Erdogan all'OIC: no a un nuovo Sykes-Picot scritto con il sangue
Dall'assedio di Gaza all'attacco in Iran: il leader turco denuncia 'atti di banditismo' e invoca la solidarietà dei paesi musulmani
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un severo monito durante la 51a sessione del Consiglio dei Ministri degli Esteri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) a Istanbul, denunciando quella che ha definito una rinnovata cospirazione imperialista per ridisegnare la mappa dell'Asia occidentale "con il sangue e la coercizione". Erdogan ha esortato le nazioni musulmane a unirsi contro l'espansione della campagna bellica di Israele e contro gli sforzi guidati dall'Occidente per frammentare la resistenza regionale.
"Non permetteremo l'istituzione di un nuovo ordine Sykes-Picot nella nostra regione con confini tracciati nel sangue", ha dichiarato con forza il leader turco, evocando l'accordo coloniale che smembrò l'Impero Ottomano. Ha condannato senza mezzi termini l'assedio genocida di Gaza, ormai al 21° mese, paragonandone gli orrori alle peggiori atrocità della storia, e sottolineando la lotta per la sopravvivenza di due milioni di palestinesi.
Su richiesta iraniana, l'OIC ha convocato una sessione d'urgenza, approvando una dichiarazione congiunta che condanna l'attacco e avverte contro ulteriori bombardamenti di siti nucleari. Il documento ha anche ribadito la richiesta di un Medio Oriente libero da armi nucleari, puntando il dito contro l'arsenale non dichiarato di Israele e il suo rifiuto di aderire al Trattato di Non Proliferazione (TNP).
Erdogan ha espresso solidarietà alla resistenza palestinese e ha esteso la condanna delle azioni israeliane alla Siria, al Libano e all'Iran, definendole "atti di banditismo". Ha elogiato pubblicamente la fermezza del popolo e della leadership iraniani, esprimendo fiducia nella loro capacità di superare le difficoltà.