Cosa succede ora in Algeria? L'analisi di Alberto Negri

4898
Cosa succede ora in Algeria? L'analisi di Alberto Negri



di Alberto Negri - Tiscali



La crisi algerina si attenua con una vittoria dei manifestanti ma non si risolve. Il presidente Abdelaziz Bouteflika ha rinunciato a concorrere per il quinto mandato e rinviato le elezioni, ha quindi nominato un nuovo premier, il ministro degli Interni Noureddine Bedoui, vicino al fratello del presidente, e ha pure annunciato un referendum costituzionale che dovrà essere preparato da un’istituzione diretta dall’alto. Bouteflika resta in carica fino a nuove elezioni. In poche parole il clan al potere rimane e cerca di guidare la transizione.


L'ultima puntata dell'infinito dramma politico algerino si è consumata poche ore dopo il ritorno in patria del presidente Bouteflika e dopo l’annuncio alla nazione della sua rinuncia è culminato nelle immagini senza sonoro trasmesse dalla tv di stato: sugli schermi degli algerini è apparso un uomo debole, quasi distrutto, in sedia rotelle. Muto, come accade ormai da anni. Un’immagine di Bouteflika quasi spettrale, con movimenti così lenti che sembravano al rallentatore. Quasi a fare da contrasto, fuori nelle strade si riversavano folle di manifestanti mentre cortei spontanei di auto percorrevano la capitale suonando i clacson all’impazzata. C’è un senso di liberazione in questo momento ma siamo soltanto all’inizio del secondo capitolo della ribellione
algerina.


Comincia adesso un percorso che soltanto in apparenza può apparire chiaro. Le elezioni si terranno come proseguimento di una conferenza nazionale rappresentativa della società algerina, verrà insediata una commissione elettorale nazionale indipendente e per garantire la regolarità e la trasparenza delle elezioni sarà formato un governo di tecnocrati che avrà il sostegno della conferenza nazionale, la quale elaborerà anche il testo di una nuova costituzione da sottoporre a referendum.


"Le Pouvoir" che non vuole mollare il potere

Ma con quali criteri verrà elaborato questo programma e soprattutto in che tempi è ancora da accertare. C’è un sospetto che diventa quasi una certezza, “Le Pouvoir” algerino, costituito dalla corte di Bouteflika, da generali, affaristi e burocrati di regime, non vuole ancora mollare la presa sul Paese e vuole indirizzare il processo di transizione.

I “gattopardi di Algeri” faranno in modo che tutto cambi affinché nulla cambi. La rinuncia del quinto mandato per l’anziano presidente e il rinvio delle elezioni sono senza dubbio un’importante vittoria del “Movimento 22 febbraio”, la data di inizio della contestazione, ma non si può ignorare il tentativo di mantenere il processo di transizione verso nuovo sistema sotto la stretta supervisione dell’attuale regime. Sarà importante vedere la reazione di chi finora ha gestito la protesta rifiutando qualsiasi rappresentanza dei partiti tradizionali, anche di opposizione, e che ora diventa però necessaria per gestire questa vittoria.

I gattopardi algerini sono dei gestori del potere astuti, anche spietati, come ha dimostrato il passato: l’impressione è che non intendano farsi travolgere dalla volontà di un popolo che hanno sempre temuto e controllato.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

L'Europa che non c'è di Loretta Napoleoni L'Europa che non c'è

L'Europa che non c'è

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza” di Michelangelo Severgnini RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo di Francesco Santoianni Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente di Francesco Erspamer  Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Il vocabolario è saturo di Paolo Desogus Il vocabolario è saturo

Il vocabolario è saturo

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev di Marinella Mondaini Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev

Metsola e il turismo (senza sosta) dell'UE a Kiev

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania di Michele Blanco Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti