La Cina guarda all’ASEAN e alla BRI mentre l’export accelera
Dati doganali confermano: la diversificazione dei partner riduce la dipendenza da Occidente
Nel primo semestre del 2025, le importazioni ed esportazioni di beni della Cina hanno registrato una crescita del 2,9% su base annua, raggiungendo un valore complessivo di 3.040 miliardi di dollari. Il dato, diffuso dall’Amministrazione generale delle dogane cinese (GAC), riflette gli sforzi di Pechino per ottimizzare la struttura del commercio estero e stabilizzare la crescita economica.
Il secondo trimestre ha mostrato un’accelerazione significativa, con un aumento del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, ben 3,2 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre. Si tratta della nona volta consecutiva in cui il valore trimestrale del commercio estero cinese supera i 10.000 miliardi di yuan.
Nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni sono cresciute del 7,2% su base annua, toccando i 13.000 miliardi di yuan, mentre le importazioni hanno segnato un calo del 2,7%, attestandosi a 8.790 miliardi di yuan. Secondo Cong Yi, professore alla Tianjin School of Administration, i dati confermano la resilienza del commercio estero cinese, nonostante le pressioni derivanti dai dazi statunitensi e dalle turbolenze globali.
Nuove spinte alla crescita
Le esportazioni di prodotti elettromeccanici, che rappresentano il 60% del totale, hanno registrato un incremento del 9,5%, trainando la ripresa. Intanto, il numero di imprese impegnate nel commercio estero ha superato per la prima volta le 628.000 unità, con un aumento di circa 43.000 rispetto all’anno precedente.
Wang Lingjun, vice direttore della GAC, ha sottolineato come la Cina stia affrontando le sfide globali grazie a un mercato estero sempre più diversificato, prodotti innovativi e ad alta qualità, e una base industriale solida. Nei primi sei mesi del 2025, il commercio con i partner della Belt and Road Initiative (BRI) è salito del 4,7%, rappresentando il 51,8% del totale. Particolarmente dinamici gli scambi con l’ASEAN, cresciuti del 9,6%, mentre anche l’UE, la Corea del Sud e il Giappone hanno mostrato segnali positivi.
Prospettive future
La forza del commercio estero cinese poggia su diversi fattori, tra cui l’apertura progressiva del mercato, la competitività industriale e la domanda interna in espansione. Nel secondo trimestre, le importazioni hanno ripreso a crescere, sostenute dalle politiche di rinnovamento degli impianti e dagli incentivi ai consumi. Settori come petrolchimico, tessile e componenti elettronici hanno registrato incrementi a doppia cifra.
Per il secondo semestre, gli analisti si attendono un’ulteriore stabilizzazione, grazie a politiche di diversificazione commerciale e al miglioramento della competitività aziendale. Se le esportazioni continueranno a beneficiare di un contesto internazionale più favorevole, le importazioni potranno contare sul rafforzamento della domanda interna. In un panorama globale ancora incerto, la Cina conferma la sua capacità di adattamento e crescita.