Rapporto tra Italia e il mondo Brics: forte ma deve crescere

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Rapporto tra Italia e il mondo Brics: forte ma deve crescere

di Andrea Puccio

L’associazione tra paesi denominata BRICS di cui fanno parte Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa diventa ogni giorno che passa sempre più attrattiva e molte nazioni chiedono di farne parte. Sono oltre venticinque i paesi che hanno fatto richiesta di adesione, l’ultimo in senso temporale è l’Etiopia.

Pavel Kynyazev, il rappresentante russo nei BRICS ha recentemente affermato che “I Paesi occidentali stanno cercando di mantenere le loro posizioni neocoloniali. Allo stesso tempo, vediamo un crescente interesse da parte di altri Stati – soprattutto del Sud globale – per l’associazione BRICS”.
“In tutto il mondo vediamo un interesse per il processo di dedollarizzazione e una crescente tendenza al commercio in valute nazionali tra i Paesi asiatici. Questa tendenza si sta rafforzando anche nei BRICS”, ha continuato.

Riguardo al desiderio di altri paesi di aderire all’associazione BRICS l’ambasciatore ha affermato che “Alcuni rappresentanti del Sud globale hanno espresso il desiderio di aderire ai BRICS. Ciò suggerisce che la proposta di espansione è stata molto tempestiva”, sottolineando poi che questo argomento farà parte del vertice che si terrà in Sud Africa dal 22 al 24 agosto.
Il nostro paese ha importanti rapporti commerciali con i paesi del BRICS sia come esportatore di merci che come importatore.


L’Istituto Italia BRICS ha recentemente pubblicato un rapporto che evidenzia i commerci tra il nostro paese e questa associazione. Di seguito il rapporto.


Brasile
.
L’Italia è il settimo fornitore brasiliano con una quota del 2% del mercato. L’interscambio commerciale tra i due Paesi è stato di 10,71 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente.
Esportiamo soprattutto macchinari e apparecchiature, mezzi di trasporto, prodotti chimici, prodotti in metallo, prodotti farmaceutici e botanici e apparecchi elettrici.

In Brasile operano circa 1.400 imprese italiane nei settori alimentare, tessile, nautico e edilizio, con 130.000 dipendenti e un fatturato di 35 miliardi di euro.


Russia
.
Nonostante le sanzioni a cui aderiamo da anni e che danneggiano gli interessi italiani, il rapporto tra i due Paesi resta di alto livello.
Nel 2022 l’Italia è stata il settimo fornitore della Federazione e il quinto mercato di destinazione dell’export russo con quote, rispettivamente, del 3,3% e del 4,8%. L’interscambio commerciale è stato di 33 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 25,4% rispetto all’anno precedente. Gli ultimi dati disponibili, riferiti al confronto tra il primo trimestre 2023 e lo stesso periodo del 2022, indicano purtroppo un calo del 69,7% nel commercio bilaterale.
Con l’aumento dei settori sanzionati, esportiamo principalmente macchinari, abbigliamento, mobili e calzature.
660 imprese italiane operano tuttora in Russia nei settori agroalimentare, energetico, automobilistico e telecomunicazioni, con 39.200 addetti e un fatturato di 8,8 miliardi di euro.


India
.
I rapporti tra Italia e India sono stati a lungo “congelati” come effetto della vicenda dei marò Girone e Latorre.
Negli ultimi anni l’interscambio ha ripreso a crescere e nel 2022 è aumentato del 42% rispetto all’anno precedente. Il 2022 si è chiuso con 14,9 miliardi di euro di import-export.
L’Italia è il venticinquesimo fornitore indiano con una quota di mercato dello 0,9%.

Esportiamo macchinari, prodotti chimici, manufatti in metallo, mezzi di trasporto, articoli in gomma e plastica, apparecchi elettrici.
In India operano 700 imprese italiane che impiegano 48.714 addetti con un fatturato di 5 miliardi di euro. Operano nei settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio, della meccanica e dei servizi alle imprese.


Cina
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La Repubblica Popolare Cinese è un gigante economico, politico e militare. La sua quota di mercato nell’export mondiale 2022 è stata del 14,70% e si prevede un aumento al 16,10% nel 2024.
La Cina è il quarto mercato di destinazione dell’export italiano (5,3%) e il secondo fornitore dell’Italia (7,9%).

L’interscambio commerciale è in crescita costante a partire dal 2017, ed è passato da 42 miliardi a 74 miliardi di euro.
Esportiamo macchinari, tessile, abbigliamento e pelle, prodotti chimici, mezzi di trasporto, manifatturiero vario. Importiamo soprattutto computer, apparecchi elettronici e ottici.

In Cina operano 1.469 imprese italiane con 148.486 addetti e un fatturato di 25,5 miliardi di euro. Operano nei settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio, industria meccanica e tessile e dei servizi alle imprese.

 

Sud Africa.
L’Italia è l’undicesimo fornitore con una quota del 2,2% del mercato sudafricano. L’interscambio commerciale tra i due Paesi è stato di 5,04 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 23% rispetto all’anno precedente.

Esportiamo soprattutto gioielleria, pietre preziose lavorate, prodotti dalla raffinazione del petrolio e macchine varie. Rilevanti sono le importazioni di antracite, metalli di base e prodotti siderurgici, pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati.
In Sudafrica operano 267 imprese italiane nei settori del commercio, energia elettrica, gas, acqua e rifiuti con 12.095 addetti e un fatturato di 1,85 miliardi di euro.


Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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