Cherif e la “Generazione Isis” utilizzata dalla Francia per far fuori Assad

3645
Cherif e la “Generazione Isis” utilizzata dalla Francia per far fuori Assad


C’è un dato sul quale si dovrebbe riflettere: l’attentatore di Strasburgo, Cherif, 29 anni, è una delle 26 mila schede “S" della Francia intestate dalla sicurezza a individui a rischio di radicalizzazione islamica. Sono dozzine gli schedati “S” che hanno compiuto attentati in questi anni in Francia, a partire dagli attentatori di Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi: anche loro erano delle schede S.



di Alberto Negri, editorialista


La generazione Isis colpisce ancora. Oggi i giornali gronderanno della solita retorica che segue ogni attentato nel cuore dell’Europa che mette in pericolo “la democrazia e il nostro stile di vita”. Una litania tragica che abbiamo sentito molte volte: sappiamo di avere il nemico in casa e in un certo senso fa pure comodo. E farà comodo anche al governo di Macron che per il terrorismo aveva dovuto decretare lo stato d’urgenza. Anche i gilet gialli passano in secondo piano in momenti dolorosi come questi che colpiscono l’intera nazione, per di più sotto Natale.
 

Origine dell’Islam radicale

Il fenomeno della radicalizzazione islamica dei musulmani in Europa era già cominciato negli Ottanta con l’Afghanistan soltanto che allora i mujaheddin, poiché combattevano contro l’Unione Sovietica, non era considerati “terroristi” dall’Occidente ma dei “guerrieri della libertà”. Il punto di svolta sono stati gli anni’90, con la guerra civile in Algeria, Al Qaida, l’11 settembre 2001 e l’attacco americano all’ Iraq del 2003.
 

La guerra civile in Siria

Ma in Francia l’esplosione del radicalismo ha coinciso soprattutto con la guerra civile in Siria dove sono affluiti centinaia di combattenti dalla Francia e da altri Paesi europei, oltre che migliaia dal mondo musulmano, per tentare di abbattere il regime di Assad. All’inizio il governo francese ha chiuso un occhio in quanto puntava insieme agli Usa, alla Turchia e alle monarchie arabe del Golfo, grandi clienti di Parigi, di far fuori Assad nella sua ex colonia. Poi quando i jihadisti sono tornati in patria a compiere attentati Parigi è stata costretta a cambiare del tutto strategia. Il presidente Hollande che prima voleva bombardare il regime di Damasco dopo gli attentati di Parigi del 2014 e 2015 ha chiesto la collaborazione dei siriani per colpire con i raid aerei il Califfato di Al Baghadi.
 

I riferimenti degli aspiranti jihadisti

L’Isis ha fornito un modello resistente e collaudato ai nuovi jihadisti e anche quando il Califfato è crollato in Siria e in Iraq ha continuato a costituire un riferimento per gli aspiranti jihadisti con il suo network diffuso soprattutto sul web e nelle carceri. C’è un dato sul quale si dovrebbe riflettere: l’attentatore di Strasburgo, Cherif, 29 anni, è una delle 26 mila schede “S" della Francia intestate dalla sicurezza a individui a rischio di radicalizzazione islamica. Sono dozzine gli schedati “S” che hanno compiuto attentati in questi anni in Francia, a partire dagli attentatori di Charlie Hebdo, i fratelli Kouachi: anche loro erano delle schede S.
 

L’arresto mancato

Non ci vuole molto a capire che seguire, pedinare e controllare 26 mila persone, un vero esercito, è un compito assai arduo. In questo caso poi le polemiche saranno ancora più feroci perché ieri la gendarmeria francese doveva arrestare Cherif, probabilmente di origini maghrebine, per la sua partecipazione a una rapina a mano armata. In casa gli avrebbero trovato anche della granate. Adesso bisogna capire se l’attentato di Strasburgo sia stato un’iniziativa improvvisata, innescata dal fatto che si sentiva braccato, oppure la decisione di entrare in azione faceva parte di un piano prestabilito e Cherif poteva anche contare su qualche complice. Ma una cosa è certa: la “generazione Isis” non si ferma a Strasburgo.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Un passo indietro di un secolo di Loretta Napoleoni Un passo indietro di un secolo

Un passo indietro di un secolo

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole di Michelangelo Severgnini Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La povertà in Italia è ereditaria di Michele Blanco La povertà in Italia è ereditaria

La povertà in Italia è ereditaria

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti