La malattia si chiama liberismo e Unione Europea

La malattia si chiama liberismo e Unione Europea

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di Antonio Di Siena


Questa è la storia un uomo ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Il corridoio del reparto è pieno di parenti del poveretto che chiedono delucidazioni sul suo stato di salute. Ma le notizie non sono buone. La diagnosi parla di malattia seria e ingravescente e si provvederà a curarlo con l’aspirina. A distanza di giorni però le condizioni del paziente, non solo non migliorano, ma iniziano a peggiorare.

E allora i parenti cominciano a chiedere ai medici dosi più alte di aspirina, convinti che così facendo tornerà in buona salute. La verità è però molto diversa. L’aspirina non servirà a niente. I farmaci e i macchinari che servirebbero non ci sono. E il paziente di lì a poco morirà.

Perché ve l’ho raccontata? Perché in questa protesta i medici si stanno comportando esattamente come i parenti del moribondo in questa storiella. Solo che nella realtà il malato è la sanità pubblica e i medici sono i signori al governo.

Perché qui il problema non è quali misure adotterà il governo.

Di più, il problema non è il governo, di qualunque colore esso sia. Il problema è il modello economico.



Il problema sono quelli che vi raccontano che lo Stato è come una famiglia. Il problema è il principio secondo cui le uscite devono essere almeno pari alle entrate. Il problema è che non si può fare spesa a deficit perché ci sono il “debito pubblico”, il pareggio di bilancio, i parametri europei. Il problema è considerare il SSN come un’azienda che non può funzionare in perdita. Il problema è fregarsene del diritto alla salute e dei principi costituzionali.

Il problema è credere che aumentare i posti per le specializzazioni, o peggio importare medici dalla Romania, risolleverà le sorti della sanità pubblica. La questione è molto più semplice. Non si può curare un moribondo con l’aspirina. Perché se non ci sono abbastanza soldi, lo Stato italiano non può funzionare in tutta la sua complessità. Per questo mancano i posti di specializzazione (o i posti letto, i macchinari high tech, ci sono liste d’attesa infinite e strutture fatiscenti). Perché nel nome di un progetto folle, quale è l’Ue, ci hanno sottratto il potere di finanziare adeguatamente la spesa pubblica.

E quindi il Servizio Sanitario Nazionale.

Continuare a sostenere questo modello liberista non ci darà mai la possibilità di avere una sanità pubblica d’eccellenza. Ma la ridurrà ad un malato terminale, per fare l’interesse di pochi e non dei cittadini. Un modello che costringe tanti giovani a emigrare per trovare occupazione.

Manodopera qualificata e super specializzata che dal sud Europa si sposta verso nord. E questo vale tanto per i medici quanto per gli operai. Per invertire la rotta è fondamentale prendere coscienza del problema. Esattamente come la diagnosi è preliminare alla terapia.

Diversamente farete come i parenti di quel disgraziato che speranzosi continuano a chiedere l’aspirina per il moribondo. Mentre servirebbe amputare con decisone per evitare la cancrena.

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