Sedi perquisite e i principali dirigenti di Perù Libre indagati. Golpe in Perù?
Si fa sempre più tesa la situazione in Perù con uno scenario tendente al golpe blando, come denunciato dall’ex ministro degli Esteri Bejar, un esperto dirigente marxista, costretto ad abbandonare l’incarico conferitogli dal presidente Castillo per alcune sue dichiarazioni rispetto al ruolo delle forze armate peruviane nel passato, in quella che possiamo definire una sorta di strategia della tensione volte a colpire i movimenti di sinistra negli anni ’60-’70.
Intanto si muove anche la magistratura. Cercando in questo caso di colpire il partito che sostiene Castillo, Perù Libre, nella persona del suo leader Vladimir Cerron.
L'ufficio del procuratore e gli agenti della divisione antiriciclaggio della polizia nazionale hanno effettuato perquisizioni nella casa del presidente del Perù Libre, Vladimir Cerrón, situata nell'urbanizzazione di La Rivera, a Huancayo, e negli uffici del partito della matita a Jirón Breña, nel centro della città.
Sono stati sequestrati numerosi documenti nell'abitazione dell'ex governatore di Junín. Nella sua risoluzione, il giudice Juan Carlos Sánchez Balbuena ha ordinato la perquisizione, la perquisizione domiciliare e il sequestro dei beni in sette proprietà collegate a Vladimir Cerrón.
Il magistrato ha adottato tale provvedimento accogliendo la richiesta che il pm Richard Rojas ha avanzato dinanzi al suo ufficio nell'ambito di un’indagine preliminare che sta conducendo per presunto riciclaggio di denaro per determinare l'origine del denaro che ha finanziato la campagna elettorale di Peru Libre. Di recente, il pm Rojas ha incluso in questa indagine preliminare il presidente del Consiglio dei ministri, Guido Bellido, Vladimir Cerrón e il partito politico Peru Libre, in veste di “persona giuridica”.
Il fondatore di Peru Libre, Vladimir Cerrón, ha denunciato una "persecuzione politica" dietro questa indagine per presunto riciclaggio di denaro nella campagna presidenziale.
“Dal Perù Profundo, denuncio la persecuzione politica contro il partito e i suoi dirigenti, che ha portato alla perquisizione della nostra sede e della mia casa. Apprezzo la solidarietà del popolo peruviano e invito all'unità contro coloro che controllano i poteri dello Stato per i loro scopi", ha affermato tramite il suo account Twitter.
L’ombra del lawfare per estromettere dal potere il partito della sinistra peruviana che a sorpresa è riuscito ad eleggere il nuovo presidente, si allunga su Lima.
Attraverso un comunicato, il partito politico al potere ha allontanato ogni ipotesi di finanziamento illecito, nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge Peru Libre e Vladimir Cerrón per riciclaggio di denaro. Allo contempo, ha descritto come una misura “sproporzionata e irrazionale” la perquisizione ordinata dal Potere Giudiziario nei confronti di sette proprietà legate al gruppo, tra cui il domicilio dell'ex governatore regionale di Junín.
D’altronde non sembra un caso che l’azione giudiziaria si sia svolta proprio all’indomani del voto di fiducia ottenuto dal governo presieduto da Guido Bellido, anch'egli coinvolto nelle indagini preliminari.
“Il sistema giudiziario peruviano aveva l'intenzione di fare irruzione e arrestare i leader del partito due giorni prima del secondo turno. Non sorprende che queste azioni contro Peru Libre avvengano in date vicine a eventi politici importanti per il Paese”, denuncia Perù Libre.