Crisi Russia-Ucraina, Fulvio Scaglione: «Le parole del Papa imputano una responsabilità indiretta alla NATO»
L'importante presa di posizione di Papa Francesco nel conflitto in Ucraina segna una discesa in campo ufficiale della Santa Sede come attore mediatore tra le parti. L'ex vice direttore di Famiglia Cristiana Fulvio Scaglione spiega ai microfoni de l’AntiDiplomaitco il senso delle parole di Papa Francesco e delle criticità presenti.
Sulla posizione assunta dal Papa Scaglione spiega che si tratta di «un’intervista molto importante in primo luogo perché è una discesa in campo ufficiale della Santa Sede con il suo massimo esponente. Una discesa in campo come offerta di mediazione. Il Papa si è offerto di fare da mediatore in qualche
modo, di entrare in questa crisi con tutto il suo carisma. Ecco tutta la sua importanza».
Nello scoppio di questa crisi, prosegue Scaglione, il Papa «imputa una responsabilità indiretta alla NATO. Di aver in qualche modo esercitato tutta una serie di provocazioni. Credo che il Papa con questa sua presa di posizione abbia anche messo una grossa responsabilità sulle spalle di Putin e del Cremlino. Perché il Papa si è offerto di incontrare Putin e lui dovrà dirlo se disponibile ad incontrarlo per parlare della crisi».
In questa situazione complessa ci sono le ulteriori sanzioni UE contro la Russia, con il blocco europeo che ha deciso di andare alla guerra totale contro Mosca. «A un certo punto c’è stato uno scatto. La questione che era inizialmente difendersi dall'invasione russa e cercare una strada per la pace, è diventata invece cercare di sconfiggere la Russia. E c'è una differenza evidentemente profonda. Gli ucraini si sono convinti che con l'aiuto, direi soprattutto anglosassone, americano e
inglese sia possibile sconfiggere militarmente la Russia».
Scaglione evidenzia inoltre che «negli ultimissimi tempi siamo tutti entrati nel conflitto».
«Abbiamo raccontato che i russi non facevano altro che caterve di errori, che venivano sconfitti in ogni dove, che c'era dissenso al Cremlino etc. etc. Però siamo qui, sono passati più di due mesi, la russia continua a manovrare militarmente. Continua a bombardare, continua a gestire, bene o male lo lascio dire agli strateghi, un offensiva. Ha occupato tutta la parte est del paese minaccia di occuparne un altro po’, di espandersi. Addirittura c'è il timore di un allargamento del conflitto alla Moldavia e alla Georgia e quindi secondo me comincia a spuntare la preoccupazione che tutte queste misure che abbiamo preso finora, e che eravamo convinti avrebbero piegato la Russia, sarebbero bastate a piegare la Russia è invece non bastano», afferma Scaglione riguardo agli ultimi sviluppi sul campo.
Ancora sulla questione militare l’ex vicedirettore di Famiglia Cristiana aggiunge che «l’Ucraina rischia di avere tante armi ma non avere più gli uomini sufficienti per impugnarle».
Sulla propaganda di Kiev diffusa dai media italiani: «Quello che stiamo vedendo in Italia è una assurdità totale. Le liste di proscrizione dei giornalisti. Cioè va in televisione il direttore di Avvenire, Tarquinio, e c'è uno che gli dice che lui lavora per Putin. Ma sono cose folli, sono cose da internamento secondo me».
Scaglione infine spiega che «la cosa paradossale che alla fine della fiera questa guerra è la più vista, la più scritta, la più letta, commentata della storia. Ma è anche quella con meno notizie affidabili della storia».
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