"I am Ukranian". Vi ricordate il video simbolo del colpo di stato di Maidan? Tutte le contraddizioni di Yulia Marushevska

Un prodotto del Dipartimento di Stato Usa (il video) da una star dei diritti umani creata ad arte.

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"I am Ukranian". Vi ricordate il video simbolo del colpo di stato di Maidan? Tutte le contraddizioni di Yulia Marushevska


di Paolo Borgognone - Civg.it
 
Guardate questo video:
 

 
Si tratta del celebre I Am An Ukrainian, video di propaganda per eccellenza (divenuto virale in Internet, con 8 milioni e mezzo di contatti in poco più di due anni) della cosiddetta “Rivoluzione di Euromaidan”, ossia del golpe russofobico e naziatlantista ucraino del 21 febbraio 2014. Il video in questione è stato realizzato per sensibilizzare alla causa dei majdanisti, cioè dei golpisti, l’opinione pubblica giovanilistica occidentale, attraverso la solita lacrimevole retorica dirittumanista e “democratica” quale copertura ideologica e politica per il colpo di Stato.
 
Ma... al secondo 51 del video, proprio mentre Yulia Marushevska, la ragazza dagli occhioni blu, sedicente ucraina, in perfetto inglese e sfoggiante abiti griffati, afferma che i manifestanti di Maidan sono tutte «persone normali», ossia senza particolari riferimenti ideologici, ma soltanto «brava gente» che vuole essere «libera dalla dittatura» e che non vuole vivere nell’Unione Sovietica, viene inquadrato un miliziano con il volto coperto da una bandana recante le insegne naziste della Wolfsangel, il “dente di lupo”, la runa della Divisione Panzer Das Reich delle SS durante il periodo dell’occupazione hitleriana dell’Ucraina (1941-1944). La SS-Panzerdivision Das Reich fu impiegata, tra l’altro, sul fronte orientale e partecipò, nel 1941, all’invasione nazista della Jugoslavia e dell’Urss.


 
Per cui, gli stessi propagandisti della “democraticità” della cosiddetta rivolta di Maidan sono caduti in fallo, rivelandosi per quello che erano anche nei video che avrebbero dovuto incentivare gli occidentali, i giovani soprattutto, a sposare la loro causa.
 
Bisognerebbe segnalare il più possibile questo paradosso, che può essere riscontrato senza difficoltà e dubbi nel video.

Si parla di persone normali, di “democrazia”, ma tra i manifestanti vi sono ESTREMISTI DI DESTRA e persino la propaganda americana ha inciampato in un tragicomico e clamoroso autogoal. NEL VIDEO CHE DOVREBBE FAVORIRE LA CAUSA MAJDANISTA COME “DEMOCRATICA” SPUNTA UN MILIZIANO RECANTE APERTAMENTE INSEGNE NAZISTE...
 
Ma c’è di più:
 
al secondo 42 del video, mentre la signora Yulia Marushevska persevera nel lacrimevole discorso «contro la dittatura di Yanukovich», si vede una manifestazione, con tanto di bandiere, del partito neofascista Svoboda, formazione politica non proprio specchiato esempio di democrazia ma che nessuno in Italia conosce perché i suoi simboli non sono quelli del fascismo storico novecentesco (svastiche, rune, ecc.) ma un’innocua manina che mostra le tre dita del “tridente nazionale ucraino”. Lo sanno gli utenti in buona fede di questo video che il partito Svoboda, fino al 2004 conosciuto con l’inequivocabile denominazione di Partito nazionalsocialista di Ucraina, è mille volte meno democratico del governo in carica a Kiev fino al febbraio 2014?

 
La griffatissima ragazza speaker del video è Yulia Marushevska, qui impegnata a disquisire di “democrazia occidentale” all’Oslo Freedom Forum.
 
L’Oslo Freedom Forum è nient’altro che una serie di conferenze organizzate dalla Human Right Foundation, una delle tante agenzie americane per la “promozione della democrazia di libero mercato all’estero”. Qui maggiori informazioni.
 
Si potrà vedere che tra i partecipanti, negli anni, a questi convegni di freedom pushers, vi sono personaggi come Garry Kasparov, Yoani Sanchez, Peter Thiel (tra gli ideatori di Facebook, nota bene), Wahel Ghonim (manager di Google e “rivoluzionario colorato” di Piazza Tahrir) e Nadezhda Tolokonnikova (leader formale del gruppo Pussy Riot).
 
Yulia Marushevska ha un curriculum “invidiabile” per chi voglia farsi le ossa come “attivista per i diritti umani” all’americana. Per maggiori informazioni in merito, è sufficiente guardare qui.
 
Questo personaggio è targato USA dalla testa ai piedi e fa pure parte del governo dell’Oblast ucraino di Odessa, presieduto da un certo Mikheil Saakashvili, georgiano, su cui non esprimo commenti (parla la guerra condotta dalla Georgia, da lui presieduta, nel 2008 contro l’Ossezia del Sud). Si tratta, in definitiva, nel caso di Yulia Marushevska, di un personaggio assai singolare, preda di irrisolte contraddizioni. E’ infatti perlomeno contraddittorio, quando non risolutamente provocatorio, cara Yulia Marushevska, lacrimare diritti di libertà e democrazia presentando militanti neonazisti come “campioni” di queste di per sé lodevoli categorie sociologiche e politiche…
 
Bene ha fatto Russia Today a sostenere che il video I Am An Ukrainian sia stato prodotto dal Dipartimento di Stato USA e ispirato dalle Fondazioni americane per la “promozione della democrazia all’estero”, tra cui la NED. Si veda il video più sotto per ulteriori informazioni a riguardo.
 

Si legga comunque la pagina Wikipedia (in inglese) dedicata a Yulia Marushevska e si scoprirà come questo personaggio, totalmente creato ad hoc per scopi propagandistici, sia assolutamente una sorta di anti-Shilova. Nel senso che rappresenta l’opposto dei valori (patria, pace, federalismo e amicizia tra i popoli ex sovietici) che Viktoria Shilova, fondatrice e leader del Movimento anti-guerra, racconta nel suo cammino di vita e nella sua esperienza di autentica attivista per i diritti politici del popolo ucraino, a prescindere dall’etnia e dalla preferenza linguistica e/o religiosa degli appartenenti a questo popolo. Viktoria Shilova è oggi perseguitata e incriminata, dal regime di Kiev, per la sua attività in difesa dei diritti umani e politici dei cittadini del Donbass e dell’Ucraina resistente al golpe di Maidan. Yulia Marushevska è invece una nazionalista russofoba doc, un “dissidente da laboratorio” utile per promuovere le strategie neocoloniali occidentali nel mondo. Un aspirante proconsole, in Ucraina, dell’impero liberaldemocratico americano, niente di più e niente di meglio.
 
Non sorprende dunque che un personaggio simile appaia, con le sue perorazioni anticomuniste in assenza di comunismo e radicalmente anti-russe, sulla platea mediatica europea e venga, dal “circo mediatico” unificato, descritto come un’“attivista per i diritti umani” in Ucraina.

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