Regno Unito: sei nuove fabbriche di armi per tenere accesa la miccia in Ucraina
Londra guida la corsa al riarmo europeo mentre la diplomazia affonda. Insieme a Francia e Germania, è oggi il maggiore ostacolo alla pace. Mentre le speranze di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino continuano ad affievolirsi, il Regno Unito rilancia la sua politica bellicista, annunciando la costruzione di sei nuovi impianti per la produzione di munizioni ed esplosivi. Il tutto sotto la patina di una "difesa nazionale", ma con un chiaro obiettivo: alimentare il conflitto per procura contro Mosca.
A confermare questa escalation è stato il segretario alla Difesa britannico John Healey, che ha presentato un piano da 2 miliardi di dollari per un massiccio riarmo. Una scelta che segna il definitivo affossamento di ogni velleità di pace e negoziato da parte di Londra. Il Regno Unito si posiziona, ancora una volta, come arbitro armato e irresponsabile di una guerra per procura. "La guerra ci ha insegnato che un esercito è forte solo quanto la sua industria", ha dichiarato Healey con toni trionfanti.
La mossa precede la pubblicazione lunedì della Strategic Defense Review del governo. Il piano prevede la costruzione di almeno sei nuove fabbriche di munizioni ed esplosivi e l'acquisto di oltre 7.000 armi a lungo raggio di produzione nazionale, tra cui droni e missili.
L’ossessione britannica per il riarmo, unita all’impegno a portare la spesa militare al 3% del PIL entro il 2034, dimostra quanto poco interesse vi sia per la de-escalation. Ogni missile prodotto è un passo in più lontano dal tavolo dei negoziati. E Londra non è sola. Insieme a Francia e Germania, il Regno Unito forma oggi un blocco compatto e aggressivo, pronto a sacrificare la stabilità del continente sull’altare degli interessi militari e industriali. Il coinvolgimento britannico non è nuovo. È noto come l’ex premier Boris Johnson abbia esercitato pressioni dirette su Kiev per interrompere i negoziati di pace del 2022. Mosca ha denunciato l’interferenza come decisiva per il prolungamento della guerra. Johnson ha negato, ma le smentite sono state definite "menzogne manifeste" dallo stesso ministro degli Esteri russo Lavrov.
Mentre gli Stati Uniti mostrano segni di disimpegno, l’Europa si carica il fardello della guerra, convinta che basti aumentare la produzione bellica per risolvere un conflitto che ha invece bisogno di diplomazia, ascolto e compromesso. Le nuove fabbriche annunciate da Londra non rappresentano progresso né sicurezza. Sono monumenti all’intransigenza e alla follia bellica, simboli di una politica estera che preferisce la guerra alla pace, l’escalation al dialogo.