Il massacro sociale continua. Licenziati 450 lavoratori alla GKN

3476
Il massacro sociale continua. Licenziati 450 lavoratori alla GKN

 

Ormai è una prassi consolidata dopo la fine del blocco dei licenziamenti voluto dall'esecutivo Draghi. Con una email, da un momento all'altro, si mettono in mezzo alla strada lavoratori e le loro famiglie. È successo alla Gianelli Ruote in Brianza, ora alla GKN di Campi Bisenzio dove oggi, con una email, sono stati licenziati 422 lavoratori.

Inutile dire dove sono i politici, perché hanno permesso che venissero sbloccati i licenziamenti. Ma, gli influencer, i Ferragnez vari non hanno nulla da dire? O Parlare dei lavoratori licenziati è troppo scomodo ed è meglio rivolgersi ai lidi meno pericolosi del Ddl Zan?

di Ivan Boine - Senza Tregua

Questa mattina è stata comunicata con una e-mail a 450 operai e operaie la chiusura immediata (a partire da lunedì) dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze; azienda produttrice di semiassi per automobili. Attualmente è in corso un’assemblea permanente, come comunica via social Dario Salvetti, RSU in azienda, membro del Collettivo di Fabbrica, dell’assemblea generale nazionale FIOM e del direttivo provinciale FIOM Firenze.

Una notizia non isolata. Il 1° luglio, data fatidica dello sblocco dei licenziamenti per la maggior parte dei comparti, Alessandro Cambarau, lavoratore disabile, è stato lasciato a casa con un messaggio dalla FLSmidth Maag Gear di Segrate (Milano), azienda per cui lavorava da dieci anni. Pochi giorni dopo, 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto (Monza Brianza) sono stati licenziati tramite mail.

Casi non isolati e direttamente inseribili in un contesto di attacco padronale senza precedenti negli ultimi anni. La Confindustria di Carlo Bonomi, esponente dell’ala dura dei padroni italiani, ha fin da subito fatto pressioni sui governi, prima il Conte bis poi quello Draghi, per togliere lo sblocco dei licenziamenti. La conquista è arrivata nel momento in cui CGIL, CISL e UIL sono stati disposti ad accettare tutte le richieste di Confindustria senza battere ciglio, limitandosi al «si impegnano raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali». Il tutto in un clima di repressione e violenza antioperaia e antisindacale nella logistica, con addirittura un sindacalista – Adil Belakhdim, Si Cobas Novara – morto durante uno sciopero perché investito da un crumiro.

La solidarietà al Collettivo di Fabbrica della GKN e a tutti gli operai coinvolti è sicuramente un primo passo ma non può bastare. Alla luce di ciò che accade si deve aprire una riflessione seria sulle prospettive della lotta nei luoghi di lavoro in Italia. Le dirigenze dei confederali, di fronte a una situazione senza precedenti e alla più grande crisi economica dal 1945, hanno scelto la strada della collaborazione di classe, sposando la retorica dell’“unità nazionale”, preferendo sedersi a un tavolo con padroni e governo invece che mobilitare le proprie strutture e proclamare lo sciopero.

Le parole di denuncia nei salotti televisivi, dalle pagine dei giornali, da piazze autoreferenziali – come quella del 26 giugno, chiamata avendo ben presente la manifestazione del 19 giugno a Roma – non servono più a nulla. Bisogna parlare chiaro. La funzione che le dirigenze dei confederali, Landini in testa, stanno dando ai propri sindacati è una soltanto: illudere milioni di lavoratori e lavoratrici che ci sia un margine per accordi, per trattative, che la pace sociale sia l’unico orizzonte possibile.

In questo modo, l’essersi inchinati alle pretese di Confindustria diventa un «grande risultato per il sindacato», per riportare le parole del leader CGIL. In questa direzione, si divide la classe lavoratrice, tenendo il freno a mano tirato e ponendo un veto a priori a qualsiasi convergenza reale su un piano di lotta.

Quanto è successo a Firenze e in provincia di Monza-Brianza è solo un primo assaggio di quello che i lavoratori affronteranno nei prossimi mesi. Domenica a Bologna si riunirà un’assemblea del sindacalismo conflittuale per discutere della costruzione concreta di uno sciopero generale in base a rivendicazioni condivise, per rispondere con unità e organizzazione all’attacco padronale.

Attorno a questa assemblea si devono cementificare tutte le forze politiche di classe, devono aderirvi tutti quei settori sindacali che non vogliono più stare a guardare. Ogni giorno che passa l’unità e l’organizzazione delle lotte operaie diventano una necessità sempre più impellente. Costruire un fronte unico di classe è l’unica soluzione che abbiamo per rispondere. Perché loro colpiscono uniti. Noi, invece, contiamo i licenziati, i feriti durante le cariche, un morto durante uno sciopero, i tagli ai nostri diritti. Non possiamo più aspettare.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Un passo indietro di un secolo di Loretta Napoleoni Un passo indietro di un secolo

Un passo indietro di un secolo

“Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza di Michelangelo Severgnini “Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza

“Cercare l’impatto, non la mera sopravvivenza”: lettere da Gaza

L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche" di Francesco Santoianni L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche"

L'Ue cala il jolly delle "armi chimiche"

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Una tassa giusta per i miliardari di Michele Blanco Una tassa giusta per i miliardari

Una tassa giusta per i miliardari

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Il romanzo anticinese di Fubini di Fabrizio Verde Il romanzo anticinese di Fubini

Il romanzo anticinese di Fubini

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti