Tunisia, le elezioni parlamentari con affluenza al 9% una sconfitta per il presidente Saied

1426
Tunisia, le elezioni parlamentari con affluenza al 9% una sconfitta per il presidente Saied


In Tunisia il popolo, sabato 17 dicembre è stato chiamato al voto per eleggere la nuova composizione parlamentare: l’ultima era stata sciolta lo scorso marzo, ma i lavori erano già stati sospesi nel luglio 2021.

In quell'occasione il presidente Kais Saied, di fatto aveva avocato a sé i pieni poteri, facendo leva sui timori di un “pericolo imminente” per il paese.

Il 25 luglio poi, in occasione del referendum, una percentuale superiore al 90 per cento dei votanti si era espresso per il “Sì” alla riforma costituzionale proposta e fortemente voluta, appunto, proprio da Saied.

La nuova Costituzione faceva virare la repubblica in senso fortemente presidenzialista, incrementando poteri e competenze del “presidente” e limitando tra l'altro i poteri della magistratura.

Tuttavia forti ombre si levavano su quel risultato solo in apparenza plebiscitario: era andato a votare in un referendum che non prevedeva il quorum, solo il 27 per cento degli elettori, praticamente poco più di un elettore su quattro.

Ritornando alle elezioni  parlamentari dello scorso sabato, il dato uscito fuori dalle urne non può che apparire come una sonora bocciatura per il presidente tunisino: solo il 9% degli aventi diritto si è recato alle urne per votare.

Proprio in merito a  tali elezioni, le opposizioni avevano già annunciato da tempo che avrebbero boicottato il voto. Le loro reazioni dunque non si sono fatte attendere.

A fronte di quanto accaduto, Abir Moussi del Partito Destouriano Libero, scendendo in piazza subito dopo l'annuncio dell'affluenza, ha invitato Kaïs Saïed a dimettersi di fronte a questo "fiasco elettorale" invocando elezioni presidenziali anticipate. Moussi ha anche chiesto di congelare i lavori della Commissione elettorale (Isie) in attesa della creazione di un nuovo organo elettorale che possa garantire la trasparenza del processo elettorale.

Ahmed Nejib Chebbi, portavoce del Fronte di Salvezza Nazionale, coalizione di cinque partiti, tra cui Ennhadha, e cinque associazioni, ha chiamato invece il popolo tunisino, le organizzazioni e la società civile a tutta una serie di proteste.

Forti le critiche mosse anche dal Partito dei Lavoratori che già nei giorni precedenti aveva denunciato l'assenza di qualsiasi garanzia per elezioni “libere, pluraliste e trasparenti”, ritenendo che la legge elettorale fosse incostituzionale e che riducesse notevolmente il ruolo dei partiti nel parlamento e nella società.

L'unica forza a difendere il processo elettorale voluto da Saied è stato il movimento “Harak del 25 luglio”, che aveva di contro parlato nei giorni scorsi di una “campagna di denigrazione del processo elettorale” finalizzata a influenzare gli elettori.

A conti fatti, quello del 17 dicembre è senza dubbio il tasso di astensione più alto di tutte le elezioni che si sono svolte negli ultimi anni.

Diversi i fattori che spiegano il disinteresse crescente dei tunisini per la politica: dalla disaffezione per il malgoverno e la corruzione, alla rassegnazione passiva di fronte a un'economia che va progressivamente a rotoli, fino ad aspetti insiti nello stesso procedimento elettorale come il voto uninominale che introduce una nuova cultura del voto popolare e non di lista.

Questo nuovo sistema di voto non ha ancora trovato la sua strada ed è stato fonte di grande riluttanza da parte degli elettori che non hanno interesse a votare candidati che non conoscono.

Il fatto che in più circoscrizioni vi siano singoli candidati dichiarati vincitori ancor prima che si siano svolte le elezioni, ha contribuito a dissuadere migliaia di elettori dall'andare ai seggi elettorali, poiché non esiste più l'incertezza sui risultati.

La cosa certa è che con questo tasso di astensione senza precedenti, i tunisini sembrano certificare il loro divorzio dalla classe politica qualunque sia il suo colore o la sua tendenza.

Infatti in realtà quello che è successo alle urne è accaduto anche sul versante opposto delle manifestazioni.

Francesco Fustaneo

Francesco Fustaneo

Laureato in Scienze Economiche e Finanziarie presso l'Università degli Studi di Palermo.
Giornalista pubblicista dal 2014, ha scritto su diverse testate giornalistiche e riviste tra cui l'AntiDiplomatico, Contropiano, Marx21, Quotidiano online del Giornale di Sicilia. 
Si interessa di geopolitica, politica italiana, economia e mondo sindacale

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Lo (strano) tandem Biden-Trump di Giuseppe Masala Lo (strano) tandem Biden-Trump

Lo (strano) tandem Biden-Trump

Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi   Una finestra aperta Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi

Volkswagen, BMW e Cina: il 2025 inizia con importanti accordi

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali di Paolo Desogus Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali

Cecilia Sala, Abedini e le formiche internazionali

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga di Francesco Santoianni L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

L'agenzia di stampa finanziata dall'UE e le "previsioni" di Baba Vanga

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Forze del disordine morale di Giuseppe Giannini Forze del disordine morale

Forze del disordine morale

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

710 GIORNI DI CROLLO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE SPIEGATI FACILE di Gilberto Trombetta 710 GIORNI DI CROLLO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE SPIEGATI FACILE

710 GIORNI DI CROLLO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE SPIEGATI FACILE

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Perché ha vinto Trump di Michele Blanco Perché ha vinto Trump

Perché ha vinto Trump

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti