Eurovision 2025: minacce alla TV spagnola: “Se citate ancora Gaza, vi multiamo”
di Agata Iacono
Eurovision Song Contest è stato ultimamente al centro di polemiche, proteste, manifestazioni di solidarietà alla Palestina, che in queste ultime ore sta subendo quella che il regime sionista definisce la fase finale dello sterminio del popolo palestinese ("carri di Gedeone"), nell'indifferenza generale di quasi tutto il mondo e nella censura totale dei media mainstream internazionali.
Abbiamo visto a Basilea la repressione dei manifestanti che hanno osato mostrare le bandiere della Palestina, addirittura criminalizzati, paradossalmente, nella distopia cognitiva della narrazione, per "istigazione all'odio e minacce" contro la cantante israeliana.
Ma questa minaccia è un precedente assoluto, è oltre ogni consueto tentativo di censura.
Si tratta, infatti , di minacce di sanzioni ad una TV pubblica di uno Stato europeo, la Spagna, i cui conduttori hanno osato parlare di pace e citare Gaza...
Qualora dovesse parlare ancora di Palestina, durante la finale, la TV spagnola sarà punita dall'Unione Europea di Radiodiffusione
Secondo quanto ha riportato El País, l’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) ha inviato un avvertimento formale alla capo delegazione spagnola, Ana María Bordas, in seguito ad alcuni commenti fatti dai presentatori di RTVE durante la seconda semifinale del concorso.
Nel corso della presentazione dell’artista israeliana Yuval Raphael, i commentatori avevano ricordato le oltre 50.000 vittime civili a Gaza, tra cui più di 15.000 bambini, facendo eco alle stime delle Nazioni Unite.
L’UER ha considerato questo intervento una violazione delle regole del concorso, "secondo cui è vietato qualsiasi contenuto con connotazioni politiche, in nome del principio di neutralità assoluta."
Ma RTVE non si fa intimidire e anzi denuncia e rilancia.
“Parlare di pace non è politica”
In una dichiarazione ufficiale, l’emittente ha precisato che il commento era stato preventivamente approvato dalla direzione editoriale e che sarà ribadita una posizione simile anche durante la finale.
“Invocare la pace e i diritti umani non può essere considerato un attacco politico”, ha dichiarato l’emittente, esprimendo sorpresa per la reazione dell’UER.
Fonti:
El Pais:
https://elpais.com/hemeroteca/2025-05-17/
Canale RTVE
https://x.com/rtve/status/1923817052239716423?t=XpUss7t3FQJOEb94ROCIsw&s=35