IL FALLIMENTO DEI GRANDI GRUPPI EDITORIALI E' LA NOSTRA VITTORIA

4699
IL FALLIMENTO DEI GRANDI GRUPPI EDITORIALI E' LA NOSTRA VITTORIA


di Federico Pieraccini


IL FALLIMENTO DEI GRANDI GRUPPI EDITORIALI


Il Sole 24 Ore perde 100 milioni di euro all'anno.

Il New York Times 114 milioni di dollari all'anno.

Il Guardian 173 milioni di Sterline all'anno.


L'elenco potrebbe continuare con Corriere della Sera, Repubblica, Le Monde, Washington Post etc... il senso è che tutti i grandi gruppi, da qui ai prossimi cinque anni, probabilmente falliranno.


Il motivo è quanto mai scontato e banale: hanno perso credibilità. Nessuno crede più loro. Il livello giornalistico è imbarazzante. Il 98% dei pezzi sono brutali scopiazzature di articoli già scritti negli Stati Uniti.


Il cittadino medio non ha più alcun interesse ad informarsi tramite quotidiani o siti internet che riciclano false notizie, parziali o volutamente errate come forma estrema di propaganda.


Questo trend è stato confermato dalle tendenze di voto in Europa e Stati Uniti.


Più il cittadino incrementa la sua capacità di informarsi correttamente, ad esempio comprendendo causa-effetto (soprattutto collegando questo aspetto alle difficoltà economiche quotidiane) e più vota nel proprio interesse. Esattamente il contrario di ciò che le elite vorrebbero.


Naturalmente, l'interesse dell'uomo medio non coincide con quello dei padroni dei grandi gruppi editoriali e ancor meno con i candidati prescelti dal 'sistema' o dalle loro politiche. Da qui, la notevole incazzatura dei tempi recenti mirata ai siti e ai quotidiani di autentica informazione .


L'ultima trovata, davvero ridicola, è etichettare tutto ciò che è contrario alla propaganda dei grandi gruppi editoriali come 'fake news' (notizie false).


Come se aver invaso un paese come l'Iraq, con il falso pretesto costruito ad arte delle armi di distruzione di massa, provocando circa 1 milione di morti, potesse essere ignorato di colpo o far parte delle notizie "autentiche".


Basta aprire un giornale o accendere la TV, osservare come viene descritta la situazione ad Aleppo, per comprendere come sia già iniziato, da tempo, il canto del cigno di queste nullità. Stanno impazzendo.


Non dobbiamo dimenticare o sottovalutare il fatto che è iniziata una guerra sleale e scorretta, diretta verso analisti e giornalisti che informano in maniera indipendente, con mezzi infinitamente inferiori rispetto ai grandi gruppi editoriali. Siamo tutti in prima linea.


Hanno dichiarato guerra alla verità, in barba a tutti i principi di democrazia e libertà di parola con cui questi fetenti si sono riempiti le bocche per decenni, giustificando guerre, morti e distruzione degli Stati Uniti. Hanno gettato la maschera. Si mostrano per quello che sono: organi di propaganda. Nient'altro.


Appostiamoci sulla classica riva del fiume e attendiamo i cadaveri-editoriali che scorrano... il loro destino è già segnato.


Come disse Lincoln: "Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo".

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Ucraina: avanti, verso l'impossibile pace di Giuseppe Masala Ucraina: avanti, verso l'impossibile pace

Ucraina: avanti, verso l'impossibile pace

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Come la Grecia di Michele Blanco Come la Grecia

Come la Grecia

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti