Il Giappone spegne tutti i generatori nucleari, a rischio crisi energetica
Almeno per il momento dei 54 reattori nucleari presenti in Giappone solo due rimarranno in funzione. Questo è il risultato del tragico incidente verificatosi alla centrale atomica di Fukushima il marzo scorso a seguito di un potente terremoto con conseguente tsunami che ha provocò numerose vittime e causo un disastro radioattivo.
Il Giappone che traeva dall’uso di energia atomica civile circa un terzo del fabbisogno elettrico del paese ha dovuto immediatamente rivedere convinzioni energetiche radicate in anni. Il Premier Yohishido Noda, temendo l’opinione pubblica, ha affermato che la ripresa dei reattori nucleari avverrà solo con il consenso dei sindaci delle singole località dove si trovano i generatori atomici. Dopo Fukushima il paese nipponico si è trovato a fare bruscamente i conti con una riconversione energetica immediata mediante l’impiego classico di fossili ( petrolio) e gas.
Inoltre per aumentare il risparmio di energia l’estate sono spenti per ordine del governo i condizionatori d’aria e l’uso delle luci negli uffici durante il giorno è fortemente ridotto. Il Governo giapponese sta facendo condurre ad esperti tutti i test necessari per fare in modo che si possano in futuro rimettere in funzioni i vari reattori nucleari ma il caso della centrale di Ohi è emblematico dello stato di paura nel paese. Dopo che l’agenzia atomica aveva condotta approfonditi esami sui reattori, che non era stati danneggiati dal terremoto o dallo tsunami ed erano in ottime condizioni di sicurezza, la comunità locale si opposta alla loro rimessa in funzione. Il Giappone potrebbe così in un vicinissimo futuro poter affrontare una crisi energetica senza precedenti.