Inflazione e salari. Quando la politica e le piccole imprese reagiranno ai deliri di Confindustria?

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Inflazione e salari. Quando la politica e le piccole imprese reagiranno ai deliri di Confindustria?

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Non è normale che oggi su Il sole 24 ore l'economista Minenna dica che i prezzi salgono piu' per i profitti che per i salari (figurarsi) e non è normale che anche ieri, a Napoli, per l'ennesima volta, tiritera degli ultimi 30 anni, Bonomi dica che vanno bene gli sbocchi internazionali e la domanda interna è ferma (chissà perché, non si pone la domanda, non indaga, o cela) e dunque lo Stato deve con soldi pubblici stimolare gli investimenti di queste aziende che hanno sbocco internazionale.

Non c'è nessun politico, intellettuale, economista ufficiale che ponga un freno a questo delirio. Mi chiedo gli operatori economici, medi e piccoli, oltre che piccolissimi, quando manderanno a quel paese questo coro unanime trentennale. Non esiste alcuna politica che blocchi questa avidità, non esiste nessuna strategia programmatica, a livello economico e sociale, che cerchi di stimolare la domanda interna. Ma che studi hanno fatto costoro? Da dove vengono? Anzi, fanno una riforma fiscale che uccide i salari bassi ed elimina la sanità pubblica. Avidi. Quando li fermeremo?

Metto due commenti al mio post di poco fa, il primo di Salerno Aletta, il secondo del mio amico manager Sergio Calzolari.

1)Per fare crescere la domanda interna, si devono aumentare i salari. Se i salari aumentano, diminuisce la competitività di prezzo delle esportazioni e la bilancia commerciale va ancora più in rosso, dopo l'aumento dei prezzi delle materie prime e della energia. Se lo Stato sostiene gli investimenti delle imprese, aumenta la loro produttività, l'export e migliora la bilancia commerciale. Il surplus è investito all'estero per ridurre le tensioni sui prezzi già alte sul mercato interno. Non fa un plissé"


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2)Il ragionamento dal punto di vista della gestione degli affari ha una sua logica stringente. Dal punto di vita del breve termine. Bisogna avere una logica di lungo termine.

Quindi: 

A. Aumentare i salari
B. Defiscalizzazione in maniera massiccia sia export sia investimenti atti al ammodernamento della composizione tecnica del capitale.
C. Usare le risorse per aumentare le pensioni in modo da spingere i consumi interni..I vecchi consumano in Italia.
D. Introduzione di zone speciali a tassazione zero per gli investimenti stranieri con desks di appoggio e sostegno
E. Introduzione di tassazione sui guadagni finanziari.
In maniera ragionevole e non demagogia. Meglio poco che le parole al vento sul comunismo.

Poi si possono fare tanti altri investimenti.Gli investimenti statali vanno a coprire investimenti strutturali di pianificazione generale del sistema Paese. 
Le imprese italiane di piccole dimensioni vanno aiutate a competere in export facendo sistema al posto del contenimento SOLO del costo del lavoro. Anche dando agevolazioni fiscali detraibili.

Per il resto il sistema di confindustria non ha visione per fare nulla, essendo abituato a vivere di facilitazioni pubbliche. Altroché liberismo. In italia esiste lo stato per il mercato dei soliti amici. Non è mai esistiti il liberismo, bensì un sistema tardo feudale di supporto ai settori a bassa innovazione e shumpeterianamente arretrati.

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Pasquale Cicalese

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Economista. Ha aperto un canale telegram: pianocontromercato
 
 

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