In Italia sindacati silenti. In Francia contro il Green Pass si lavora allo sciopero generale
Mentre in Italia i sindacati della triplice obbediscono ai diktat di Confindustria anche lato Green Pass, in Francia si lavora allo sciopero generale.
I sindacati convocati dal premier Draghi non hanno avuto obiezioni con il lasciapassare per avere diritto di lavorare, hanno solo blandamente chiesto che vi sia una legge a introdurre l'obbligo, piuttosto che lasciare l'iniziativa alle singole aziende. "Abbiamo ribadito che il Green Pass non può diventare uno strumento che le imprese possono utilizzare per licenziare o demansionare i lavoratori", ribadisce il leader Cgil Maurizio Landini. "Per noi non esiste nessun accordo sindacale che possa sancire l'obbligo vaccinale, dal momento che quest'obbligo può essere sancito solo da una legge".
Il governo però prende tempo perché non vuole responsabilità (penale) derivanti dall'obbligo e si continua così a rendere vincolante per lavoratori e cittadini quello che è a tutti gli effetti una facoltà. E i sindacati italiani? Più o meno dicono questo: noi non ci occuperemo di tutelare i lavoratori dall'obbligo che ogni impresa vorrà introdurre, ma preferiremmo, per mettere i lavoratori tutti sullo stesso piano, che sia il governo ad emanare la normativa.
E in Francia? Il sindacato SUD Santé Sociaux in Francia chiede uno sciopero generale illimitato, denunciando l'obbligo di vaccinazione per i badanti a partire dal 15 settembre.
Lo riportava ieri il quotidiano francese Le Figaro. "Non siamo contrari alla vaccinazione ma deve rimanere una libera scelta", martella Jean-Marc Devauchelle - segretario generale della federazione SUD santé sociaux. Il sindacato ha chiesto uno sciopero illimitato a livello nazionale dal 4 agosto, contro la vaccinazione obbligatoria dei badanti.
Si tratta di una categoria lavorativa che lavora a stretto contatto quotidiano con anziani e disabili e in Francia dal 15 settembre sarà possibile sospendere il "contratto di lavoro" di una persona che non rispetterà l'obbligo, ha spiegato Il Ministro del Lavoro, Élisabeth Borne il 13 luglio scorso. "Da parte mia, ho deciso di vaccinarmi lunedì scorso e ho esitato a lungo. Ma è una scelta personale, non incoraggio nessuno e nemmeno la nostra federazione sindacale ad imporre alcuna volontà di imporre a chi lavora di vaccinarsi. Siamo sempre riluttanti quando non abbiamo conoscenza di questo o quel prodotto. Sappiamo bene che qualsiasi iniezione comporta un rischio e non abbiamo abbastanza senno di poi come avremmo potuto nel caso dell'assunzione di doliprane o altri vaccini, spiega, ricordando che il sindacato non vuole essere assimilato alla questione dei vaccini", ha dichiarato Jean-Marc Devauchelle.
Oltre alla richiesta di sciopero nazionale, dal 4 agosto diverse filiali locali del SUD Santé hanno anche iniziato uno sciopero illimitato locale come nelle Boche-du-Rhône a Marsiglia. "Vogliamo che le nostre richieste dal basso vengano ascoltate dalla Direzione regionale della sanità (ARS) in modo che possa farle emergere", spiega Kader Benayed, segretario dipartimentale di SUD Santé nelle Bouches-du-Rhône. L'avviso di sciopero è stato depositato presso l'Assistance publique - Hôpitaux de Marseille (AP-HM) e l'ospedale Edouard-Toulouse. Due raduni sono previsti anche dal sindacato di fronte all'IHU al Timone e di fronte all'ospedale Nord.
La Corte Costituzionale francese emetterà il 5 agosto un verdetto sul lasciapassare (Pass Sanitaire) approvato dal Parlamento il 25 luglio scorso, dopo il ricorso effettuato dalla sinistra francese capeggiata dal leader di France Insoumise Melenchon.
In Italia? Sindacati e politici non si chiedono perché migliaia di italiani, molti anche vaccinati, riempiano le piazze di tutte le città, ogni sabato, per manifestare il proprio dissenso. Preferiscono censurare e scendere in piazza solo contro le elezioni in Iran e per la "legge Zan subito".