Democrazia liberale e liberista: il Brasile minaccia di lasciare il Mercosur se l'opposizione vince in Argentina

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La vittoria ottenuta dalla sinistra peronista ha destato grande preoccupazione a Washington e tra i servi di destra dei nordamericani nella regione. 

 

Il ministro dell'economia brasiliana Paulo Guedes ha dichiarato che se il peronismo tornasse al potere politico in Argentina e non accompagnasse l'attuale linea liberale del mercato comune meridionale (Mercosur), il gigante sudamericano potrebbe lasciare il blocco regionale.

 

“Il Mercosur è un veicolo per noi per aprire l'economia. E se (Cristina) Kirchner entra (al governo) e desidera chiuderlo, lasciamo il Mercosur ”, ha minacciato Guedes durante la XX Conferenza annuale della Santander Bank nella città di San Paolo.

 

“Siamo decisi ad aprire l’economia in ogni modo”, ha continuato il ministro ultraliberista il quale ha poi affermato che l'instabilità finanziaria argentina non dovrebbe influenzare l'economia domestica. "Da quando il Brasile ha bisogno dell'Argentina per crescere?”, ha detto con tono di sfida. 

 

Dopo l'ampio trionfo del binomio presidenziale guidato da Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner alle elezioni primarie di domenica scorsa in Argentina, il governo brasiliano, alleato strategico dell'attuale presidente Mauricio Macri, ha avanzato critiche contro i candidati del peronismo.

 

"L'Argentina è precipitata nel caos perché i criminali di sinistra hanno iniziato a tornare al potere", ha dichiarato Jair Bolsonaro, che sostiene apertamente la rielezione di Macri. Prima Fernández l'aveva etichettato "razzista, misogino e violento", in un altro capitolo di una polemica iniziata quando il candidato argentino si era recato in Brasile per far visita all’ex presidente Lula che si trova imprigionato nella carceri di Bolsonaro. 

 

Nel quadro del loro allineamento politico-ideologico, il Brasile e l'Argentina hanno guidato i negoziati che hanno preceduto la recente firma del pre-accordo di libero scambio tra il Mercosur e l'Unione Europea (UE), un trattato che Fernández ha promesso di rivedere se arrivasse alla presidenza. 

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