Il «grande gioco» delle basi in Africa

4308
Il «grande gioco» delle basi in Africa

 

 

di Manlio Dinucci - il manifesto, 15 gennaio 2018
 

 

I militari italiani in missione a Gibuti hanno donato alcune macchine da cucire all’organizzazione umanitaria che assiste i rifugiati in questo piccolo paese del Corno d’Africa, situato in posizione strategica sulla fondamentale rotta commerciale Asia-Europa all’imboccatura del Mar Rosso di fronte allo Yemen. 

Qui l’Italia ha una propria base militare che, 
dal 2012, «fornisce supporto logistico alle operazioni militari italiane che si svolgono nell’area del Corno d’Africa, Golfo di Aden, bacino somalo, Oceano Indiano». 

A Gibuti i militari italiani non si occupano, quindi, solo di macchine da cucire. Nell’esercitazione Barracuda 2018, svoltasi qui lo scorso novembre, i tiratori scelti delle Forze speciali (il cui comando è a Pisa) si sono addestrati, in diverse condizioni ambientali anche di notte, con i più sofisticati fucili di precisione capaci di centrare l’obiettivo a 1-2 km di distanza.

Non si sa a quali 
operazioni militari partecipino le Forze speciali, poiché le loro missioni sono segrete; è comunque certo che esse si svolgono prevalentemente in ambito multinazionale sotto comando Usa. 

A Gibuti c’
è Camp Lemonnier, la grande base Usa da cui opera dal 2001 la Task force congiunta – Corno d’Africa, composta da 4000 specialisti in missioni altamente segrete, tra cui uccisioni mirate per mezzo di commandos o droni killer in particolare nello Yemen e in Somalia. 

Mentre gli aerei e gli elicotteri per le operazioni speciali decollano da Camp Lemonnier, i droni sono stati concentrati nell’aeroporto Chabelley, a una decina di chilometri dalla capitale. Qui si stanno realizzando altri hangar, la cui costruzione è stata affidata dal Pentagono a una azienda di Catania già impiegata in lavori a Sigonella, principale base dei droni Usa/Nato per operazioni in Africa e Medioriente. 

A Gibuti ci sono anche una base giapponese e una francese,  che ospita truppe tedesche e spagnole. A queste si è aggiunta nel 2017 una base militare cinese, l’unica fuori dal suo territorio nazionale. Pur avendo un fondamentale scopo logistico, quale foresteria degli equipaggi delle navi militari che scortano i mercantili e quale magazzino per i rifornimenti, essa rappresenta un significativo segnale della crescente presenza cinese in Africa. 

Presenza essenzialmente economica, a cui gli Stati uniti e le altre potenze occidentali contrappongono una crescente presenza militare. Da qui l’intensificarsi delle operazioni 
condotte dal Comando Africa, che ha in Italia due importanti comandi subordinati: lo U.S. Army Africa (Esercito Usa per l’Africa), alla caserma Ederle di Vicenza; le U.S. Naval Forces Europe-Africa (Forze navali Usa per l’Europa e l’Africa), il cui quartier generale è nella base di Capodichino a Napoli, formate dalle navi da guerra della Sesta Flotta basata a Gaeta. 

Nello stesso quadro strategico rientra 
un’altra base Usa di droni armati, che si sta costruendo ad Agadez in Niger, dove il Pentagono già usa per i droni la base aerea 101 a Niamey. 

Essa serve alle operazioni militari che gli Usa conducono da anni, insieme alla Francia, nell’Africa del Sahel, soprattutto in Mali, Niger e Ciad. 
In questi ultimi due Paesi arriva oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: sono tra i più poveri del mondo, ma ricchissimi di materie prime – coltan, uranio, oro, petrolio e molte altre – sfruttate da multinazionali statunitensi e francesi che sempre più temono la concorrenza delle società cinesi, le quali offrono ai paesi africani condizioni molto più favorevoli. 

Il tentativo di fermare con strumenti militari, in Africa e altrove, l’avanzata economica cinese sta fallendo. Probabilmente anche le macchine da cucire, donate a Gibuti dai militari italiani ai profughi, sono  
«made in China».

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

"I nuovi mostri" - Roger Waters "I nuovi mostri" - Roger Waters

"I nuovi mostri" - Roger Waters

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA di Fabrizio Verde Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Venezuela nel mirino: la narrazione che assolve gli USA

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina di Giuseppe Masala Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE   Una finestra aperta La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Ma che c'entra La Russa con Pasolini? di Paolo Desogus Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Ma che c'entra La Russa con Pasolini?

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo di Alessandro Mariani Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Nessun altro posto di Giuseppe Giannini Nessun altro posto

Nessun altro posto

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire di Michele Blanco La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

L'orrore e' il capitalismo di Giorgio Cremaschi L'orrore e' il capitalismo

L'orrore e' il capitalismo

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti