“Sono un figlio del mais e della rivoluzione sandinista”. Intervista esclusiva al deputato Filiberto Rodríguez

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“Sono un figlio del mais e della rivoluzione sandinista”. Intervista esclusiva al deputato Filiberto Rodríguez

Durante un recente viaggio in Nicaragua, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il deputato sandinista Filiberto Jacinto Rodríguez López, che ringraziamo per il suo tempo e la sua gentilezza.

Può riassumere le tappe principali della sua carriera politica? Da quanto tempo fa parte del Fronte Sandinista di liberazione Nazionale e cosa significa questo per lei oggi?

Innanzitutto grazie per condividere molti dei valori in cui noi rivoluzionari siamo stati formati. Mi considero un figlio della rivoluzione, un figlio del mais. Tutto quello che sono e quello che ho lo devo alla Rivoluzione. Mi sono unito al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (F.S.L.N) nel giugno del 1979, un mese prima della vittoria definitiva, quando un gruppo di ragazzi, uomini e donne, arrivò per liberare la mia città, Larreynaga, una località a circa 45 km a nord della città di Lion. 

Allora avevo 19 anni, e da allora fino ad oggi ho partecipato a molti compiti legati alla ricostruzione e alla creazione di un nuovo Stato. Ho vissuto la Rivoluzione in fiore, ho fatto parte di quella gloriosa gioventù degli anni '80 che ha partecipato al taglio del caffè e del cotone. Ho partecipato alla Grande Crociata Nazionale di Alfabetizzazione perché il comandante Carlos Fonseca Amador ha detto: “e insegna loro anche a leggere”.

Il popolo del Nicaragua cominciava a liberarsi dal giogo dello sfruttamento di oltre 45 anni di dittatura militare assassina e corrotta, impersonata dalla famiglia Somoza, sostenuta dall'imperialismo yankee.

A quel tempo il paese contava più del 60% di analfabetismo, che con la Crociata si ridusse al 12%: il primo grande compito della Rivoluzione, riconosciuto dall'Unesco.

A quel tempo ho potuto comprendere, da giovane qual ero, il significato della Rivoluzione. Quella prima tappa è costata 50mila vite umane. Per raggiungere il trionfo di questa Rivoluzione, tanti giovani sono stati uccisi perché volevano esprimersi ed essere liberi.

Nel 1980 iniziò l'alfabetizzazione, per costruire poi una polizia popolare, un esercito popolare: istituzioni fondamentali per garantire l’ordine interno e la sovranità nazionale. Fu attuata la Riforma Agraria, furono date le terre ai contadini, si formarono cooperative di operai e contadini come sognava il Generale degli Uomini e delle Donne Liberi Augusto Cesar Sandino. È stato istituito il Ministero della Cultura, un luogo in cui i giovani potevano ritrovarsi in allegria. Furono incoraggiate e promosse tutte le espressioni artistiche.

In quel periodo entrai anche a far parte del neonato Ministero della Cultura. Sono stato membro fondatore del Collettivo Teatrale e facevo parte di un collettivo chiamato Teyocoyani, che in lingua Nahual significa “L'inizio delle cose” e così, via via, sono nati altri gruppi artistici. Con Teyocoyani mi sono diplomato come Attore Istruttore di questo gruppo. Facevamo ricerca sul campo e abbiamo trasformato il teatro in uno strumento di dibattito e comunicazione. Accoglievamo e analizzavamo i comportamenti e le critiche delle persone per il cambiamento. Abbiamo promosso una proposta estetica per il teatro in Nicaragua. Abbiamo partecipato alle prime mobilitazioni combattive perché nel 1980 si preparava la controrivoluzione dall’Honduras e dal Costa Rica, che stava uccidendo i primi insegnanti di alfabetizzazione: ragazzi e ragazze che portavano il pane della conoscenza ai contadini, e che contribuivano all’incontro di due mondi di apprendimento, la campagna e la città, dove un fratello insegnava all'altro il sapere, contadini insegnavano a medici e insegnanti, e viceversa.

Quale crimine avevamo commesso? Nessuno, compagna, solo il desiderio di avere una patria libera e sovrana e di costruire il paese che i nostri eroi sognavano. Onore e gloria ai nostri eroi e martiri. Poi è arrivata una guerra di maggiore aggressione in tutti i campi: ci hanno bloccato economicamente e hanno fatto esplodere tutto ciò che la Rivoluzione aveva costruito: scuole, ponti, macchine edili. Hanno assassinato i nostri leader e ci hanno fatto la guerra per10 anni.

I giovani vennero organizzati secondo una legge per adempiere al servizio militare patriottico. I più anziani nei Battaglioni di Riserva e i più giovani nei Battaglioni di Lotta Irregolare (BLI): una guerra terribile, organizzata e finanziata dall'imperialismo nordamericano e dagli assassini e criminali yankees.

