El Pais. Come Trump ha imposto al 'socialista' Sanchez la linea sul golpe in Venezuela
di Fabrizio Verde
Il golpe in corso in Venezuela ha trovato nel socialista spagnolo Pedro Sanchez uno dei più fieri sostenitori in seno all’Unione Europea. Il quotidiano ‘El Pais’ rivela che il governo spagnolo è stato avvisato in precedenza del fatto che Guaidò si sarebbe auto-proclamato presidente ad interim con l’amministrazione Trump che avrebbe fatto forti pressioni affinché Madrid rompesse ogni rapporto con Maduro.
Pero el dictador es Maduro, o sea ???? pic.twitter.com/OFITVIBfGc
— Larissa Costas (@Larissacostas) 1 febbraio 2019
«Abbiamo una forte pressione, non vi dico di chi, ma lo potete immaginare, affinché noi votiamo contro la creazione di questo gruppo», ha affermato il ministro degli Esteri della Spagna Borrel, in riferimento al gruppo di contatto della UE pensato per favorire il dialogo in Venezuela tra governo e opposizione.
Il giorno 23 l’Ambasciata Usa a Madrid avvisa il governo spagnolo che Guaidò si proclamerà presidente e gli Stati Uniti hanno intenzione di riconoscerlo. Il giorno stesso in cui appare sul New York Times un articolo firmato dal vicepresidente Mike Pence, dove il numero due statunitense dichiara pieno sostegno a Guaidò con cui ha sostenuto una riunione la settimana precedente.
I socialisti spagnoli mostrano perplessità di fronte alla strategia golpista statunitense, ma le pressioni continuano sia su Borrell che su Sanchez avvicinato anche a Davos dove si trova per l’annuale incontro sull’economia mondiale.
Così la Spagna capitola - Borrell viene convocato dall’ambasciatore statunitense a Madrid - e Sanchez il giorno 26 parla per la prima volta in pubblico della ‘crisi’ venezuelana. Dopo un incontro a Davos con i presidenti della Colombia, Iván Duque; dell’Ecuador, Lenin Moreno; e del Costa Rica, Carlos Alvarado. Sanchez comunica di aver riconosciuto Guaidò e arriva l’ultimatum di otto giorni a Maduro. Una minaccia, questa, rispedita prontamente al mittente da Caracas.
Alla fine di questa storia troviamo Sanchez, un socialista, che nel nome del socialismo e della democrazia riesce far peggio del fascista Aznar. L’allora leader spagnolo nel 2002 sostenne il golpe in Venezuela contro Hugo Chavez e poi si unì - nel 2003 - senza esitazione alla cosiddetta coalizione dei volenterosi con Regno Unito e USA per bombardare l’Iraq.