Denazificazione, Atto I. La Grande Guerra Patriottica attraverso il cinema sovietico

6270
Denazificazione, Atto I. La Grande Guerra Patriottica attraverso il cinema sovietico

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

OPPURE

 

Note e riflessioni di Nora Hoppe con contribuzioni di Tariq Marzbaan

Prima apparizione e in inglese presso The Saker

Mentre il mondo occidentale scende sempre più in basso in un pantano di ignoranza, stupidità, inconsapevolezza e inanità, accelerato da un'amnesia volontaria e dalla cancellazione della storia e della cultura russa, riteniamo indispensabile riaccendere, commemorare e celebrare alcune delle grandi e nobili conquiste della Russia - per il bene futuro della civiltà umana...

Le giovani generazioni occidentali potrebbero non aver mai sentito parlare della Grande Guerra Patriottica, un'impresa decisiva che ha permesso loro di vivere in relativa pace e comodità. E potrebbero trovare difficile anche solo immaginare il numero dei 27 milioni di vite che è costata.

E ancora meno sapranno dell'Assedio di Leningrado, iniziato l'8 settembre 1941 e durato quasi 900 giorni... quando l'Armata Rossa riuscì a rompere il blocco il 27 gennaio 1944.

L'inverno 1941-1942 fu molto freddo e ben 100.000 persone al mese morirono di fame. Nella loro disperazione, i cittadini mangiavano di tutto, dalla gelatina di petrolio e dalla colla per carta da parati ai ratti, ai piccioni e agli animali domestici. Per riscaldarsi, bruciavano mobili, armadi e persino i libri delle loro biblioteche personali. Tra le reliquie scoperte in seguito c'è un diario tenuto da una leningradese di 12 anni di nome Tania Saviceva, che annotava le date progressive della morte di tutti i membri della sua famiglia. Dopo la morte della madre, scrisse: "I Savicev sono morti. Tutti sono morti. È rimasta solo Tania."

A causa del blocco, l'unico modo per sfamare la città era quello di portare rifornimenti freschi attraverso il lago Ladoga ghiacciato, l'unica via d'accesso aperta alla città - forgiata sul ghiaccio da slitte e aratri. Questa era conosciuta come la "Strada della Vita", nonostante il fatto che i camion e le slitte che trasportavano cibo e carburante sarebbero diventati frequenti bersagli degli attacchi aerei nazisti.

Complessivamente, si stima che 75.000 bombe siano state sganciate su Leningrado durante il periodo dell'assedio, causando molte vittime, ma un numero ancora maggiore di morti per la fame e per le malattie causate dalla fame. In totale, l'Assedio di Leningrado uccise circa 800.000 civili. Lo storico Michael Walzer ha riassunto che "l'Assedio di Leningrado uccise più civili dei bombardamenti di Amburgo, Dresda, Hiroshima e Nagasaki messi insieme". A causa dell'evidente fame sistematica (Hungerpolitik - l'isolamento di Leningrado; l'artiglieria tedesca bombardò le fabbriche di pane e le istituzioni centrali di approvvigionamento alimentare) e della deliberata distruzione della popolazione civile della città, si può considerare l'assedio come un atto di genocidio, come fanno alcuni storici (come Jörg Ganzenmüller, Timo Vihavainen Richard Bidlack e Nikita Lomagin). Non bisogna inoltre dimenticare la persecuzione razzista che ne derivò: i nazisti consideravano i popoli slavi come Untermenschen (subumani).

Coloro che cercano di comprendere la portata della lotta del popolo durante la Grande Guerra Patriottica - al di là delle informazioni fornite da libri, articoli e filmati - possono farsene un'idea più precisa a San Pietroburgo... visitando il Museo Memoriale di Stato della Difesa e dell'Assedio di Leningrado, il Monumento agli Eroici Difensori di Leningrado in Piazza della Vittoria Monumento agli Eroici Difensori di Leningrado in Piazza della Vittoria e il Cimitero Memoriale di Piskarevka, dove circa 420.000 civili e 50.000 soldati del Fronte di Leningrado sono sepolti in 186 fosse comuni. Tutti questi monumenti commemorano la fermezza, il coraggio e la dignità dei Leningradesi in modo potente e profondamente commovente. Per me, personalmente, è stato il Cimitero Memoriale di Piskarevka (che ho visitato in un gelido, buio e ventoso tardo pomeriggio del marzo 1991) a trasmettere in modo così intenso e struggente il nobile e straziante sacrificio di un popolo all'Umanità.

