive da un anno e mezzo in qua sempre lo stesso articolo. Parole chiave: Novax, colpa dei novax, complottari, ex M5S, morti da dileggiare. Il tutto sorretto da una verga di boria che dal calcagno gli arriva sino al mesto pigmento dei capelli. Ormai è un Severgnini con le borchie e con la tinta, ma ci dà lezioni di stile, cultura e intelligenza.
 
Ebbene, ieri il Fede 2.0 ha voluto scrivere il suo ennesimo reggaeton, stavolta contro di me. Ho faticato a leggerlo, perché se non ci fossero state due mie vaghe note biografiche (che ha tratto distrattamente da Wikipedia, come fanno i giornalisti più mediocri), la sua sparata era indistinguibile dalla monocorde serie di pillole d’odio provinciale che regala in mezzo a insulti di ogni tipo a chiunque osi fare quel che stanno facendo le forze democratiche di tutta Europa: semplicemente, opposizione.
 
Non contento, sempre ieri a Otto e Mezzo ha attribuito ad Alternativa l’intenzione di vendersi a Berlusconi al prezzo di una comparsata a “Uomini e Donne”. Ho subito preso dallo scaffale un libro di Freud alla voce “proiezione” per scoprire che il buon vecchio Sigmund aveva già inquadrato Scanzi un secolo fa. Uno che fa il leccapiedi di Draghi, leccherà presto altri piedi.
 
D’altronde non è un campione di coerenza, il poveretto. Gli avevano fatto male i diversi mesi di astinenza dai siparietti televisivi dopo che era stato colto con le mani nella marmellata perché aveva spacciato una funzione di badante che non aveva per farsi fare il vaccino prima di quando avrebbe avuto diritto; è passato dal machismo da tastiera ("Il Covid è solo un raffreddore", sempre con la stessa faccia da protomartire morto di fama) all'isteria ipocondriaca di chi, pur di salvare la sua pelle, prenderebbe il posto di un bambino su una scialuppa di salvataggio. Poi per la vergogna è sparito per un po' dalla tv. Ma ora è impaziente di consolidare il suo trionfo ‘mediocratico’.
 
Prima Scanzi ci spiegava come fuoriuscire dalla paura della pandemia, oggi ci spiega come fuoriuscire dalla pandemia. Domani ci spieghi come fuoriuscire di casa senza incontrarlo, perché non vogliamo morire di noia.
 
 
*Post Facebook del 12 gennaio 2021
 
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