Bloomberg: "La recessione dell'Eurozona quasi inevitabile"

Bloomberg: "La recessione dell'Eurozona quasi inevitabile"

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La parola agli esperti. Non sono proclami dei cosiddetti populisti. Economisti citati dal partale Bloomberg lanciano un allarme, diretta conseguenza delle scellerate politiche di servilismo nei confronti degli Stati Uniti d’America. Lo ripetiamo sempre, dal canto nostro, governi e media dell’Unione Europea, la parola d’ordine è una sola: Morire per Washington. Lo stiamo facendo bene. Infatti,  secondo Bloomberg “il rischio di una recessione nell'area dell'euro ha raggiunto il livello più alto da luglio 2020 poiché crescono i timori che una stretta energetica invernale possa causare un crollo dell'attività economica.”

Secondo le stime degli economisti consultati da Bloomberg “la probabilità di due trimestri consecutivi di contrazione all'80% nei prossimi 12 mesi, rispetto al 60% in un sondaggio precedente. La Germania, la più grande economia del blocco e tra le più esposte ai tagli alle forniture di gas, dovrebbe subire una contrazione già a partire da questo trimestre.”

C’è il tasto dolente. Chi verrà colpito? Per il portale, “le famiglie e le aziende in Europa si stanno preparando alla possibilità di un razionamento energetico dopo che la Russia ha limitato le spedizioni di gas nella regione e stanno già lottando con tassi di inflazione record e altri colli di bottiglia nell'offerta. Le inchieste presso le imprese segnalano che l'attività è in contrazione da luglio, con pochi segnali di miglioramento nel breve termine.”

Si avverte che “l'inflazione dovrebbe ora raggiungere il picco del 9,6% negli ultimi tre mesi dell'anno, quasi cinque volte l'obiettivo della Banca centrale europea. Gli intervistati non vedono avvicinarsi all'obiettivo del 2% fino al 2024.”

Tra l’altro il portale di economia precisa che “gli economisti vedono la crescita dei prezzi con un picco del 9,6% nel quarto trimestre”. Sebbene i funzionari della BCE abbiano previsto che l'economia dell'area dell'euro ristagnerà, non si contrarrà, quando hanno aggiornato la politica questo mese, hanno lanciato sempre più l'allarme sulla crescita e le prospettive di inflazione della regione. La presidente Christine Lagarde e i suoi colleghi hanno giustificato aumenti più ampi come segno della loro determinazione a domare la crescita dei prezzi, sebbene gli economisti ritengano che il loro tempo stia finendo per intraprendere tali azioni.”

Inflazione, aumento dei prezzi, salari stagnanti, insomma una vera piaga per le popolazioni con tutti i rincari e nessuno strumento per far fronte al conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e dei servizi. Una volta c’era la Scala Mobile In Italia per adeguare il potere di acquisto dei salari. In Italia, fu affossato prima dal governo guidato da Bettino Craxi con il decreto di San Valentino del 14 febbraio 1984 con l’accordo sottoscritto solo dalla Cisl e la Uil. Poi, parola fine alla Scala mobile fu messa dalla sconfitta del referendum abrogativo promosso da Pci e Cgil, il 10 giugno del 1985.

Furono le prime misure di quel mantra detto “ce lo chiede l’Europa”… Da lì in poi l’elenco di queste imposizioni si è allungato a dismisura. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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