Una nuova mappa geopolitica si sta delineando - La fine della Siria (e della “Palestina” per ora)

3456
Una nuova mappa geopolitica si sta delineando - La fine della Siria (e della “Palestina” per ora)

di Alastair Crooke - Strategic Culture

La Siria è entrata nell'abisso: i demoni di al-Qa'eda, dell'ISIS e degli elementi più intransigenti dei Fratelli Musulmani volteggiano nei cieli. C'è caos, saccheggi, paura e una terribile passione per la vendetta fa scorrere il sangue. Si moltiplicano le esecuzioni per strada.

Forse Hayat Tahrir Al-Sham (HTS) e il suo leader, Al-Joulani, (seguendo le istruzioni della Turchia), pensavano di controllare le cose. Ma HTS è un'etichetta ombrello come Al-Qa'eda, ISIS e An-Nusra, e le sue fazioni hanno già intrapreso combatitmenti interni. Lo “Stato” siriano si è dissolto nel cuore della notte; la polizia e l'esercito sono andati a casa, lasciando i depositi di armi aperti per il saccheggio degli Shebab. Le porte delle prigioni sono state spalancate (o forzate). Alcuni, senza dubbio, erano prigionieri politici, ma molti non lo erano. Alcuni dei detenuti più feroci ora vagano per le strade.

Gli israeliani, in pochi giorni, hanno completamente sventrato l'infrastruttura di difesa dello Stato con più di 450 attacchi aerei: difese aeree missilistiche, elicotteri e aerei dell'aviazione siriana, la marina e le armerie - tutti distrutti nella “più grande operazione aerea della storia di Israele”.

La Siria non esiste più come entità geopolitica. A est, le forze curde (con il supporto militare degli Stati Uniti) stanno sequestrando le risorse petrolifere e agricole dell'ex Stato. Le forze di Erdogan e i suoi proxy sono impegnati nel tentativo di annientare completamente l'enclave curda (sebbene gli Stati Uniti abbiano ora mediato una sorta di cessate il fuoco). E a sud-ovest, i carri armati israeliani hanno preso il Golan e oltre, fino a 20 km da Damasco. Nel 2015 la rivista Economist ha scritto: "Oro nero sotto il Golan: i geologi in Israele pensano di aver trovato petrolio, in un territorio molto insidioso". I petrolieri israeliani e statunitensi credono di aver scoperto una miniera d'oro in questo sito molto impervio.

E un grande ostacolo, la Siria, alle ambizioni energetiche dell'Occidente si è appena dissipato.

Il bilanciatore politico strategico per Israele che era la Siria dal 1948, è scomparso. E il precedente "allentamento delle tensioni" tra la sfera sunnita e l'Iran è stato interrotto dal rude intervento dei rebrand dell'ISIS e dal revanscismo ottomano che lavora con Israele, tramite intermediari statunitensi (e britannici). I turchi non si sono mai veramente riconciliati con il trattato del 1923 che concluse la prima guerra mondiale, con cui cedettero quella che oggi è la Siria settentrionale al nuovo Stato della Siria.

In pochi giorni, la Siria è stata smembrata, spartita e balcanizzata. Allora perché Israele e la Turchia continuano a bombardare? I bombardamenti sono iniziati nel momento in cui Bashar Al-Assad se n'è andato - perché la Turchia e Israele temono che i conquistatori di oggi possano rivelarsi effimeri, e che presto possano essere a loro volta spodestati. Non è necessario possedere una cosa per controllarla. In quanto potenti Stati della regione, Israele e Turchia vorranno esercitare il controllo non solo sulle risorse, ma anche sul vitale crocevia e passaggio regionale che era la Siria.

Inevitabilmente, però, è probabile che la “Grande Israele”, a un certo punto, si scontri con il revanscismo ottomano di Erdogan. Allo stesso modo, il fronte saudita-egiziano-UE non vedrà di buon occhio la rinascita di nuovi marchi dell'ISIS, né la Fratellanza Musulmana di ispirazione turca e ottomanizzata. Quest'ultima rappresenta una minaccia immediata per la Giordania, ora confinante con la nuova entità rivoluzionaria.

Tali preoccupazioni potrebbero spingere questi Stati del Golfo ad avvicinarsi all'Iran. Il Qatar, in quanto fornitore di armi e finanziamenti al cartello HTS, potrebbe essere nuovamente ostracizzato dagli altri leader del Golfo.

La nuova mappa geopolitica pone molti interrogativi diretti su Iran, Russia, Cina e BRICS. La Russia ha giocato una mano complessa in Medio Oriente: da un lato, portando avanti un'escalation di guerra difensiva contro le potenze della NATO e gestendo interessi energetici chiave; dall'altro, cercando di moderare le operazioni di resistenza verso Israele per evitare che le relazioni con gli Stati Uniti si deteriorino del tutto. Mosca spera - senza grande convinzione - che in futuro possa nascere un dialogo con il prossimo Presidente degli Stati Uniti.

Mosca probabilmente trarrà la conclusione che gli "accordi" di cessate il fuoco come l'accordo di Astana sul contenimento jihadista entro i confini della zona autonoma di Idlib in Siria non valgono la carta su cui sono stati scritti. La Turchia, un garante di Astana, ha pugnalato Mosca alle spalle. Probabilmente renderà la leadership russa più intransigente nei confronti dell'Ucraina e di qualsiasi discorso occidentale sui cessate il fuoco.

