Brasile: Bolsonaro rifiuta il vaccino cinese contro il Covid-19. Lula chiede la sua destituzione

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Anche in Brasile, come quasi ogni angolo del mondo d’altronde, è la questione Covid-19 a tenere banco. In Brasile particolarmente perché il presidente Bolsonaro ha avuto un atteggiamento negligente nel contrasto al nuovo coronavirus lasciando le fasce più deboli della popolazione in balia del virus. 

 

L'ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha chiesto la rimozione del presidente, Jair Bolsonaro, dopo il suo rifiuto di acquistare vaccini contro il Covid-19, dalla Cina. Lula ha sottolineato che Bolsonaro non ha il diritto di porre il veto all'applicazione del farmaco contro il coronavirus nel Paese, scrive l’emittente teleSUR. 

 

"Se Bolsonaro non si fida dell'efficacia del vaccino, non lo faccia. Ma il ruolo di un presidente della Repubblica è quello di consentire alla popolazione di avere il vaccino a sua disposizione", ha ammonito il leader sindacale e già molto pamato presidente della Repubblica attraverso il suo account ufficiale su Twitter.

 

Lula ha fatto riferimento all'annuncio fatto da Bolsonaro che il suo governo non acquisterà il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dalla società cinese Sinovac. 

 

Il presidente di estrema destra ha chiuso ai vaccini cinesi, uno dei quali è testato in Brasile, perché non precedentemente verificati dal ministero della Salute. Tuttavia, il governo ha concordato con la società AstraZeneca e l'Università di Oxford di acquistare 100 milioni di dosi del vaccino che entrambe stanno sviluppando.

 

A causa di questa circostanza, la maggior parte dei governatori e parlamentari regionali brasiliani accusano Bolsonaro di porre il veto al vaccino cinese solo per ragioni politiche, elettorali e ideologiche.

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