Andrea Zhok - Alcune riflessioni sul "rave di Viterbo"

6089
Andrea Zhok - Alcune riflessioni sul "rave di Viterbo"

Premessa: poche cose sono più lontane dalle mie inclinazioni di un Rave Party. Non c'è niente, dalla "musica", alla subcultura che esprime, alla sua estetica che mi sia vagamente affine, e niente del genere mi è stato affine neanche in età più verde.

E tuttavia, le immagini che provenivano dal Rave Party sul lago di Mezzano vicino a Viterbo - e soprattutto i commenti a quelle immagini - mi hanno fatto riflettere.

Non c'è dubbio, fanno casino, si sballano, ascoltano roba usata a Guantanamo per torturare i prigionieri, si agitano in forme di trance autoindotta come monadi prive di porte e finestre, e poi "il rave è illegale", e poi "gira droga", e poi sporcano, e poi "ci scappa il morto", ecc. ecc.
Siamo d'accordo, niente di quello che si vede fa pensare con soverchio ottimismo alle generazioni future.
Però c'è un però.
Il senso di questa rappresentazione, se la contestualizziamo, forse si chiarisce.
Quello che vediamo è un'uscita di lato, sia pure momentanea, dalla nostra società, dalle sue regole, dalle sue disposizioni spesso ottuse e incomprensibili, dalla sua sorveglianza, dalla sua irregimentazione, dall'accumulo di "doveri" sempre più vuoti. 

Beninteso, niente che non si sia già visto mille volte, e soprattutto niente che faccia pensare neanche lontanamente ad un atto di contestazione cosciente, di rivolta, figuriamoci di rivoluzione.

Però oggi, guardando quelle scene, per quanto tutti i miei più sacri istinti conservatori fossero allertati e avversi, non potevo non chiedermi esattamente: cosa gli stiamo offrendo di meglio?

Nel nome di quale ideale, di quale progetto, di quale ordine sociale, di quale comunità, di quale forma di vita potremmo fargli la predica, potremmo stigmatizzarne la pochezza, la violazione, l'infrazione?

Se gli hanno creato attorno un mondo in cui si svegliano spiegandogli che lavoro non ne troveranno, e che se lo troveranno farà schifo; a mezzogiorno gli raccontano che siamo già troppi su questo pianeta e che comunque una famiglia non se la potranno permettere; dopo pranzato gli spieghiamo che nascono con un debito che non verrà mai estinto; nel pomeriggio gli ricordiamo che l'apocalisse ecologica è dietro l'angolo; e infine alla sera gli diciamo che il massimo cui si può aspirare nella vita è un incremento dei propri consumi; beh, insomma, esattamente che titolo pensiamo di avere per parlare di doveri, regole, sacrifici, ecc.?

Se invece di sbronzarsi sudaticci li avessimo allineati e coperti in ufficio con giacca e cravatta, certo non li noteremmo, non ci turberebbero. 

Ma avremmo davvero qualche ragione per angosciarci di meno?

Andrea Zhok

Andrea Zhok

Professore di Filosofia Morale all'Università di Milano

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Quando il tennis oscura un genocidio di Paolo Desogus Quando il tennis oscura un genocidio

Quando il tennis oscura un genocidio

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Questo mondo ingiusto di Michele Blanco Questo mondo ingiusto

Questo mondo ingiusto

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti