Sociologia delle masse contro la politica degli idioti: chi vince? (Il testo di Medvedev tradotto in italiano)

Sociologia delle masse contro la politica degli idioti: chi vince? (Il testo di Medvedev tradotto in italiano)

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DMITRIJ MEDVEDEV supera ogni aspettativa, senza più peli sulla lingua parla in modo aperto, non lesinando parole forti. Il suo post su Telegram come un fulmine squarcia il lugubre manto di menzogne e i politici italiani, sentitisi direttamente coinvolti, hanno immediatamente reagito, esibendosi in commenti fortemente negativi. Volevate continuare a fare del male alla Russia e starvene tranquilli e impuniti?? Le fate la guerra con armi e sanzioni, il male da voi causato non colpisce solo il popolo russo, ma anche il vostro proprio popolo. Sono gli italiani a pagare più dei russi le conseguenze della vostra follia. I giornali già preparano mentalmente il popolo a risolversi i problemi che avrà quest’inverno. In Russia luce, gas, legna e acqua – a volontà e a buon prezzo, ma in Europa è già emergenza. La causa non è Putin, ma dell’ottusa politica Ue-Usa-Nato e di chi l’ha sostenuta. Quindi almeno beccatevi le considerazioni di Medvedev che vi meritate appieno. Siete troppo abituati al fatto che la Russia ha sempre porto l’altra guancia e incassato i vostri esecrabili colpi in silenzio. Ora comincia a rispondervi per le rime. L’Occidente le ha organizzato i terroristi in Cecenia, ha tentato di orchestrarle il colpo di Stato per cambiare il governo, ha dichiarato apertamente di volerla vedere stramazzare al suolo, fatta a pezzi con le sanzioni, sanzioni che inoltre perseguono il disegno malvagio di provocare il malcontento presso il popolo russo, sperando così che esso spazzerà via da solo il presidente Putin. Voi, politicanti europei, ne avete fatte di tutti i colori, fino a provocare la guerra nel centro dell’Europa e perfino gioire nel vedere come le vostre armi uccidono i russi.

A chi serve l’impero della menzogna, sentire la verità fa male. E allora si impazzisce dalla paura di perdere la poltrona e i vantaggi personali. Per questo il testo della lettera di Medvedev non è stato pubblicato sui giornali e media italiani. Censura a tutto tondo.

 

Il testo del messaggio di Dmitrij Medvedev da me tradotto:

 

Sociologia delle masse contro la politica degli idioti: chi vince? 18 agosto 2022

I governi degli stati europei, in particolare i baltici impoveriti, i polacchi rabbiosi e i finlandesi che scappano nella NATO, fanno a gara per parlare con più rabbia del loro desiderio di interrompere tutte le relazioni con la Russia.

Letteralmente: disprezziamo i russi e non vogliamo lasciarli andare da nessuna parte. Quindi annulliamo i visti. Dimentichiamo i libri. Non vogliamo più vedere i quadri. Non vogliamo più ascoltare la musica. Gas e petrolio: non li prenderemo più. Anche se no... quest'ultima cosa è più difficile da realizzare, soprattutto in attesa del freddo inverno. Ma per ora, tutti i politici europei stanno cercando di rimanere in sintonia: nessun legame con i russi. D'ora in poi e per sempre!

Ma i cittadini comuni, a giudicare dai risultati dei sondaggi, non hanno perso il buon senso. Più della metà degli abitanti dei paesi dell'UE non desidera affatto interrompere i contatti con la Russia. Vogliono rapporti normali a tutti gli effetti, come era prima. I normali contatti personali, le risorse energetiche russe nelle caldaie, il nostro mercato per i loro prodotti, un commercio fiorente, i nostri turisti nei loro musei e caffè.

Certo i cervelli glieli hanno ben riempiti di merda. Ma c'è un limite alla pressione delle feci nel tubo del water della loro propaganda. Dopo di che, la coscienza pubblica comincia a soffocare nei miasmi delle ciniche bugie che fluiscono nel flusso fetido sulle teste degli europei oramai stanchi. Quando, come secondo Orwell, il freddo nei termosifoni è il calore della solidarietà europea, e l'aumento dei prezzi nei negozi di alimentari è il prezzo minimo da pagare per conservare la democrazia europea, che può morire per asfissia tra le braccia dell’”Orso russo”.

Dai tre quarti al 90 per cento dei cittadini dell'Unione Europea non vuole assolutamente prendere parte alle azioni belliche dalla parte del regime di Kiev. Anche se, a giudicare dall'indagine sociologica, i deficienti politici europei non lo escludono. E sempre secondo i sondaggi, più della metà non sono pronti a sostenere le sanzioni, e in alcuni stati anche i due terzi dei loro abitanti non approvano le sanzioni, tanto più quando un governo le fa sostenere esclusivamente a spese personali dei cittadini.

Inoltre, tutto questo delirio - dal risparmio alla cremazione dei corpi, fino al lavaggio della carta igienica – serve per punire la lontana "oscura Russia", che non ha danneggiato nessuno dei cittadini dell'UE con la sua operazione in Ucraina. E l'uomo comune, infine, comincia a pensare: perché dovrebbe pagare per i peccati degli altri?

Noi naturalmente, vogliamo una cooperazione pacifica, il commercio, gli scambi e tutte le altre cose normali. Non ci chiudiamo a nessuno, sosteniamo qualsiasi proposta sensata.

In verità, a nostra volta, vorremmo vedere che i cittadini dell’Europa non solo esprimano una tranquilla insoddisfazione per le azioni dei loro governi, ma che dicano anche qualcosa di più comprensibile. Ad esempio, che li chiamino a rispondere, punendoli per la loro evidente stupidità. Soprattutto se il "pagamento per la democrazia europea" è il freddo negli appartamenti e il frigorifero vuoto, questa "democrazia" è per i pazzi. Proprio per questo quattro gabinetti dei ministri in Europa in breve tempo si sono già dimessi. E’ ciò che si meritano. E questo chiaramente non è la fine. I voti degli elettori sono una potente leva di influenza anche sui politicanti più amorali.

Quindi agite, vicini europei! Non tacete.

Chiamate i vostri deficienti a rendere conto! E noi vi udiremo. Il vantaggio è evidente: l’inverno in compagnia della Russia è molto più caldo e confortevole che in un altezzoso isolamento con i fornelli del gas spenti e i termosifoni freddi.

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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