Iran in stato di massima allerta militare – Reuters

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Iran in stato di massima allerta militare – Reuters


L’Iran ha posto le proprie forze armate in stato di massima allerta, esortando i Paesi confinanti che ospitano basi statunitensi a non appoggiare eventuali attacchi americani. Lo ha riportato domenica Reuters, citando una fonte informata sulla questione.

La mossa farebbe seguito a una lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, in cui si sollecitano colloqui diretti per fermare il programma nucleare di Teheran. Trump ha minacciato una campagna di bombardamenti qualora non si raggiunga un nuovo accordo.

Teheran, che nega l’intenzione di dotarsi di armi nucleari, ha respinto la proposta di dialoghi diretti. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha definito l’iniziativa «priva di senso», mettendone in dubbio la sincerità: «Se si vuole negoziare, perché minacciare?», ha dichiarato.

Secondo Reuters, l’Iran avrebbe «invitato Iraq, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Turchia e Bahrain» a evitare di concedere alle forze americane l’uso del proprio spazio aereo o territorio, atto che verrebbe interpretato come «ostile». «Un simile comportamento avrà gravi conseguenze», ha affermato un funzionario anonimo.

La stessa fonte ha rivelato che Khamenei avrebbe ordinato alle forze armate di mantenere il massimo livello di preparazione.

Nel 2015, l’Iran ha firmato un accordo sostenuto dall’ONU per limitare le proprie attività nucleari in cambio della revoca delle sanzioni. Trump ritirò unilateralmente gli Stati Uniti dall’intesa nel 2017, ripristinando le restrizioni come parte della strategia di «massima pressione» contro Teheran. La Repubblica Islamica ha reagito riducendo progressivamente il proprio rispetto degli impegni previsti dall’accordo. Nonostante ciò, l’Iran rimane aperto a negoziati indiretti tramite l’Oman. «I dialoghi mediati permetterebbero di valutare la serietà di Washington nel perseguire una soluzione politica», ha spiegato il funzionario. I colloqui potrebbero iniziare a breve se gli Stati Uniti forniranno «segnali credibili», sebbene il percorso appaia «complesso», ha aggiunto.

Araghchi ha ribadito domenica che l’Iran accetterebbe solo trattative «alla pari». Ha criticato gli Stati Uniti per «le continue minacce di ricorrere alla forza, in violazione della Carta ONU, e le posizioni contraddittorie espresse dai suoi rappresentanti».

Il generale Hossein Salami, comandante in capo dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC), aveva avvertito sabato: «Siamo pronti ad affrontare qualsiasi guerra».  

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