Tutto quel mondo che dice no alle sanzioni alla Russia

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Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg ha dichiarato che l'Unione Europea (UE) sta sviluppando un quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia a causa della sua operazione speciale per proteggere il Donbass e per la smilitarizzazione dell’Ucraina. 

Il diplomatico ha evidenziato che sono già state introdotte sanzioni anti-russe che ha definito "potenti". Secondo il ministro, il 4 marzo si terrà un incontro speciale dei ministri degli Esteri dell'Ue con il segretario di Stato USA Anthony Blinken per discutere le nuove misure.

In particolare, le sanzioni colpiranno i grandi uomini d'affari russi, ha affermato Shallenberg.

“Il prossimo obiettivo principale saranno, per così dire, i vertici, gli oligarchi. Stiamo lavorando, ci sono già nuove liste”, ha informato.

Il giorno prima, il vice primo ministro canadese Chrystia Freeland aveva affermato che le autorità canadesi stanno preparando un nuovo elenco di misure restrittive nei confronti degli uomini d'affari della Federazione Russa e delle società russe con sede in Canada.

Sempre il 1° marzo, i rappresentanti permanenti dei paesi dell'UE hanno concordato di disconnettere sette banche russe dal sistema di pagamento interbancario SWIFT. Questi includevano VTB, Rossiya, Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e VEB.RF.

Il 28 febbraio il Tesoro degli Stati Uniti ha vietato le transazioni con la Banca Centrale della Federazione Russa, il Ministero delle Finanze e il National Welfare Fund.

Sullo sfondo delle sanzioni occidentali, la Banca di Russia ha annunciato ulteriori misure a sostegno degli istituti di credito . Il 28 febbraio, l'autorità di regolamentazione ha aumentato il tasso chiave al 20%, rilevando che questa decisione aiuterà a mantenere la stabilità finanziaria e dei prezzi , proteggerà i risparmi dei cittadini dal deprezzamento e compenserà anche l'aumento dei rischi di svalutazione e inflazione.

Intanto i media con la loro propaganda di guerra cercano di far apparire la Russia come isolata sullo scenario internazionale, una sorta di Stato pària non accettato dalla maggioranza dei governi di tutto il mondo. 

La realtà non è affatto così. Allontanandoci dalla tossica propaganda occidentale vediamo infatti che diversi grandi paesi che rappresentano oltre la metà della popolazione mondiale non impongono sanzioni alla Russia e non hanno alcuna intenzione di seguire i guerrafondai occidentali su questo terreno. 

Hanno deciso di non imporre sanzioni a Mosca i paesi che insieme alla Russia compongono il gruppo BRICS (Brasile, India, Cina, Sudafrica). Ossia, il 41% della popolazione mondiale.

I paesi dell’'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (OTSC) Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan, Armenia e Kirghizistan. 

Al pari di Azerbaigian, Moldavia e sorprendentemente la Georgia.

Diversi sono anche i governi in America Latina come Messico, Argentina, Venezuela, Guatemala, Colombia, Cuba, Nicaragua, Cile e Perù, che hanno deciso di non seguire sul terreno delle sanzioni il blocco occidentale. 

Tutti i paesi ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) meno Singapore. 

In Medio Oriente la Siria, Egitto, Turchia, Iran, Iraq e due alleati di ferro degli USA come Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Con loro il Pakistan, il cui presidente Imran Khan si è recato nei giorni scorsi a Mosca per incontrare Putin e siglare diversi accordi tra i due paesi sfidando le pressioni internazionali.

Abbiamo anche Serbia e Bosnia-Erzegovina. Addirittura l’Ungheria membro dell’Unione Europea. 

Oltre la propaganda bellica occidentale ci sono vita e buon senso. In Italia invece abbiamo un ministro degli Esteri inadeguato, che non pago della figuraccia già rimediata con la Russia si permette di offendere un capo di Stato come Putin con parole indegne. 

Urge per il popolo italiano archiviare questo sciagurato governo guidato da un banchiere che ha l’unico obiettivo di realizzare la definitiva svendita del nostro paese, e composto da mezze figure inadeguate come Luigi Di Maio. 

La strada del buon senso è quella già percorsa dalla maggioranza dei popoli del mondo: dialogo e non sanzioni. Per questo bisogna rompere la gabbia europea per liberarci dalla dittatura europea di Bruxelles. Poi uscire dalla NATO e rimettere il nostro paese al centro del Mediterraneo in posizione neutrale e di pace. 

L’Italia può e deve tornare ad essere un ponte tra Oriente ed Occidente. Non uno strumento in mano a guerrafondai irresponsabili. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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