Il leader supremo dell'Iran ha parlato l'11 dicembre: "Non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che quanto è accaduto in Siria sia stato pianificato nelle sale di comando degli Stati Uniti e di Israele. Abbiamo le prove. Anche uno dei paesi confinanti con la Siria ha avuto un ruolo, ma i pianificatori principali sono gli Stati Uniti e il regime sionista". In questo contesto, l'ayatollah Khamenei ha stroncato le speculazioni su un eventuale indebolimento della volontà di resistere.

La vittoria per procura della Turchia in Siria potrebbe comunque rivelarsi una vittoria di Pirro. Il ministro degli Esteri di Erdogan, Hakan Fidan, ha mentito alla Russia, agli Stati del Golfo e all'Iran sulla natura di ciò che si stava preparando in Siria. Ma il pasticcio ora è di Erdogan. Quelli che ha tradito prima o poi chiederanno conto.

A quanto pare, l'Iran tornerà alla sua precedente posizione di riunire i vari fili della resistenza regionale per combattere la reincarnazione di Al-Qaeda. Non volterà le spalle alla Cina, né al progetto BRICS. L'Iraq - ricordando le atrocità dell'ISIS nella sua guerra civile - si unirà all'Iran, così come lo Yemen. L'Iran sarà consapevole che i nodi rimanenti dell'ex esercito siriano potrebbero, a un certo punto, entrare nella lotta contro il cartello HTS. Maher Al-Assad ha portato con sé l'intera divisione corazzata in esilio in Iraq la notte della partenza di Bashar Al-Assad.

La Cina non sarà soddisfatta degli eventi in Siria. Gli uiguri hanno avuto un ruolo di primo piano nella rivolta siriana (si stima che ci fossero 30.000 uiguri a Idlib, addestrati dalla Turchia che vede gli uiguri come componente originaria della nazione turca). Anche la Cina probabilmente vedrà il rovesciamento della Siria come una minaccia occidentale alle proprie linee di sicurezza energetica che passano attraverso Iran, Arabia Saudita e Iraq.

Infine, gli interessi occidentali hanno combattuto per secoli per le risorse mediorientali e, in ultima analisi, questo è ciò che sta alla base della guerra odierna.

Ci si chiede se Trump sia o meno a favore della guerra, dal momento che ha già segnalato che il dominio energetico sarà una strategia chiave per la sua amministrazione.

Ebbene, i Paesi occidentali sono indebitati, il loro margine di manovra fiscale si sta riducendo rapidamente e i detentori di obbligazioni cominciano a rivoltarsi. C'è una corsa a trovare un nuovo collaterale per le valute fiat. Una volta era l'oro; dagli anni Settanta era il petrolio, ma il petrodollaro ha vacillato. Gli anglo-americani vorrebbero avere di nuovo il petrolio iraniano - come hanno fatto fino agli anni '70 - per garantire e costruire un nuovo sistema monetario legato al valore reale delle materie prime.

Ma Trump dice di voler "porre fine alle guerre" e non iniziarle. La ridefinizione della mappa geopolitica rende più o meno probabile un'intesa globale tra est e ovest?

Nonostante tutti i discorsi sui possibili "accordi" di Trump con Iran e Russia, è probabile che sia troppo presto per dire se si concretizzeranno o potranno concretizzarsi.

Apparentemente, Trump deve prima assicurarsi l'"accordo" interno, prima di sapere se ha la possibilità di accordi di politica estera.

Sembra che le strutture di governo (in particolare l'elemento "Never-Trump" al Senato) consentiranno a Trump una notevole autonomia sulle nomine chiave per i dipartimenti e le agenzie nazionali che gestiscono gli affari politici ed economici degli Stati Uniti (che è la preoccupazione principale di Trump) e consentiranno anche una certa discrezionalità su, diciamo, i dipartimenti di "guerra" che hanno preso di mira Trump negli ultimi anni, come l'FBI e il Dipartimento di Giustizia.

Il presunto "accordo" sembra essere che le sue nomine dovranno comunque essere sottoposte alla conferma del Senato e dovranno essere ampiamente "dalla parte" della politica estera inter-agenzia (in particolare su Israele).

Tuttavia, i grandi dell'Inter-agenzia insistono a quanto si dice sul loro veto sulle nomine che riguardano le strutture più profonde della politica estera. E qui sta il nocciolo della questione.

Gli israeliani in generale festeggiano le loro “vittorie”. Questa euforia peserà alle élite economiche statunitensi? Hizbullah è contenuto, la Siria è smilitarizzata e l'Iran non è al confine con Israele. La minaccia per Israele oggi è qualitativamente inferiore. È questo, di per sé, sufficiente a consentire l'allentamento delle tensioni o a far emergere alcune intese più ampie? Molto dipenderà dalla situazione politica di Netanyahu. Se il premier dovesse uscire relativamente indenne dal processo penale, avrebbe bisogno di fare la grande “scommessa” di un'azione militare contro l'Iran, con una mappa geopolitica così improvvisamente trasformata?

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina di Giuseppe Masala I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

I 6 punti del (finto) piano di pace di Trump per l'Ucraina

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti” di Geraldina Colotti Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani di Michele Blanco A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani

A chi dà fastidio il rispetto del diritto e dei diritti umani

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti