I piloti israeliani hanno sganciato "bombe inutilizzate" su Gaza durante gli attacchi dell'Iran
I piloti degli aerei da combattimento israeliani di ritorno dalle missioni di difesa aerea durante la guerra di 12 giorni con l'Iran erano regolarmente autorizzati a scaricare le loro munizioni rimanenti sulla Striscia di Gaza. Lo rivela un articolo del 2 luglio del media israeliano Maariv.
L'iniziativa, inizialmente guidata dai piloti per "assistere" le forze di terra israeliane a Khan Yunis e nella Striscia di Gaza settentrionale, è stata rapidamente estesa dal comandante dell'aeronautica militare Tomer Bar fino a diventare una politica operativa quotidiana per tutti gli squadroni.
Nell’articolo è stato descritto descrive come, durante l'operazione, i piloti incaricati di intercettare missili e droni lanciati dall'Iran fossero equipaggiati non solo con missili aria-aria, ma anche con munizioni aria-superficie.
Dopo aver completato le missioni legate all'Iran, i piloti hanno contattato le sale di controllo delle operazioni a Gaza e si sono offerti di sganciare le bombe rimanenti sugli obiettivi designati nell'enclave.
Gli ufficiali dell'Aeronautica Militare hanno accolto con entusiasmo l'iniziativa. Nel giro di poche ore, la proposta ad hoc divenne prassi standard, con gli squadroni incaricati di coordinarsi con le unità di terra prima dell'atterraggio e di colpire gli "obiettivi di Hamas" a Gaza al loro ritorno.
I funzionari militari hanno descritto il programma come un “moltiplicatore di forza” che ha permesso all’aeronautica militare di espandere i bombardamenti su Gaza senza risorse aggiuntive.
"Invece di far rimbalzare gli aerei da terra per una politica di attacco, gli aerei che erano già in volo hanno eseguito le missioni", ha raccontato a Maariv una fonte dell'Aeronautica Militare israeliana. "Ciò ha permesso di risparmiare molte risorse e di aumentare le capacità dell'Aeronautica."
Sebbene presentata come una strategia efficiente in termini di risorse, questa pratica ha di fatto trasformato Gaza in un fronte secondario in una guerra che non aveva alcun collegamento operativo con il territorio.
Gli attacchi sono stati diretti in base alle istruzioni delle forze di terra israeliane già operative a Khan Yunis e nella parte settentrionale di Gaza, amplificando il bombardamento quotidiano delle zone già sotto assedio.
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