Il Presidente Putin, nato a Leningrado nel 1952, partecipa regolarmente agli eventi commemorativi dedicati all'Assedio di Leningrado. È una storia molto personale per lui. Suo padre Vladimir Spiridonovich Putin ha combatté a Nevskij Pyatachok, un sito critico di difesa che doveva impedire alle forze tedesche di completare il blocco a sud-est di Leningrado durante l'assedio; sua madre è rimasta in città per tutta la durata dell'assedio e suo fratello maggiore Viktor è morto di difterite nella città assediata nell'inverno del 1942. Dopo aver deposto dei fiori in una tomba comune nel Cimitero Memoriale di Piskarevka, che, secondo i documenti, contiene i resti del fratello, il Presidente ha deposto una corona di fiori anche al monumento della Madrepatria.

*  *  *

Poiché il cinema rimane un mezzo potente che non solo trascende le barriere geografiche e linguistiche, ma spesso può anche offrire al pubblico un'esperienza più intima degli eventi in corso, desideriamo commemorare la Grande Guerra Patriottica presentando qui una piccola selezione di film sovietici che ritraggono questo periodo da diverse angolazioni.

Ma prima di passare ai film sovietici, vorremmo prima introdurre un film che, sorprendentemente, è stato prodotto negli Stati Uniti ed è ancora presente su YouTube... ma che - a quanto pare - sembra essere stato relegato nell'oblio da chi detiene il potere in Occidente...

"La battaglia di Russia" è stato diretto dall'americano di origine italiana Frank Capra e dall'americano di origine kievana Anatole Litvak. Il film inizia con una panoramica dei tentativi storici falliti di conquistare la Russia: da parte dei Cavalieri Teutonici nel 1242 (utilizzando filmati tratti dal film "Alexander Nevskij" di Sergei Eisenstein), da parte di Carlo XII di Svezia nel 1704 (utilizzando filmati tratti dal film "Pietro il Grande" di Vladimir Petrov), da parte di Napoleone I nel 1812 e da parte dell'Impero tedesco nella Prima Guerra Mondiale. Vengono poi descritte le vaste risorse naturali dell'Unione Sovietica per mostrare perché la terra era così ambita dagli aspiranti conquistatori. Tra gli elementi della cultura russa figurano le composizioni musicali di Piotr Ilic Tchaikovsky e le citazioni del libro Guerra e pace di Leone Tolstoj.

I titoli di testa riportano le seguenti citazioni:

  • "La storia non conosce una dimostrazione di coraggio più grande di quella mostrata dal popolo della Russia sovietica" - Henry L. Stimson, Segretario alla Guerra degli Stati Uniti
  • "Noi e i nostri alleati riconosciamo di aver un debito di gratitudine eterna verso le armate il popolo dell'Unione Sovietica" - Frank Knox, Segretario alla Marina degli Stati Uniti
  • "Il coraggio e l'aggressivo spirito combattivo dei soldati russi richiedono l'ammirazione dell'esercito americano". - George C. Marshall, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito americano
  • "Mi unisco... all'ammirazione per l'eroica e storica difesa dell'Unione Sovietica". - Ernest J. King, Comandante in capo della flotta statunitense
  • "… LA FORZA E LA GRANDIOSITÀ dello sforzo russo lo classificano come LA PIÙ GRANDE IMPRESA MILITARE DI TUTTA LA STORIA". - Generale statunitense Douglas MacArthur, comandante in capo dell'area del Pacifico sud-occidentale.