Furono anni in cui si lottava per una patria libera o si moriva grazie all'eroismo dei giovani e delle persone organizzate che combatterono fino all’ultimo. Questo costò altre 50mila vite di giovani gloriosi e preziosi. Il Nicaragua ha presentato una denuncia internazionale davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia, che ha condannato gli Stati Uniti a risarcire 17 miliardi di dollari per i danni causati alla nostra economia. Gli Stati Uniti non hanno ancora voluto rispettare la sentenza e continuiamo a chiederne l’osservanza.

Ho vissuto tutto questo, ho partecipato a diverse attività, soprattutto nelle Brigate Culturali in zone di guerra, ho studiato al liceo il sabato in un Istituto creato per operai e contadini che non avevano né tempo né possibilità di studiare. Ho fatto cinema e televisione come attore in Nicaragua e, quando ero già deputato supplente, nel 2002, ho studiato giurisprudenza e da allora sono in Parlamento.

 Come analizza la realtà del Paese dal suo osservatorio parlamentare?

Il Nicaragua oggi è un Paese libero, sovrano, indipendente, autonomo. Rispettiamo le leggi e il diritto internazionale. Rispettiamo gli altri paesi, non interferiamo nei loro affari interni. Pratichiamo la solidarietà tra i popoli e favoriamo rapporti di amicizia e cooperazione.

Nel nostro Paese vige la democrazia diretta a vocazione cristiana, socialista e solidale.

Il ritorno del comandante Daniel Ortega al governo, nel 2007, accompagnato in quest'ultima tappa dalla compagna Rosario Murillo come vicepresidenta, ha significato il ritorno al potere del popolo. Il comandante Daniel si è dichiarato “Presidente del Popolo” ed è il popolo che governa, che lavora, che produce ricchezza. Ciò significa gestire bene le risorse e restituire alle persone i diritti che avevano perso con precedenti governi sottomessi, corrotti e arrendevoli: l’assistenza sanitaria gratuita, l’istruzione gratuita, la costruzione di un maggior numero di scuole e di maggior qualità, di università libere e gratuite, di centri sanitari di eccellenza. Abbiamo costruito oltre 20 ospedali, strade, reti elettriche, più e migliori scuole, libere università; più e migliori centri sanitari; più di 20 nuovi ospedali, strade, elettrificazione; case materne, case di cura per le madri dei nostri eroi e martiri, asili, centri di educazione prescolare. Stiamo costruendo un'autostrada costiera in tutto il Pacifico del nostro Paese e rafforzando le istituzioni e la sicurezza dei cittadini. Siamo il Paese più sicuro della regione. Combattiamo il commercio della droga e la criminalità organizzata, è stato creato un sistema di protezione per impedire la proliferazione della droga all’interno del Paese ed è stato ripristinato il diritto all’uguaglianza di genere. Secondo gli yankee questo non può essere permesso perché il Nicaragua è un cattivo esempio per gli altri paesi su come si possa crescere economicamente e come sia pericoloso cambiare la prospettiva, per questo il governo nordamericano ritiene che i sandinisti debbano essere rimossi dal potere.

Poi hanno organizzato un tentativo di colpo di stato, le forze più retrograde e recalcitranti del paese si sono incontrate e da un giorno all'altro è successo ciò su cui stavano lavorando segretamente secondo uno schema già applicato in altri paesi come il Venezuela. Hanno tentato di rovesciare il nostro governo, cosa che non potevano fare negli anni 80 perché allora difendevamo la Rivoluzione con le armi in mano. Hanno bloccato le strade, hanno bruciato le università. Hanno distrutto istituti tecnici e seminato il terrore assassinando agenti di polizia, torturando e uccidendo i nostri leader politici solo perché erano sandinisti rivoluzionari e perché stavamo crescendo economicamente. Abbiamo avuto più di 250 morti fra militanti, leader e agenti di polizia, e centinaia di feriti e mutilati.

Hanno rotto la pace e la tranquillità nel nostro Paese. A ciò hanno partecipato aziende private, grandi capitali, settori ortodossi della Chiesa cattolica e la maggior parte delle organizzazioni non governative, che erano lo strumento di iniezione economica che ha distrutto la nostra economia, ma il comandante Daniel e la compagna Rosario hanno detto: ora basta, andiamo ad organizzare il paese e imporre l’ordine interno.

Lei ha ricevuto molti attacchi da parte della destra. Quali leggi importanti ha promosso e sostenuto e cosa hanno prodotto?

Non mi sono preoccupato degli attacchi personali. La cosa più importante è ciò che stiamo facendo per il bene del Paese. In questo contesto, la prima cosa che ha fatto il Governo è stata dichiarare un'amnistia, che avrebbe garantito ancora una volta la stabilità del Paese, questo costituiva di per sé un principio, un gesto di buon governo e ha detto “resteremo tutti qui”. Ma la legge di amnistia aveva come slogan l’impegno di “non ripetizione”. E le miserie umane, credendo che fosse un gioco, hanno cominciato a fare lobby in tutto il mondo chiedendo sanzioni per il nostro Paese, con l’approvazione e l’appoggio degli yankees, da sempre impegnati a distruggere la nostra Rivoluzione. Ciò ha fatto sì che si cominciasse ad applicare la giustizia e così abbiamo creato nuove leggi e riformato quelle esistenti.

