Il Messico verso la sovranità alimentare: piano da 4,2 miliardi per i piccoli agricoltori
Il governo messicano ha deciso di puntare tutto sulla sovranità alimentare, con un investimento senza precedenti destinato a rivoluzionare il settore agricolo nazionale. Il segretario all’Agricoltura, Julio Berdegue, ha annunciato un piano da 4,2 miliardi di dollari che, entro il 2030, sosterrà 750.000 produttori, puntando a ridurre la dipendenza dalle importazioni e a garantire cibo a sufficienza per tutta la popolazione.
"L’obiettivo è chiaro: vogliamo che il Messico sia autosufficiente e che lo sia grazie ai nostri piccoli agricoltori", ha spiegato Berdegue, sottolineando che già nel 2024 verranno stanziati 2,7 miliardi di dollari, destinati a migliorare le condizioni di 300.000 contadini. Si tratta di un progetto ambizioso, ma che le autorità definiscono realizzabile, grazie a una strategia ben definita e a un sostegno concreto a chi lavora la terra.
Mais, fagioli e riso: le colture chiave del rilancio
Entro la fine del mandato della presidente Claudia Sheinbaum, nel 2030, il Messico mira ad aumentare in modo significativo la produzione delle colture fondamentali per la dieta nazionale. Si punta a un +17% nella produzione di mais, che dovrebbe raggiungere 25 milioni di tonnellate, e a un incremento del 64% per i fagioli, portandoli a 1,2 milioni di tonnellate. Anche il riso avrà un ruolo centrale: l’obiettivo è raddoppiare il raccolto, arrivando a 450.000 tonnellate l’anno, quasi la metà del fabbisogno interno. Non solo: anche il settore lattiero-caseario sarà potenziato, con un aumento del 15% nella produzione di latte, per un totale di 15 miliardi di litri.
"Sono traguardi impegnativi, ma alla nostra portata se lavoriamo con metodo", ha assicurato Berdegue, convinto che, con le giuste politiche, il Paese possa ridurre la vulnerabilità alle crisi internazionali e garantire stabilità ai produttori locali.
La risposta al protezionismo di Trump
Questa spinta verso l’autosufficienza rientra nel più ampio "Plan Mexico", la strategia in 18 punti lanciata dalla presidente Sheinbaum per rafforzare l’economia nazionale di fronte alle incertezze globali, a cominciare dalle politiche commerciali aggressive degli Stati Uniti. Nonostante l’esenzione dai dazi statunitensi per il settore agricolo – garantita dal trattato USMCA (Accordo Stati Uniti-Messico-Canada) – quasi la metà delle esportazioni messicane, in particolare quelle legate ad acciaio, alluminio e auto, resta soggetta a tariffe.
Mexico Under Trump’s Tariff Regime: Relief Through USMCA https://t.co/pahby4ISdv
— Pedro Carlos Gomez (@pcgomezf) April 4, 2025
Per questo, il governo ha deciso di concentrarsi sul potenziamento del mercato interno, puntando soprattutto sulle aree rurali del sud-est, dove le risorse idriche abbondano e l’agricoltura ha ancora margini di crescita. "Dobbiamo sfruttare il potenziale inespresso di queste zone", ha osservato Sheinbaum, indicando nel mais bianco una delle priorità assolute.
Prestiti agevolati e sostegno alla filiera
Per realizzare questo ambizioso progetto, il governo lancerà il programma "Seminare Sovranità", che offrirà agli agricoltori finanziamenti a tassi vantaggiosi, assistenza tecnica e supporto nella commercializzazione dei prodotti. Inoltre, verrà creato un fondo speciale – il "Seme Produttore del Benessere" – per distribuire semi di alta qualità e non OGM, mentre una rete di 30.000 "Botteghe del Benessere" garantirà l’accesso a cibo a prezzi equi, sia per i consumatori che per i produttori.
"Vogliamo un sistema che premi chi lavora la terra e assicuri a tutti cibo sano e a buon mercato", ha concluso Berdegue. Con questo piano, il Messico non solo punta a nutrire la propria popolazione, ma anche a ridare dignità e reddito a migliaia di famiglie contadine, in un’ottica di sviluppo sostenibile e giustizia sociale.