La Battaglia di Russia (1943)

* * * * *

Tra i molti grandi film sovietici sulla Grande Guerra Patriottica, ne presentiamo qui di seguito una selezione. [Nel nostro saggio "9 maggio. Come il cinema sovietico ha omaggiato i 27 milioni di vittime contro il nazismo" ne abbiamo già presentati 5 film:  "In nome della patria" (1943) di Vsevolod Pudovkin e Dmitrij Vasil'ev; "Alle 6 di sera dopo la guerra" (1944) di Ivan Pyryev; 17 momenti di primavera" – una serie di 12 episodi di Tatyana Lioznova; "L'ascesa" (1977) di Larissa Shepitko; "Va' e vedi" (1983) di Elem Klimov.]

"Quando volano le cicogne" (1957) – Mikhail Kalatozov

Basato sull'opera teatrale di V. Rozov "Per sempre vivo". Unione Sovietica, 1941. Boris Borozdin parte per la guerra. I genitori della sua fidanzata, Veronika, muoiono in un bombardamento e la ragazza viene accolta nella casa del padre di Boris. Allo stesso tempo, Boris viene dato per disperso in azione. Veronika, dopo qualche tempo, sposa l'altro pretendente, Mark, cugino di Boris, senza però smettere di attendere notizie del suo primo amore, ignara del fatto che Boris è in realtà morto, essendosi esposto al fuoco nemico mentre salvava l'amico Stepan.

Il pensiero di aver in qualche modo tradito Boris la perseguita: quando il matrimonio con Mark mostra le prime crepe, Veronika sta per togliersi la vita gettandosi da un ponte, ma per caso salva la vita di un bambino, di nome Boris, che sta per essere investito da un'auto. Venuta a conoscenza dei trucchi escogitati da Mark per sfuggire alla leva, Veronika abbandona il marito e inizia una nuova vita con il piccolo Boris, di cui non è riuscita a rintracciare i genitori.

Quando un commilitone le annuncia che Boris Borozdin è scomparso, Veronika si rifiuta di credere alla sua morte. A guerra finita, durante la parata della vittoria, Stepan (che era stato salvato da Boris) appare improvvisamente e si presenta a Veronika con un mazzo di fiori. Poi le racconta della morte di Boris. Veronika, ormai consapevole dei sacrifici della guerra, distribuisce i fiori ai passanti.

Kalatozov - Quando volano le cicogne part 01/12  [Playlist 1-12]

"Il destino di un uomo" – Sergey Bondarchuk (1959)

 Basato sul racconto di M. Sholokhov... Con l'inizio della Grande Guerra Patriottica, il camionista Andrei Sokolov deve separarsi dalla sua famiglia. Nel maggio 1942 viene fatto prigioniero dai tedeschi. Sokolov sopporta l'inferno di un campo di concentramento nazista, ma grazie al suo coraggio evita l'esecuzione e riesce infine a fuggire dalla prigionia dietro la linea del fronte. Durante una breve vacanza al fronte nella sua piccola patria Voronezh, viene a sapere che sua moglie ed entrambe le figlie sono morte durante il bombardamento di Voronezh da parte degli aerei tedeschi. Delle persone a lui care è rimasto solo il figlio, che è diventato ufficiale. L'ultimo giorno di guerra, il 9 maggio, Andrei riceve la notizia che anche suo figlio è morto.

Dopo la guerra, il solitario Sokolov lavora come camionista lontano dalla natia Voronezh, a Uryupinsk (Oblast di Stalingrado). Lì incontra un bambino, Vanya, rimasto orfano: la madre del ragazzo è morta durante i bombardamenti e il padre è scomparso durante la guerra. Sokolov decide di dire al bambino che è suo padre e, così facendo, dà a se stesso e al bambino la speranza di una nuova vita familiare felice.

