Italiani rapiti in India, i ribelli maositi liberano Claudio Colangelo
L’ufficialità della notizia da parte dell’unità di crisi della Farnesina è arrivata solo nella nottata di domenica: Claudio Colangelo, il missionario italiano rapito dalle truppe maoiste nella regione indiana dell’Orissa è stato liberato. Rimane nella mani dei sequestratori Paolo Bosusco, la guida, rapita insieme a Colangelo mentre stavano facendo il bagno in un fiume dai ribelli maoisti comandati da Sabyasachi Panda. La liberazione è seguita a sessanta ore di intensi negoziati con i rapitori che hanno infine rilasciato uno dei due italiani mettendosi in contatto con una rete televisiva locale di fiducia che avrebbe raccolto con dei propri giornalisti il missionario italiano liberato in un sentiero nella foresta. Soddisfazione da parte del Governo indiano ed italiano è stata espressa da parte dei Premier dei rispettivi paesi.
Ora si attende e si lavora per la liberazione dell’altro ostaggio nelle mani dei ribelli. Le truppe maoiste da anni portano avanti una strategia di terrore e morte soprattutto contro funzionari di polizia, il 2009 è stato l’anno con il maggior numero di attacchi che hanno portato all’uccisione di circa 600 persone. Il numero dei guerriglieri maoisti si agirerebbe intorno a 20000 e sarebbero attivi nelle zone rurali che vanno dallo Stato dell’Andra Pradesh fino al Nepal. L’ideologia marxista a cui si rifarebbero ha seguito proprio in quelle aree agricole dove esistono ancora comunità tribali escluse dal boom economico indiano. Secondo voci non confermate tali truppe sarebbero finanziate dal governo cinese per destabilizzare l’emergente colosso indiano.