Afghanistan, nuovi attacchi dei talebani. Futuro fosco per il paese asiatico?
Attacchi dinamitardi sia nel nord che nel sud dell’Afghanistan che in questi giorni hanno fatto circa 16 vittime fanno intendere che la primavera nel paese asiatico non sarà tranquilla, in alcun modo. Alcuni portavoce dei talebani hanno rivendicato le autobomba esplose a Herat e a Helmand. Forse gli insorti che vorrebbero l’Afghanistan un califfato con leggi dettate dal corano, interpretato nel modo più intransigente e retrogrado, sentono le pressioni a cui Kabul è sottoposto in questi convulsi mesi, mesi di relazione con il grande alleato americano estremamente difficili soprattutto dopo il rogo dei corani nella base aerea di Bagram e dopo l’uccisione di 17 civili da parte di un marine in preda ad un raptus omicida.
La situazione strategica e diplomatica che potrebbe essere favorevole ad un aumento degli attacchi da parte delle forze talebane è ben più complessa. L’ISAF e quindi soprattutto gli Stati Uniti entro il 2014 ridurranno gradualmente ed in maniera consistente la presenza di propri contingenti militari in Afghanistan questo vorrà dire diverse cose: una riduzione pesante della spesa militare per armare l’esercito regolare afghano che da circa 7 miliardi di dollari all’anno scenderà a 4 miliardi oltre ad una conseguente taglio da parte di Kabul delle proprie forze i cui stipendi al momento sono pagate da Washington e dagli altri alleati nella guerra al terrorismo.
Tutto ciò e sarà solo il tempo a dirlo significherà che l’esecutivo di Karzai sarà presto solo nella gestione della sicurezza del paese con un organico militare ridotto e con veterani in cerca di occupazione. Riuscirà Kabul a sostenere questa situazione o si prevede a breve una massiccia offensiva talebana per riconquistare il potere, mai veramente abbandonato?