FATE OF A MAN (drama, dir. Sergei Bondarchuk, 1959) [sottotitoli inglesi]

"Ballata di un soldato" (1959) – Grigorij Chukhrai

Durante la Seconda guerra mondiale, ad Aliosha, un giovane soldato russo che si è distinto al fronte, viene offerta una decorazione. Tuttavia, rifiuta questo grande onore e chiede invece una licenza per andare a trovare sua madre. Il viaggio è lungo e difficile: deve saltare da un treno all'altro e molti ostacoli gli fanno perdere tempo. Lungo la strada incontra diverse persone che lo aiutano o a cui lui dà assistenza. Poi incontra Shura, una giovane ragazza che viaggia nella stessa direzione. Durante il viaggio i due si innamorano.

Il viaggio giunge al termine e Aliosha deve separarsi da Shura. Mentre si accomiata, gli dice che ha deciso di cambiare idea sul suo fidanzato e che ora lo ama. Senza poter salutare, Aliosha raggiunge il prossimo treno. Durante il tragitto si rammarica di non aver confessato il suo amore a Shura. Improvvisamente il treno viene bombardato e Aliosha assiste alla morte di diversi passeggeri.

Sulla strada, Aliosha convince un autista del camion a portarlo al suo villaggio natale per vedere sua madre, almeno per qualche minuto. Incontrando i suoi vicini e abbracciando la madre, promette di tornare subito dopo la guerra. La madre gli dice che lo aspetterà.

Una voce fuori campo dice: "Avrebbe potuto essere un cittadino meraviglioso, avrebbe potuto abbellire la terra con giardini, ma era e rimarrà per sempre nella nostra memoria un soldato. Un soldato russo!".

Ballad of a Soldier (1959) - Grigory Chukhray (720p) [sottotitoli inglesi]

"L'infanzia di Ivan" (1962) – Andrej Tarkovskij

 Basato sul racconto di V. Bogomolov "Ivan", il film è ambientato principalmente al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, dove l'esercito sovietico combatte l'invasione della Wehrmacht tedesca. Il film presenta una trama non lineare con frequenti flashback.

Seconda guerra mondiale, fronte orientale, linea Stalin, zona del fiume Dnepr. Il dodicenne Ivan, rimasto senza famiglia (il padre al fronte, forse morto, la madre probabilmente uccisa), si unisce prima ai partigiani e poi all'esercito sovietico regolare per combattere gli invasori tedeschi. Il colonnello Grjaznov e il capitano Cholin, che si prendono cura di lui al punto che il primo potrebbe adottarlo alla fine della guerra, approfittano della sua capacità di muoversi inosservato in quei luoghi paludosi per inviarlo in missioni di esplorazione oltre le linee nemiche. Dopo una missione particolarmente difficile, Ivan non riesce a tornare nel luogo previsto e raggiunge invece una zona del fronte controllata dal giovane tenente Gal'cev, che stenta a credere alle spiegazioni del ragazzo sporco e affaticato, finché non accetta di contattare il comando militare e vede accorrere il sollevato Cholin.

Grjaznov decide di allontanare Ivan dal fronte e di mandarlo alla scuola militare, per proteggerlo, ma il ragazzo è deciso a rimanere in prima linea, perché è convinto che in guerra solo i codardi e gli invalidi possono sottrarsi all'impegno. Quando viene spinto nelle retrovie, fugge da solo nelle lande desolate e devastate dalla battaglia, ma viene presto ricatturato. Ivan viene coinvolto in un'ultima missione. Cholin e Gal'cev lo accompagnano oltre il fiume fino a dove possono, ma poi aspettano invano il suo ritorno dall'esplorazione mentre cade la prima neve. A guerra finita, nella Berlino occupata dai sovietici, Gal'cev, sopravvissuto ma segnato nel volto e nell'anima, trova per caso il fascicolo di Ivan tra quelli dei prigionieri giustiziati negli uffici abbandonati del Reichstag e scopre che il ragazzo è stato impiccato.

