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Il giornalista Jamal Khashoggi sarebbe stato fatto a pezzi con una sega nel consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul
"Come nel film Pulp Fiction", scrive il New York Times
Il giornalista saudita Jamal Khashoggi, scomparso 8 giorni fa dopo essere entrato nel Consolato del dell’Arabia Saudita a Istanbul, sarebbe stato fatto a pezzi con una sega dentro l'edificio da agenti dei servizi di Riad, "come nel film Pulp Fiction". I suoi resti sarebbero quindi stati portati fuori nascosti dentro un minivan nero. Lo sostiene una fonte investigativa turca, citata dal New York Times.
La scomparsa, e a questo punto l’omicidio del giornalista, pone ancora una volta un grosso problema: gli Stati Uniti non intendono limitare la tracotanza di Riad. Come spiegato dal giornalista Alberto Negri. Perché? Semplice, per soldi. I sauditi finanziano gli Stati Uniti e gran parte dei paesi occidentali.
Intanto il quotidiano turco Sabah, molto vicino agli ambienti governativi, ha pubblicato le presunte immagini - tratte dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto Ataturk - e i nomi dei 15 agenti dei servizi sauditi giunti a Istanbul lo stesso giorno della sparizione del reporter e ripartiti dalla sede diplomatica di Riad poche ore dopo. Il giornale lo definisce come lo "squadrone della morte" responsabile dell'omicidio. LKanal 24, ha invece mostrato immagini di Khashoggi che entra 8 giorni fa nel suo Consolato a Istanbul e quelle di un minivan nero uscito poco dopo, sostenendo che dentro si trovava il cadavere.
Il regno del Golfo Persico ha definito le accuse di qualsiasi coinvolgimento nella sua scomparsa "infondate", dicendo che Khashoggi ha lasciato il consolato.
Entrambe le nazioni sono alleati militari degli Stati Uniti. La Turchia è nella NATO e l'Arabia Saudita è stata la prima destinazione all'estero del presidente Donald Trump.
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