Abbiamo creato una legge che garantisse una cultura del dialogo, della riconciliazione, del lavoro e della pace. È stata creata una Commissione per la Verità che ha indagato su come si sono verificati i fatti e ha preparato un rapporto sugli stessi davanti all'Assemblea Nazionale. Abbiamo creato una legge per aiutare le vittime del tentativo di colpo di stato a risolvere le conseguenze psicologiche e altre necessità fondamentali per potersi reintegrare nella vita sociale.

È stata creata la Legge 1055, la Legge per la difesa dei diritti dei popoli all'indipendenza, alla sovranità e all'autodeterminazione per la pace. Sono state create la legge per la regolamentazione degli agenti stranieri e una legge che regola la presenza delle ONG nel paese. La regolamentazione di queste ONG oggi chiamate NPO (Organizzazioni Non-Profit) è forse la più controversa perché abbiamo dovuto cancellare molte Personalità Giuridiche che mancavano di verificabilità, non erano aggiornate nei loro rapporti finanziari con il Ministero degli Interni, perché violavano gli obiettivi dichiarati negli statuti e la maggioranza non sapeva spiegare di quante risorse disponesse e da dove provenissero. Ciò ha significato combattere i parassiti che vivevano delle briciole che venivano loro donate e che ricevevano risorse usate per causare danni al Paese. Di fronte a questi eventi, abbiamo iniziato ad applicare la giustizia mediante alcune riforme.

E ora?

Ne siamo usciti più forti con un nuovo quadro giuridico nel paese, mediante il quale si applica giustizia ai traditori della patria e a coloro che vogliono ingraziarsi gli yankee. Molti hanno lasciato il paese e sono ricercati, criminali che si trovano per lo più in Costa Rica, altri sono stati processati e condannati e poi inviati nel paese delle "meraviglie" (gli USA) dove stanno realizzando il loro “sogno americano”, e da dove hanno creato piattaforme virtuali per denigrare, calunniare, mentire e parlare male del comandante Daniel, della compagna Rosario e degli altri dirigenti sandinisti e agiscono contro i progressi del paese.

Manteniamo il nostro grido: “Non hanno potuto, né potranno”. Stiamo ricostruendo il nostro Paese. Siamo un popolo laborioso e dignitoso. Vogliamo vivere in pace e tranquillità. Il nostro comandante Daniel è stato un eterno combattente per la pace e la sovranità, resistendo alle sanzioni e agli abusi degli yankees.

Vi invitiamo a venire nel nostro Paese affinché possiate conoscere la verità. Vogliamo che veniate in un Paese che non chiede, ma che mantiene le porte aperte in modo che si possa apprezzare la nostra sicurezza giuridica e le opportunità di investimento. Lasciamo che gli imprenditori vengano e investano per produrre ricchezza e creare posti di lavoro. Grazie a Dio, siamo buoni pagatori per i nostri creditori e per questo riceviamo prestiti, che ci aiutano a trasformare il nostro Paese.

All’Onu, dapprima la maggioranza dei paesi ha condannato il criminale blocco contro Cuba, poi 128 paesi hanno votato contro l’applicazione di misure coercitive unilaterali ai paesi membri dell’organismo. Come si difende il Nicaragua sandinista da questa pratica illegale, imposta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati?

Nelle ultime elezioni dell’ONU del 3 novembre, 187 paesi hanno votato contro il blocco contro Cuba e solo 2 paesi continuano a votare a favore di questo metodo criminale di sottomissione a questo popolo fratello: gli Stati Uniti e Israele, che impongono i loro criteri dovuti alle loro armi. Ricordiamo che le Nazioni Unite funzionano in base al denaro apportato dai suoi membri e sono gli Stati Uniti che contribuiscono maggiormente dal punto di vista economico, il che rende inutile la solidarietà degli altri popoli del mondo se non esercitano la propria sovranità. Personalmente penso che le Nazioni Unite siano inutili perché gli Stati Uniti non si attengono alle risoluzioni di questa organizzazione, così come non si attengono alla Risoluzione della Corte Internazionale di Giustizia per risarcirci della distruzione causataci dalla guerra degli anni 80.

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni immorali, sia al nostro Paese che ai nostri principali dirigenti. Nonostante ricatti e imposizioni, continuiamo il nostro cammino, “inginocchiandoci solo davanti a Dio”, come dice il comandante Daniel: costruendo il Paese che tutti noi bravi figli del Nicaragua sogniamo, creando alleanze e consensi. E non ci resta altro che invitare tutte le nazioni a lottare, per essere libere, sovrane e indipendenti, rompendo la sottomissione all'invasore yankee che è stato già sconfitto in Nicaragua dal nostro Generale degli Uomini Liberi, Augusto Cesar Sandino. Solo in questo modo costruiremo un mondo forte e multipolare in modo da poter combattere tutti insieme e porre fine alle colonie. In Nicaragua il nostro slogan continuerà ad essere: Patria libera, o morire.

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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