Il film inizia con un forte contrasto: un idillio rurale immerso in una luce intensa, con un cucù che chiama, farfalle che volano e un bambino felice che sa che sua madre è vicina, viene interrotto bruscamente dal grido di terrore "Mamma!" e dalla donna che giace a terra; il ragazzo si risveglia alla presenza di un mondo oscuro e distrutto in cui deve nascondersi e cavarsela da solo. Una corsa sulle montagne russe emotive, quindi, che richiede immediatamente la piena attenzione dello spettatore, con il film in bianco e nero (monocromatico fino alla fine) che intensifica ulteriormente il contrasto chiaroscurale. La linearità della narrazione sul piano della realtà viene poi spezzata da ulteriori sequenze oniriche; una è chiaramente una visione, le altre potrebbero anche essere ricordi o, seguendo la logica dei sogni, un misto di entrambi. Il finale del film sorprende non solo con un brusco salto di luogo e di tempo, ma anche con un breve passaggio dalla finzione al documentario. L'attenzione di queste immagini si concentra sui figli delle loro stesse famiglie uccisi dalla cricca di comando tedesca; il legame con il tema centrale dell'infanzia di Ivan viene così mantenuto.

L'infanzia di Ivan – versione italiana

"Le armate rosse alla liberazione dell'Europa" (1967 - 1972) - Yuri Ozerov

L'epico film storico di Yuri Ozerov si compone di cinque episodi, che rappresentano un resoconto drammatico della liberazione del territorio dell'Unione Sovietica e della successiva sconfitta della Germania nazista nella Grande Guerra Patriottica, concentrandosi su cinque grandi campagne del Fronte Orientale: la Battaglia di Kursk, l'Offensiva del Basso Dnieper, l'Operazione Bagration, l'Offensiva Vistola-Oder e la Battaglia di Berlino.

Nel film recitano 51 personaggi storici reali. Selezionare gli attori per interpretare questi personaggi non è stato facile. Il problema principale era che la maggior parte degli eroi e dei prototipi dei personaggi del film erano ancora vivi. Molti di loro ricoprivano alte cariche ed erano molto interessati a come sarebbero apparsi sullo schermo. Non si trattava solo di ottenere la somiglianza del ritratto, ma anche di convincere il prototipo (o i supervisori del film) ad acconsentire alla rappresentazione sullo schermo di quel prototipo da parte di un attore o di un altro.

[La versione italiana non sembra disponibile, ma la serie esiste con sottotitoli in inglese.]

Liberation, Film 1: The Fire Bulge | WAR MOVIE | FULL MOVIE

"La vampata di fuoco" racconta l'eroica battaglia sul Kursk Bulge nell'estate del 1943.

Liberation, Film 2: Breakthrough | WAR MOVIE | FULL MOVIE

"Lo sfondamento" racconta la battaglia per il fiume Dnieper e l'offensiva sovietica del 1944.

Liberation, Film 3: Direction of the Main Blow | WAR MOVIE | FULL MOVIE

"Direzione del colpo principale" parla dell'Operazione Bagration, che ha portato alla completa liberazione della Bielorussia dalle truppe naziste.

Liberation, Film 4: The Battle for Berlin | WAR MOVIE | FULL MOVIE

"La battaglia di Berlino". 1945, ultimi mesi di guerra. Sono i giorni in cui si decide il destino dell'Europa asservita.

Liberation, Film 5: The Last Assault | WAR MOVIE | FULL MOVIE

"L'ultimo assalto" parla dell'assalto al Reichstag, della battaglia per ogni stanza, per ogni piano...

"Qui le albe sono quiete" (1972) - Stanislav Rostotsky

"Le albe qui sono tranquille" è un dramma di guerra sovietico del 1972, sotto forma di serie televisiva di 4 episodi diretta da Stanislav Rostotsky e basata sull'omonimo romanzo di Boris Vasilyev. Il film tratta temi antibellici ed è incentrato su una guarnigione di soldatesse russe durante la Seconda Guerra Mondiale.

