I 'nipotini' di Pinochet alla Farnesina. Il PD riesce a fare peggio di Moavero

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di Fabrizio Verde
 

Si chiama Partito Democratico ma in realtà ha una smisurata passione per fascisti e golpisti. Non si spiegherebbe altrimenti il sostegno incondizionato che il PD offre ai più disparati golpisti in giro per il mondo, dall’Ucraina al Venezuela. 

 

Tramite il sito del Ministero degli Affari Esteri apprendiamo che «la Vice Ministra Marina Sereni ha oggi incontrato in Farnesina Mariela Magallanes e Isadora Zubillaga, rappresentanti dell’Assemblea Nazionale venezuelana.

 

Le due esponenti dell’opposizione hanno parlato dell’ulteriore deterioramento del quadro politico all’interno del loro Paese, illustrando le loro preoccupazioni anche sul piano umanitario».

 

Insomma, come se ai tempi del golpe in Cile contro Allende il PD avesse incontrato i golpisti guidati dal generale fascista Augusto Pinochet. Sicuramente ci sarebbero stati maggiori punti di contatto. A partire dalle politiche economiche. Il neoliberismo dei Chicago Boys, per cui il Cile ha rappresentato una sorta di laboratorio, è infatti stato fatto proprio dall’Unione Europea e dai vari governi italiani che si sono succeduti negli ultimi 25 anni. In testa a propugnare queste politiche abbiamo sempre trovato il PD o quelle formazioni che poi hanno contribuito alla nascita di questo partito. 

 

Risultano quantomeno ipocrite le parole delle due esponenti dell’opposizione golpista venezuelana. Se mostrano preoccupazione per la situazione sul versante umanitario perché non chiedono ai loro burattinai in quel di Washington la sospensione delle sanzioni che mirano a stritolare l’economia di Caracas?

 

La verità è che questi personaggi non hanno alcun interesse a tutelare la loro patria o i diritti umani dei loro concittadini come vanno predicando ipocritamente in giro per il mondo. Quello a cui veramente sono interessati è l’arricchimento personale. A dimostrarlo in maniera inconfutabile sono i numerosi scandali in cui sono coinvolti praticamente tutti i personaggi coinvolti nelle varie azioni golpiste ai danni del paese che avvengono su più livelli. Dai tentativi aperti di invasione con l’utilizzo di soldati mercenari tramite una compagnia di ventura statunitense direttamente collegata a Trump, fino all’appropriazione indebita di società venezuelane all’estero come la CITGO, sussidiaria di PDVSA negli Stati Uniti. 

 

Per finire con l’ultima vergogna: l’oro venezuelano presso la Banca d’Inghilterra. Il governo Maduro aveva previsto di utilizzare quell’oro per acquisire beni di prima necessità e medicinali in modo da aggirare le illegali sanzioni di Washington. Un tribunale del Regno Unito ha negato il rimpatrio dell’oro, di fatto espropriando il legittimo governo della Repubblica Bolivariana, La corte inglese afferma che il governo riconosciuto da Londra è quello di Guaidò, ma intanto l’ambasciatore inglese a Caracas le credenziali le presenta nelle mani dell’unico e legittimo presidente: Nicolas Maduro. 

 

Il Venezuela comunque gode di solidi legami a livello internazionale che gli permettono di resistere alle sanzioni. Così come hanno consentito al paese di affrontare molto meglio delle previsioni la pandemia di Covid-19, nonostante condivida un lungo confine con quello che a causa delle scellerate politiche del fascio-liberista Bolsonaro si è convertito nel nuovo epicentro mondiale dell’epidemia: il Brasile. 

 

Le navi cariche di carburanti e componenti fondamentali per rimettere in funzione le raffinerie venezuelane, inviate dalla Repubblica Islamica dell’Iran nonostante le minacce degli Stati Uniti, ben rappresentano la i solidi legami creati con la Diplomazia della Pace inaugurata da Hugo Chavez, che consentono al Venezuela di resistere agli assalti multiformi degli USA e vassalli. 

 

Russia, Cina, Cuba e Turchia le principali potenze che non hanno smesso di mostrare solidarietà e sostegno materiale al Venezuela. 

 

Da notare infine come l’Italia abbia compiuto passi all’indietro anche formali. Una volta, con Moavero alla Farnesina, riceveva esponenti di primo piano dell’opposizione golpista come Antonio Ledezma, adesso arrivano in quel di Roma giusto esponenti di quarta fila.  

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