Slai Cobas: “Stellantis si prepara, con i soldi di lavoratori e cittadini, alla morte assistita delle fabbriche italiane”
Stellantis, e il suo amministratore delegato Carlos Tavares, nei giorni scorsi, apprendendo più che bene la lezione della Famiglia Agnelli, ha avvertito il governo italiano che gli stabilimenti automobilistici di Mirafiori, Torino, e Pomigliano d’Arco, corrono rischi di chiusura se il governo non si appresta ad intervenire con incentivi per le vetture elettriche.
Un ritornello che si ripete da decenni, insomma.
Non potevano mancare le reazioni, di comodo dei sindacati confederali di categoria, Fim, Fiom, Uilm e dei sindacati di base come lo Slai Cobas che da decenni denunciano una farsa che si sussegue da anni a Pomigliano. Ovvero, piani industriali miliardari di rilancio sbandierati e prontamente disattesi, come il famoso “Piano Marchionne”, una scure sui pochi diritti rimasti ai lavoratori che fu l’apripista del Jobs Act del governo guidato da Matteo Renzi, allora nel Partito democratico.
Questa mattina lo Slai Cobas ha effettuato un volantinaggio davanti ai cancelli di Stellantis a Pomigliano.
Le tute blu del sindacato di base hanno denunciato che Fiat, FCA ed oggi Stellantis hanno attuato “40 anni di farsa industriale ed occupazionale in danno dei lavoratori con gravi complicità sindacali ed istituzionali,” che come unico risultato hanno prodotto “decine di miliardi di finanziamento pubblico, centinaia di milioni di ore di cassa integrazione (pagate all’80% dall’INPS), 147.000 posti di lavoro in meno con chiusura di fabbriche, tagli occupazionali e licenziamenti (addetti Fiat nel 1979: 135.000, addetti Gruppo Alfa Romeo nel 1979: 34.000,addetti Stellantis oggi: 22.000).
“Altro che rilancio – hanno denunciato dallo Slai Cobas – Stellantis ed i suoi sodali preparano la ‘morte assistita’, pagata dallo Stato, dai lavoratori e dai contribuenti, delle residue fabbriche italiane e dell’intera componentistica allegata.”
Un danno enorme, basti pensare che per un solo lavoratore dello Stabilimento Stellantis di Pomigliano, così come in altre parti d’Italia, ce ne sono 4 nell’indotto. Il calcolo è facile, se si perdono 4500 maestranze attualmente a Pomigliano, i posti di lavoro a rischio sono 18.000.
Il sindacato di base, nel suo documento, ha ricordato come aveva già fatto la Fiat, “Stellantis si appresta a bissare fino alle estreme conseguenze le reali strategie aziendali consistenti nella consapevole scelta di disattendere, sempre, tutti i solenni e formali impegni contratti in adempimento delle obbligatorie “garanzie sociali” (e di tenuta industriale ed occupazionale), ciò nonostante la specifica e collegata fruizione strutturale di ingenti finanziamenti pubblici, cui non è mai seguito alcun ritorno alla collettività del corrispettivo economico investito dallo Stato in termini di utilità, valori e fini sociali.”
“Il tutto – hanno precisato - in consapevole e strutturale violazione degli obblighi di legge e Costituzionali in materia di finanziamenti pubblici e del conseguente ed ingentissimo danno erariale.”
Infine, Lo Slai Cobas ritiene che, per evitare questa tragedia occupazionale e di altri fondi pubblici sprecati, “basterebbero sindacati, partiti ed istituzioni disponibili a tutelare i lavoratori ed i cittadini. Ma di ciò non vi è traccia in Italia! Altro che l’attuale chiacchiericcio elettorale di destra di centro e di cosiddetta sinistra!”
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