Esclusione UEFA. Israele "salvo", per ora, grazie alle pressioni degli USA
Israele ha evitato l'espulsione immediata dalle competizioni dell'Unione delle associazioni calcistiche europee (UEFA) dopo settimane di pressioni da parte di funzionari, diplomatici e alti dirigenti del calcio statunitensi, ha riferito Israel Hayom il 24 settembre.
La decisione risparmia per ora la Federazione calcistica israeliana e consente al Maccabi Tel Aviv di giocare la sua prima partita di Europa League in Grecia contro il PAOK Salonicco come da programma.
Israel Hayom ha rivelato che diplomatici israeliani e stranieri, rimasti anonimi, insieme ad alti funzionari della federazione calcistica, sono intervenuti per proteggere la Federazione calcistica israeliana, assicurando che l'espulsione dalla UEFA non fosse inserita nell'ordine del giorno.
La spinta per la rimozione è arrivata dal Qatar, che ha una notevole influenza nel calcio europeo, ma le pressioni esercitate dai funzionari statunitensi e dai leader sportivi alleati hanno ritardato il dibattito, concedendo a Israele una tregua temporanea.
Nonostante siano sopravvissuti a questo turno, i funzionari israeliani continuano a temere che possano riemergere tentativi di impedire la loro partecipazione, con la UEFA che ha in programma il sorteggio della Nations League a marzo.
Contemporaneamente, il 22 settembre, gli esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno chiesto alla FIFA e alla UEFA di sospendere la nazionale di calcio israeliana, descrivendola come un passo necessario per contrastare il genocidio in corso nei territori palestinesi occupati.
"La conclusione della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresi Gerusalemme Est e Israele, secondo cui Israele sta commettendo un genocidio è l'ultima di un crescente numero di organismi internazionali che affermano che è in corso un genocidio", hanno ricordato gli esperti.
Hanno menzionato l'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia (CIG) del 26 gennaio 2024, che ha ricordato agli Stati il ??loro dovere giuridico di agire contro il genocidio.
Hanno aggiunto che "lo sport deve respingere l'idea che tutto proceda come se niente fosse", insistendo sul fatto che "gli organismi sportivi non devono chiudere un occhio sulle gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto quando le loro piattaforme vengono utilizzate per normalizzare le ingiustizie".
Gli esperti hanno chiarito che il loro appello è rivolto allo Stato di Israele, non ai singoli attori. "Abbiamo sempre sostenuto che i singoli individui non possono sopportare le conseguenze delle decisioni prese dal loro governo", hanno precisato.
Hanno inoltre esortato la FIFA a "smettere di legittimare la situazione derivante dalla presenza illegale di Israele nei Territori palestinesi occupati", sottolineando che "esiste un imperativo legale e morale di adottare ogni misura possibile per porre fine al genocidio a Gaza ora".
Anche alcuni consiglieri junior legati al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno chiesto l'espulsione di Israele dal calcio internazionale, sebbene non abbiano alcun mandato formale e non possano parlare a nome delle Nazioni Unite.

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