Venezuela. “La terra a chi la lavora. Il governo dalla parte dei contadini”. Intervista alla deputata Tania Diaz

Venezuela. “La terra a chi la lavora. Il governo dalla parte dei contadini”. Intervista alla deputata Tania Diaz

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“Per costruire una pista di gokart, il sindaco e alcuni imprenditori hanno gettato per strada 13 famiglie di contadini, distrutto il loro lavoro e sradicato 18 alberi che avevano 300 anni, commettendo un ecocidio”. La deputata Tania Diaz, rettora dell’Università internazionale della comunicazione (Lauicom) e vicepresidente della Commissione Agitazione Propaganda e Comunicazione del Psuv, appena rieletta, riassume così l’azione compiuta da un sindaco di opposizione, Raziel Rodriguez, del municipio Zamora, in Guatire, nello Stato di Miranda, ora sotto inchiesta.

Un audio filtrato indica infatti che l’ex funzionario di polizia, eletto sindaco con un nuovo partito denominato Fuerza Vecinal, ha dato l’ordine di distruggere l’appezzamento di terreno con relative case, (oltre 8.000 metri quadrati, produttivi al 100%): frutto di una concessione governativa, in base alla legge contro il latifondo, che consegna la terra improduttiva a chi la lavora. Con un atto simbolico di forte impatto, il vicepresidente del Psuv, Diosdado Cabello, è intervenuto in Parlamento, per “stroncare sul nascere nuovi rigurgiti del fascismo”, e dare un chiaro messaggio della posizione assunta dal governo: a fianco dei contadini, per il rispetto della legge la cui approvazione, nel 2002, era stata uno dei pretesti per il golpe, padronale e mediatico, compiuto contro Chavez l’11 aprile di quell’anno.

L’iniziativa di Diosdado ha avuto grande risalto. Perché?

Perché assume una posizione chiara di fronte all’avanzare del fascismo nel mondo, e a quello che continua a esistere nel nostro paese. Che il primo vicepresidente del nostro partito chieda il diritto di parola in Parlamento affinché l’Assemblea Nazionale ribadisca l’appoggio alla nostra struttura giuridica di fronte al tentativo di depotenziarla e violarla, come in questo caso, è un gesto di grande valore simbolico e concreto. Si chiede giustizia per le 13 famiglie che hanno subito l’espulsione forzata e anche la detenzione arbitraria da parte di questo sindaco, che fa rivivere pratiche fasciste purtroppo già viste in vari momenti nel nostro paese e che non devono ripetersi. Si ribadisce che quanto abbiamo costruito collettivamente in questi anni non può essere rimesso in discussione. Una delle tre radici della rivoluzione bolivariana è quella di Ezequiel Zamora e della sua battaglia storica per il diritto dei contadini alla terra. Tutto il sangue che è costato, tutta la storia, che si è tradotta in una delle linee portanti della nostra rivoluzione e che ha prodotto un conseguente corpo di leggi, non devono essere rimesse in discussione. La coscienza mostrata da quelle famiglie indica il livello raggiunto dalla rivoluzione, che non verrà riportato indietro. Però è importante comunicarlo con forza. È importante che lo abbiano ribadito sia il vicepresidente del Psuv, sia il presidente dell’Assemblea Nazionale, Jorge Rodriguez: se vi sono delle leggi, queste devono essere applicate, e se non accade, occorre mobilitarsi affinché vengano rispettate.

Come si sono svolti i fatti?

Quelle famiglie furono vittima di un terribile sopruso. Non solo gli hanno distrutto arbitrariamente le case, lasciandole nella notte per strada, donne e bambini senza rifugio. Li hanno anche messi in carcere senza ragione, in spregio alla decisione del Tribunale Agrario Nazionale e dell’Istituto Nazionale della Terra, che avevano assegnato legalmente quel terreno, che loro avevano reso produttivo al 100%, fornendo alimenti al resto della popolazione. È stato anche commesso un ecocidio, alla vigilia della Giornata Mondiale della Madre Terra. Sono stati sradicati 18 alberi secolari, dei samán, danneggiando gravemente la terra. La nostra è una presa di posizione a favore delle famiglie che coltivavano e rispettavano la terra, e contro il fascismo in tutte le sue forme in un momento nel quale, in Europa, un capitalismo senza controllo sta distruggendo le forme essenziali della convivenza, e si profila una crisi alimentare per i paesi più poveri.

Prima della pandemia, una lunga marcia di contadini ha avanzato una serie di proposte, denunciando gli attacchi costanti dei latifondisti e delle imprese private alla Ley de Tierra. Il gesto compiuto ora dal governo è un segnale che quelle rivendicazioni troveranno una risposta?

L’Assemblea nazionale ha attivato una commissione speciale, così definita perché integra varie commissioni qualificate, da quella di politica interna sui diritti umani, a quella ambientale, diretta da un compagno con una indubbia traiettoria eco-socialista, Ricardo Molina. Non solo avrà il compito di indagare sui fatti specifici occorsi alle 13 famiglie e identificare i responsabili affinché si applichi la legge, ma dovrà far luce anche su altri casi analoghi che esistono a livello nazionale. Il sindaco che si è reso protagonista di questo crimine, ora si presenta con un nuovo partito, Fuerza Vecinal, che si dice “localista e umanista di centro”, ma viene dalle forze di polizia e dall’opposizione più estremista. Da un audio filtrato, risulta aver dato l’ordine di sgombero. Era in combutta con alcuni imprenditori locali, il loro intento era quello di espellere le famiglie per impadronirsi del terreno e farne una pista di gokart. Un episodio che mostra la corruzione esistente fra la destra quando governa e i settori imprenditoriali.

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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