I primi effetti positivi del reddito di cittadinanza sull'economia italiana
di Pasquale Cicalese
Sembra che il reddito di cittadinanza stia avendo i primi effetti. Partito alla fine di aprile, le vendite al dettaglio a maggio non ne risentirono forse perché i percettori dovevano pagare bollette e affitti arretrati o togliersi qualche debito. A giugno invece, inaspettatamente, visto che davano le vendite al dettaglio in crescita su anno dello 0.2% e su mese dello 0.4%, sono cresciuti rispettivamente dell' 1.3% su anno e di ben 1.9% su mese. Mentre su anno i beni alimentari crescono dello 0.5%, su mese crescono di ben 1.6%. Sembra che i percettori abbiano preferito telefonini e scarpe, entrambe cresciuti molto. Ma è molto probabile che i percettori stiano ancora coprendo in parte spese e debiti arretrati, quindi l' effetto maggiore potrebbe aversi nel prossimo anno.
Nel dato del commercio incide, inoltre, anche l'aumento dell'occupazione a tempo indeterminato grazie al cosiddetto decreto dignità.
Certo che in Italia, da più di 20 anni, siamo in presenza di una diffusa povertà salariale, specie al sud, altrimenti non si spiegherebbe perché questo Paese sia l' unico, assieme alla Grecia, ad avere a distanza di 11 anni dalla crisi mondiale del 2008, indici dei consumi che non hanno recuperato livelli precedenti. Dal pubblico impiego ai tessili, dal metalmeccanici ai bancari le tornate contrattuali in questi anni si sono risolte con un quasi niente. Oltre a mancare la politica, manca in questo paese un sindacato con forte radicamento nazionale che porti avanti le istanze dei salariati. Altrimenti non se ne esce.