È la tarda primavera del 1942 e la Grande Guerra Patriottica è in pieno svolgimento. Molto lontano dalla linea del fronte, in un incrocio dimenticato da Dio, i tedeschi effettuano un'operazione di sbarco aereo nel tentativo di raggiungere la ferrovia di Kirov e il Mar Bianco - il Canale del Mar Baltico. Non si tratta di paracadutisti qualunque. Si tratta di una squadra di infiltrati esperti e altamente addestrati, l'élite delle Waffen-SS, superuomini. L'unica cosa che li ostacola è un'unità di artiglieria antiaerea composta dal caporale Vaskov e da cinque giovani donne in addestramento. Può sembrare una battaglia di importanza locale, ma è in gioco la principale arteria di trasporto strategica del Paese. Riusciranno il caporale e le sue "nuove leve" a impedire il sabotaggio nazista e a quale costo?

Qui le albe sono quiete – sottotitoli italiani

Esistono ancora tanti altri film sovietici di grande impatto sulla Grande Guerra Patriottica.

*  *  *

Oggi in Occidente è in vigore un ampio divieto di presentare la cultura russa in qualsiasi forma, sia nel campo delle arti, dell'istruzione o persino dello sport. In molti dei Paesi dell'Europa orientale che un tempo appartenevano all'Unione Sovietica o facevano parte del Blocco Orientale, si assiste alla demolizione da parte di regimi e istituzioni di monumenti e memoriali dedicati alle lotte e alle vittorie comuni dei loro popoli contro il nazismo e il fascismo. Grandi figure storiche della cultura russa vengono gettate nell'oblio, mentre i simboli fascisti e nazisti sembrano sempre più accettabili. (La Tschaikowskistraße di Berlino potrebbe un giorno essere ribattezzata Stepan-Bandera-Straße)? E il popolo russo? Diversi Paesi europei vorrebbero che i loro viaggi in Europa fossero limitati. "Il premio Nobel" Lech Walesa si è spinto fino a suggerire: "Oggi dobbiamo imporre un cambiamento del sistema politico della Russia o ridurre la sua popolazione di meno di 50 milioni". L'assedio di Leningrado evidentemente non gli è bastato... Vuole un nuovo genocidio?

Ma per quanto questi russofobi patologicamente disperati cerchino di sopprimere, cancellare, annullare, eliminare, obliterare tutto ciò che è russo, non solo finiranno per sopprimere, annullare, eliminare e obliterare le loro stesse culture e identità... le loro intenzioni di distruggere la cultura e la storia russa rimarranno per sempre in vano. Le testimonianze del passato continueranno a vivere - attraverso film come questi, attraverso molte altre opere, attraverso i ricordi dei testimoni d'onore e attraverso coloro che cercano la verità.

Quando un popolo perde la memoria, perde anche la sua anima.

*  *  *  *  *

Alcuni riferimenti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Siege_of_Leningrad#Lifting_the_siege

https://journals.ub.uni-heidelberg.de/index.php/fr/article/view/50755/44648

https://tass.com/society/1393925

https://ru.wikipedia.org/wiki/%D0%92%D0%BE_%D0%B8%D0%BC%D1%8F_%D0%A0%D0%BE%D0%B4%D0%B8%D0%BD%D1%8B

Mosca-Teheran: l'impensabile alleanza è nata! di Giuseppe Masala Mosca-Teheran: l'impensabile alleanza è nata!

Mosca-Teheran: l'impensabile alleanza è nata!

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti di Francesco Erspamer  Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Il massacro in Georgia e la retorica (insopportabile) dei neoliberisti

Si apre a Roma il Vertice FAO di Geraldina Colotti Si apre a Roma il Vertice FAO

Si apre a Roma il Vertice FAO

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione di Antonio Di Siena Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA di Gilberto Trombetta UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

I fili scoperti del 5 ottobre di Michelangelo Severgnini I fili scoperti del 5 ottobre

I fili scoperti del 5 ottobre

Il Vietnam gioca su più tavoli (e fa bene) di Paolo Arigotti Il Vietnam gioca su più tavoli (e fa bene)

Il Vietnam gioca su più tavoli (e fa bene)

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

A violare il diritto internazionale non è solo Israele di Michele Blanco A violare il diritto internazionale non è solo Israele

A violare il diritto internazionale non è solo Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti